bullettino dell' istituto di diritto romano - World eBook Library

240 BULLETTINO DELL'ISTITUTO DI DIRITTO ROMANO
si ha una prova della procedura seguita nella Grecia, dove le
leggi prescrivevano appunto il giuramento negli arbitrati in-
ternazionali, il quale si prestava, a quanto pare, non nell'atto
del compromesso, ma prima che l'arbitro pronunziasse la sen-
tenza. ^
Consiglio
'arbitro.
del- Nou diverso da questo, che informa la condizione del giuramento,
ò il concetto che regola quella del consiglio, da cui
l'arbitro si fa assistere nel suo giudizio. Nella stessa maniera
che il magistrato, nelle sue funzioni così militari che civili, so-
prattutto giudiziarie ed amministrative, suol chiamare intorno
a sé un coìisUium; da lui con vari criteri, a seconda dei casi,
composto, ^ anche il giudice nei processi civili fa altrettanto,
circondandosi di acìsessores; senza che, per altro, come quello,
sìa a ciò obbligato per legge, come non è neanche tenuto a
seguirne il parere. ^ Ora, appunto perchè nell' arbitro privato
compromissario manca la stessa qualità pubblica quasi magi-
strale, non solamente egli si sottrae a questa consuetudine, ma
pare persino che ciò gli sia espressamente vietato : egli deve
compiere da sé, senza il concorso di alcuno, tutta l'opera del-
l'inchiesta e della soluzione della controversia. *
1 Demosth. co;?^r. Fhorm. 913, 26; contr. Spiid. 1032, 18; contr. Kallipp.
1244, 17.
2 MoMMSEN, Rom. Staatsrecht P p. 307 segg.
2 Cic. i)ro Quinci. 2, 10. 10, 36, 30, 91 ; prò Roscio 4, 2. 8, 22; Verr.
2, 29, 71. Yal. Max. 8, 2, 2. Gell. 12, 13, 2. 14, 2, 9. Dig. 5, 1, 40, 1;
44, 7, 5, 4 etc.
* Dig. 4, 8, 32, 16. 17. Diverso è, quando l'arbitrato e affidato a più
persone, e, essendovi dissenso tra loro, si ricorre a un terzo (Dig. 4, 8,
17, 4. 5; 4, 8, 32, 13. 17). Nel titolo de receptis etc. del Digesto non v'ha
alcun accenno al consiglio dell'arbitro ; e, certo, il Weizsacker {Das rom.
Schiedsrichteramt etc. p. 82) esagera l'analogia tra VarUtrium e il iudi-
cium, quando l'ammette come cosa ordinaria. Si potrebbe forse addurre
come prova il caso di Plinio {ejnst. 5, 1), che chiama intorno a se come