Roncelli: "Oli e grassi" - Corso di Perfezionamento
Roncelli: "Oli e grassi" - Corso di Perfezionamento
Roncelli: "Oli e grassi" - Corso di Perfezionamento
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
RICERCA - MONOGLICERIDI PER VIA GASCROMATOGRAFICA<br />
Molto importante è anche la determinazione gascromatografica dei monogliceri<strong>di</strong> per<br />
ricercare oli esterificati industrialmente, partendo da glicerolo ed aci<strong>di</strong> grassi.<br />
Nella biosintesi, la posizione è riservata quasi esclusivamente agli aci<strong>di</strong> grassi insaturi,<br />
mentre la è <strong>di</strong>sponibile per gli aci<strong>di</strong> grassi saturi. Se il processo <strong>di</strong> esterificazione è condotto in<br />
laboratorio la <strong>di</strong>stribuzione degli aci<strong>di</strong> grassi saturi e <strong>di</strong> quelli insaturi tra le posizioni e è<br />
del tutto casuale.<br />
La determinazione inizia con la trasformazione dei trigliceri<strong>di</strong> in -monogliceri<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ante<br />
idrolisi enzimatica con la lipasi pancreatica che idrolizza solo le posizioni I -monogliceri<strong>di</strong><br />
residui, dopo metilazione, sono sottoposti a gascromatografia.<br />
In questo modo si può determinare la percentuale <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> grassi saturi esterificati in posizione . In<br />
un olio <strong>di</strong> oliva naturale la percentuale <strong>di</strong> acido palmitico in tale posizione non deve essere<br />
superiore al 2%.<br />
205<br />
LE FRODI DELL’OLIO<br />
Dopo aver visto le proprietà nutrizionali le tecnologie <strong>di</strong> preparazione e <strong>di</strong> trattamento e le tecniche<br />
<strong>di</strong> analisi degli oli, ricapitoliamo, in questo paragrafo, quelle che sono le fro<strong>di</strong> più comuni e le loro<br />
cause.<br />
- Le fro<strong>di</strong> più comuni sono:<br />
1. oli extravergini non puri che contengono oli raffinati, oli <strong>di</strong> oliva, oli <strong>di</strong> semi ed oli <strong>di</strong> sansa<br />
decerati a freddo con acetone;<br />
2. oli con parametri analitici non conformi alla classificazione in<strong>di</strong>cata dal produttore;<br />
3. oli <strong>di</strong> semi, anche geneticamente mo<strong>di</strong>ficati, commercializzati come oli <strong>di</strong> oliva;<br />
4. miscelazione <strong>di</strong> oli <strong>di</strong> oliva con oli esterificati industrialmente e come tali non commestibili;<br />
5. miscelazione <strong>di</strong> oli <strong>di</strong> semi con oli fortemente colorati ( il cosiddetto ―verdone‖).<br />
Queste fro<strong>di</strong> sono spesso favorite dai meccanismi <strong>di</strong> importazione e <strong>di</strong> esportazione.<br />
L’Italia importa annualmente dai Paesi del Me<strong>di</strong>terraneo enormi quantità <strong>di</strong> olio, non solo<br />
extravergine, ma anche normale olio <strong>di</strong> oliva e olio ―lampante‖. Una parte va a finire all’interno <strong>di</strong><br />
bottiglie che non sempre ne <strong>di</strong>chiarano la provenienza e la tipologia per cui può accadere che,<br />
grazie ad una etichettatura non proprio rigorosa, viene venduto come olio extravergine italiano.<br />
Comunque non siamo ancora nell’illecito perché la normativa vigente non impone <strong>di</strong> specificare la<br />
provenienza dell’olio sull’etichetta. Infatti il Regolamento Comunitario 1019/2002 <strong>di</strong>spone che<br />
l’in<strong>di</strong>cazione della provenienza è facoltativa; ovviamente se manca, è quasi sicuramente un olio<br />
estero, eventualmente miscelato con olio italiano in percentuale inferiore al 75%. Se la percentuale<br />
dell’olio italiano raggiunge il 75%, allora l’etichetta può segnalarne la prevalenza, sempre che<br />
l’altra parte dell’olio provenga dall’Europa.<br />
Un altro problema è quello della cosiddetta ―triangolazione‖. Un carico <strong>di</strong> olio che parte da un<br />
qualsiasi paese comunitario o extracomunitario, se durante il viaggio non subisce nessun controllo,<br />
quando arriva in Italia si trasforma non solo in olio extravergine ma anche in extravergine italiano.<br />
Per quanto riguarda l’utilizzo dell’olio <strong>di</strong> oliva e dell’olio ―lampante‖ importati, spesso essi<br />
vengono deodorati, mescolati con olio extravergine italiano, etichettati e posti in commercio come<br />
―olio <strong>di</strong> oliva italiano‖.<br />
Anche un olio italiano che nasce con parametri fuori norma, può essere ripulito, deodorato,<br />
miscelato e venduto come extravergine. La stessa cosa può <strong>di</strong>rsi delle miscele a base <strong>di</strong> olio <strong>di</strong><br />
nocciola che è particolarmente adatto alla sofisticazione perché ha una composizione chimica ed<br />
organolettica simile a quella dell’olio <strong>di</strong> oliva.<br />
- Sostanze naturali presenti negli oli e fro<strong>di</strong>: