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PIANO GESTIONE FORESTALE 1 - Amici Parco del Ticino

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Dinamica evolutiva. Questo querco-carpineto rappresenta la cenosi forestale più evoluta<br />

nell’ambito dei suoli alluvionali antichi presenti nella pianura terrazzata. Rispetto al suo<br />

omonimo <strong>del</strong>la bassa pianura, tuttavia, è più difficile definire la sua composizione potenziale a<br />

causa <strong>del</strong>le scarse informazioni in merito concorrenza intraspecifica tra le diverse querce (farnia,<br />

rovere e cerro) e le note specie esotiche invasive.. Si presume che il cerro, talora assieme<br />

l’orniello, possa avere un maggiore spazio maggiore a livello potenziale. Il castagno, poco vitale,<br />

riesce solo raramente a raggiungere lo strato arboreo dominante, soprattutto sui terrazzi più alti<br />

<strong>del</strong> territorio, anche se si rinnova abbondantemente. Nelle attuali contingenze evolutivo-colturali<br />

il pino silvestre riesce più a rinnovarsi sia perché a fine ciclo sia per la concorrenza <strong>del</strong>le già<br />

citate specie alloctone. Sugli alti terrazzi un temporaneo blocco dinamico può anche essere<br />

determinato dal denso strato di molinia, presente in diverse stazioni <strong>del</strong> querco-carpineto<br />

<strong>del</strong>l’alta pianura.<br />

Querceto xerico di greto a basso sviluppo (in carta denominato QC50X)<br />

Questo nuovo Tipo forestale, è costituito da popolamenti con fisionomia di boscaglia a<br />

predominanza di farnia, rada, a sviluppo ridotto, localizzata su stazioni a forte xericità tipiche<br />

<strong>del</strong>le alluvioni ciottolose e sabbiose, la cui dinamica e potenzialità non è riconducibile a quella<br />

dei Querco-carpineti <strong>del</strong>la bassa pianura. In queste stazioni limite per la farnia, la specie supera<br />

raramente i 5 m di altezza. Spesso il “bosco” è in mosaico con cenosi arbustive ed erbacee<br />

xeriche. Tra i principali aggruppamenti erbacei presenti in mosaico si segnalano facies a terofite<br />

con Tuberaria guttata e Aira caryophyllea, piccoli lembi di brughiera con Calluna vulgaris,<br />

Cytisus scoparius e Rosa gallica ed aspetti a xerogramineto con abbondante Brachypodium<br />

caespitosum.<br />

La variabilità interna è rappresentata da un’unica variante, quella con orniello (QC50X), anche<br />

se le specie arboree presenti possono essere rovere (talora con forme di transizione verso la<br />

roverella), cerro, olmo campestre, pioppo nero e localmente robinia ed ailanto; lo strato arbustivo<br />

è sovente importante e vede la partecipazione di ligustro, biancospino, crespino, spino cervino<br />

(Rhamnus cathartica) e prugnolo. Localmente sono presenti individui giovani di pino silvestre.<br />

Questo tipo è diffuso in modo localizzato a partire da Pombia fino a Cerano; alcuni nuclei<br />

rappresentativi si trovano presso le località di Casone, Marcetto-Barbelera nei comuni di Cameri<br />

e Galliate, Colonia Elioterapica in quello di Trecate, a Piano dei Pioppi e Bosco Conche nel<br />

Comune di Cerano.<br />

Non si conoscono al momento sufficientemente bene l’origine e le potenzialità evolutive di<br />

questi popolamenti: probabilmente si tratta di cenosi originatesi per maturazione seriale di lande<br />

alluvionali a pioppo nero e di praterie di greto che hanno subito nel tempo vari impatti di origine<br />

antropica (pascolo, incendio). Il valore dei popolamenti erbacei in mosaico con queste boscaglie<br />

(xerogramineti, popolamenti a terofite acidofile, sabbioni a Corynephorus canescens, lembi di<br />

brughiera) consiglia di contrastare le dinamiche di progressiva evoluzione forestale, che benché<br />

molto lenta, viene avviata dagli arbusti xerofili e mesoxerofili dei Prunetalia, dall’orniello e<br />

talora dal pino silvestre. La robinia, benché talora tenda a colonizzarne i margini, deperisce<br />

rapidamente in queste stazioni mentre l’ailanto può risultare più resistente nel tempo.<br />

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