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PIANO GESTIONE FORESTALE 1 - Amici Parco del Ticino

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7 OBIETTIVI DI <strong>PIANO</strong><br />

In questo capitolo sono descritti gli obiettivi <strong>del</strong> Piano di Gestione Forestale, definiti in funzione<br />

<strong>del</strong>le caratteristiche compositive e strutturali (Capitolo 3), dei fattori d’impatto (Capitolo 3) e di<br />

quanto già realizzato con precedenti strumenti di pianificazione, fermo restando che le<br />

indicazioni non possono limitarsi alle sole aree boscate, ma devono tenere in considerazione gli<br />

ambienti seminaturali non forestali legati al bosco da un punto di vista dinamico, in particolare<br />

quelli d’interesse comunitario.<br />

L’obiettivo <strong>del</strong>la gestione forestale è di garantire prioritariamente la conservazione degli<br />

ecosistemi forestali, salvaguardando nel contempo le attese economiche secondo parametri di<br />

sostenibilità ove possibile.<br />

In base a questo principio generale, le attività di gestione forestale nel “<strong>Parco</strong> Naturale <strong>del</strong>la<br />

Valle <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong>” assumono essenzialmente lo scopo di ripristinare le aree degradate per la<br />

massiccia presenza di specie esotiche invasive, conservare quelle più vicine alla naturalità e<br />

valorizzare la funzione bioecologica <strong>del</strong>l’ecosistema nel suo complesso, soprattutto per quelle<br />

superfici classificate come Habitat Natura 2000.<br />

Per la definizione degli obiettivi selvicolturali <strong>del</strong> presente PAF, il fattore più importante<br />

da tenere in considerazione è che, rispetto ad altre realtà planiziali, le caratteristiche<br />

compositive e strutturali <strong>del</strong>le superfici forestali sono profondamente alterate dalla<br />

presenza di specie esotiche invasive, in particolare il Prunus serotina, in forme e modalità<br />

definibili di “patologia ambientale o <strong>del</strong>l’ecosistema”. In molti casi, infatti, il bosco<br />

seminaturale è stato infiltrato o sostituito da cenosi a prevalenza di specie esotiche ove le<br />

specie autoctone, in particolare le querce, non sono più in grado di rinnovarsi in<br />

conseguenza <strong>del</strong>la competizione; tale processo, oltre ha produrre la perdita di habitat,<br />

rappresenta una grave minaccia per quelli non ancora compromessi.<br />

L’azione selvicolturale, quindi, deve prefiggersi l’obiettivo di correggere rapidamente le<br />

alterazioni create nel tempo dall’utilizzo passato <strong>del</strong> bosco, nell’ottica <strong>del</strong>la salvaguardia o<br />

<strong>del</strong> recupero di un bene di “interesse pubblico”, attualmente non capace di esprimere<br />

pienamente la sua multifunzionalità; questo obiettivo è anche in accordo con il “principio<br />

di responsabilità di tutela degli habitat e specie” definiti dalla Direttiva habitat e che<br />

impone misure di ripristino e salvaguardia specifiche.<br />

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