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bullettino dell' istituto di diritto romano - World eBook Library

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l'arbitrato pubblico presso I ROMANI 111<br />

un doppio modo: l'uno <strong>di</strong>retto, in quanto si aprono trattative<br />

<strong>di</strong>plomatiche a qualsivoglia altro scopo ; l'altro in<strong>di</strong>retto col con-<br />

cludersi trattati <strong>di</strong> alleanza o <strong>di</strong> commercio. Ma la forma più or-<br />

<strong>di</strong>naria è quella del trattato internazionale <strong>di</strong> amicitia o hospi-<br />

tinm puhìkum, quante volte però esso abbia un vero carattere<br />

sinallagmatico. ^ Sarebbe fuor <strong>di</strong> luogo l' intrattenersi qui sulla<br />

forma <strong>di</strong> questo trattato, sulla sua perpetuità e sul modo <strong>di</strong><br />

sciogliersi, come pure circa il potere politico competente a con-<br />

chiuderlo; in origine, maggiore nel magistrato che nel senato e<br />

nei comizi, più tar<strong>di</strong> all'opposto. ^ Basta il rilevare che, ap-<br />

punto pel principio suddetto, che lo Stato straniero non ri-<br />

conosciuto da Roma si ritiene siccome nemico, l'amicizia in<br />

fondo non è altro che un trattato <strong>di</strong> pace, anche se nel fatto<br />

non vi sia stata già prima una guerra; pace che è stipulata<br />

mente da ciò, che nel fatto la vera in<strong>di</strong>pendenza degli Stati rappresen-<br />

tava un periodo breve e transitorio tra quello della semplice occupazione<br />

militare, per parte <strong>di</strong> Roma, <strong>di</strong> territori stranieri, e quello <strong>dell'</strong>or<strong>di</strong>namento<br />

a provincia, e che l'atto del riconoscimento o amicizia soleva essere ac-<br />

compagnato seguito da trattati internazionali o provve<strong>di</strong>menti, i quali li-<br />

mitavano r in<strong>di</strong>pendenza politica, incorporando nel territorio <strong>romano</strong> quegli<br />

Stati, che, ciò non ostante, continuavano a chiamarsi Uberi o foederati. Una<br />

prova <strong>di</strong> ciò si ha, p. e., nella formula suis legihus titi, che si applicava<br />

ai popoli in<strong>di</strong>pendenti (Polyb. 18, 29. Liv. 33, 32 cfr. 9, 4, 4; 37, 32, 14;<br />

38, 39, 12 etc), e insieme agli alleati (Liv. 9, 34 23; 45, 29, 4 etc).<br />

L'aver rilevato questa incertezza e meglio determinato il doppio signi-<br />

ficato <strong>di</strong> quei nomi, si deve principalmente al Mommsen (Rum. Sfaatsrechf 3<br />

p. 652 aegg.), a cui del resto riman<strong>di</strong>amo il lettore per maggiori parti-<br />

colarità intorno così a questa specie dì Stati, come agli alleati e ai sud-<br />

<strong>di</strong>ti, <strong>di</strong> cui sarà ragionato nei capitoli seguenti.<br />

' Ove tale carattere manchi, e Vumkitia sia quasi imposta da Roma<br />

a un altro Stato, allora questo entra nella serie degli Stati alleati suoi,<br />

ed e inscritto nella cosidetta formula umiconim populi Romani, <strong>di</strong> cui si<br />

<strong>di</strong>rà nel spguepte capitolo.<br />

' MoMMSEx, Rom. Staatsrecht 3 p. 591 segg. cfr. 1' p. 246 aegg.

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