PIANO GESTIONE FORESTALE 1 - Amici Parco del Ticino
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6 SINTESI DEGLI OBIETTIVI E DELL’APPLICAZIONE DEI PRECEDENTI<br />
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE<br />
6.1 <strong>PIANO</strong> DI <strong>GESTIONE</strong> <strong>FORESTALE</strong> DEL PARCO NATURALE VALLE DEL TICINO<br />
Il Piano di gestione forestale o d’assestamento, redatto dall’IPLA nel 1988 valido per il periodo<br />
1989 – 2003 è stato approvato con D.G.R. n. n. 692 <strong>del</strong> 20 febbraio 1992 e reso esecutivo con<br />
D.P.G.R. n. 8525 <strong>del</strong> 3 ottobre 1985; con D.G.R. n. 7-4478 <strong>del</strong> 19 novembre 2000 e<br />
Determinazione Dirigenziale n. 742 <strong>del</strong> 21 dicembre 2000 la sua validità è stata prorogata al 31<br />
dicembre 2004.<br />
Tale piano, che suddivideva il territorio <strong>del</strong> parco in 95 particelle forestali, già nel 1989 aveva<br />
individuato quale problema più significativo e condizionante le scelte selvicolturali la presenta di<br />
diverse specie esotiche, nella fattispecie <strong>del</strong> ciliegio tardivo. Il piano stesso citava infatti “...... In<br />
questo ambito transitorio si è presa in considerazione anche la presenza di essenze esotiche<br />
(Robinia, Prunus serotina e Pinus rigida) che tendono a spiazzare le piante climax per condurre<br />
alla formazione di facies forestali estremamente povere e degradate da un punto di vista<br />
botanico-naturalistico....” e “.......Maggiore apprensione deve invece creare la presenza <strong>del</strong><br />
Prunus serotina che, a causa <strong>del</strong>la facilità di rinnovazione (dovuta alle caratteristiche sciafile<br />
<strong>del</strong>la specie), tende ad occupare gli spazi lasciati liberi dai soprassuoli collassati di robinia ed a<br />
vanificare gli sforzi <strong>del</strong> selvicoltore tendenti a creare nella fascia fluviale <strong>del</strong> <strong>Ticino</strong> boschi il più<br />
vicini possibile al climax”,<br />
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