Bisanzio nei secoli VII, VIII, IX

Bisanzio nei secoli VII, VIII, IX Bisanzio nei secoli VII, VIII, IX

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Questo materiale, tratto in parte da Wikipedia, è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di storia del Medio Oriente del CTP Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I materiali sono a cura del Prof. Sergio Bergami. Lezione VIII: Bisanzio nei secoli VII, VIII e IX Alto medioevo Nel 641 alla morte di Eraclio l'Impero, ridotto all'Asia Minore e Tracia con enclavi in Italia, Africa e Balcani, si era ridotto ai minimi termini. Ciò che l'Impero perse in territorio, però, lo guadagnò in uniformità. Eraclio ellenizzò completamente l'Impero rendendo il greco la lingua ufficiale e prendendo il titolo di Basileus ("Re") invece del vecchio termine romano Augustus. L'Impero era ora notevolmente differente nella religione, rispetto alle ex terre imperiali dell'Europa occidentale, anche se le province bizantine meridionali differivano significativamente da quelle settentrionali nella cultura e praticavano il cristianesimo monofisita piuttosto che quello ortodosso. La perdita delle province meridionali in favore degli Arabi, rese più forte l'ortodossia nelle province rimanenti. Costantinopoli continuava a crescere consolidando la sua posizione di città più grande (e civilizzata) del mondo. I tentativi arabi di conquistare Costantinopoli fallirono di fronte alla superiorità della marina bizantina e al suo monopolio di una tuttora misteriosa arma incendiaria, il fuoco greco. Dopo aver respinto gli iniziali assalti arabi, l'Impero iniziò un progressivo e parziale recupero delle sue posizioni. L'VIII secolo fu dominato dalla controversia sull'iconoclastia. Le icone vennero bandite dall'Imperatore Leone III, portando alla rivolta gli iconoduli dell'Impero. Grazie agli sforzi dell'Imperatrice Irene, il Secondo Concilio di Nicea si riunì nel 787 e affermò che le icone potevano essere venerate ma non adorate. Irene tentò anche un matrimonio di alleanza con Carlo Magno, che avrebbe unito i due imperi, ma questi piani non giunsero a nulla. La controversia iconoclasta ritornò nel IX secolo, ma le icone vennero ripristinate nell'843. Queste controversie non aiutarono le relazioni, che andavano disgregandosi, con la Chiesa Cattolica Romana e il Sacro Romano Impero, che stavano iniziando a guadagnare da soli più potere. La lotta per la sopravvivenza (641-717) Mappa descrivente i conflitti navali bizantino-arabi dal VII secolo al ca. 1050. I confini degli stati corrispondono a quelli nell'VIII secolo (inizi). 1

Questo materiale, tratto in parte da Wikipedia, è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di<br />

storia del Medio Oriente del CTP Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I<br />

materiali sono a cura del Prof. Sergio Bergami. Lezione <strong>VII</strong>I: <strong>Bisanzio</strong> <strong>nei</strong> <strong>secoli</strong> <strong>VII</strong>, <strong>VII</strong>I e <strong>IX</strong><br />

Alto medioevo<br />

Nel 641 alla morte di Eraclio l'Impero, ridotto all'Asia Minore e Tracia con enclavi in Italia, Africa<br />

e Balcani, si era ridotto ai minimi termini. Ciò che l'Impero perse in territorio, però, lo guadagnò in<br />

uniformità. Eraclio ellenizzò completamente l'Impero rendendo il greco la lingua ufficiale e<br />

prendendo il titolo di Basileus ("Re") invece del vecchio termine romano Augustus. L'Impero era<br />

ora notevolmente differente nella religione, rispetto alle ex terre imperiali dell'Europa occidentale,<br />

anche se le province bizantine meridionali differivano significativamente da quelle settentrionali<br />

nella cultura e praticavano il cristianesimo monofisita piuttosto che quello ortodosso.<br />

La perdita delle province meridionali in favore degli Arabi, rese più forte l'ortodossia nelle province<br />

rimanenti. Costantinopoli continuava a crescere consolidando la sua posizione di città più grande (e<br />

civilizzata) del mondo. I tentativi arabi di conquistare Costantinopoli fallirono di fronte alla<br />

superiorità della marina bizantina e al suo monopolio di una tuttora misteriosa arma incendiaria, il<br />

fuoco greco. Dopo aver respinto gli iniziali assalti arabi, l'Impero iniziò un progressivo e parziale<br />

recupero delle sue posizioni.<br />

L'<strong>VII</strong>I secolo fu dominato dalla controversia sull'iconoclastia. Le icone vennero bandite<br />

dall'Imperatore Leone III, portando alla rivolta gli iconoduli dell'Impero. Grazie agli sforzi<br />

dell'Imperatrice Irene, il Secondo Concilio di Nicea si riunì nel 787 e affermò che le icone potevano<br />

essere venerate ma non adorate. Irene tentò anche un matrimonio di alleanza con Carlo Magno, che<br />

avrebbe unito i due imperi, ma questi piani non giunsero a nulla. La controversia iconoclasta ritornò<br />

nel <strong>IX</strong> secolo, ma le icone vennero ripristinate nell'843. Queste controversie non aiutarono le<br />

relazioni, che andavano disgregandosi, con la Chiesa Cattolica Romana e il Sacro Romano Impero,<br />

che stavano iniziando a guadagnare da soli più potere.<br />

La lotta per la sopravvivenza (641-717)<br />

Mappa descrivente i conflitti navali bizantino-arabi dal <strong>VII</strong> secolo al ca. 1050.<br />

I confini degli stati corrispondono a quelli nell'<strong>VII</strong>I secolo (inizi).<br />

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storia del Medio Oriente del CTP Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I<br />

materiali sono a cura del Prof. Sergio Bergami. Lezione <strong>VII</strong>I: <strong>Bisanzio</strong> <strong>nei</strong> <strong>secoli</strong> <strong>VII</strong>, <strong>VII</strong>I e <strong>IX</strong><br />

Dopo i brevi regni dei due figli di Eraclio, Costantino III ed Eracleona, conclusisi entrambi<br />

tragicamente dopo pochi mesi, prese il potere Costante II (641-668), figlio di Costantino III e nipote<br />

di Eraclio, alla tenera età di undici anni. Vista la minore età, per i suoi primi anni di regno Costante<br />

II fu posto sotto la tutela del Senato bizantino. Nel frattempo, dopo un tentativo fallito da parte dei<br />

Bizantini di riconquistare l'Egitto (645), gli Arabi, compresa l'importanza di costruire una flotta in<br />

grado di competere alla pari con quella bizantina, allestirono una potente flotta, che inflisse pesanti<br />

sconfitte a quella bizantina e iniziò a compiere raid nelle isole del Mediterraneo orientale, tra cui<br />

Creta e Rodi.<br />

Una guerra civile scoppiata nel califfato arabo negli anni Cinquanta del settimo secolo (la guerra<br />

per la successione tra Uthman e Ali, e poi l’avvento degli Omayyadi) impedì però agli Arabi di<br />

attaccare Costantinopoli: nel 659, per assicurarsi la neutralità di <strong>Bisanzio</strong> nel corso della guerra<br />

civile, gli Arabi accettarono di pagare a <strong>Bisanzio</strong> un tributo in cambio di una tregua triennale.<br />

Costante II ne approfittò per riorganizzare l'esercito secondo il sistema dei themata e per tentare di<br />

riconquistare l'Italia. Partito per l'Italia con almeno 20.000 soldati e sbarcato a Taranto nel 663,<br />

Costante II tentò di occupare Benevento fallendo nell'impresa, dopodiché - dopo aver visitato<br />

Roma, l'antica capitale - si fermò a Siracusa, dove pose la propria residenza. L'eccessivo fiscalismo<br />

e l'opposizione alla Chiesa di Roma (dovuta alla promulgazione del Typos, editto imperiale che<br />

vietava le discussioni religiose e accusato dal Pontefice di favorire l'eresia monotelita) gli<br />

provocarono l'odio tra la popolazione locale e nel 668 l'Imperatore venne assassinato in una<br />

congiura.<br />

Gli succedette Costantino IV(668-685), rimasto a Costantinopoli, che vendicò l'assassinio del padre<br />

sedando la rivolta - con relativa usurpazione - in Sicilia. Gli Arabi, nel frattempo, fecero diverse<br />

incursioni e saccheggi in Anatolia, e tra il 674 e il 678 assediarono addirittura Costantinopoli.<br />

L'attacco non ebbe successo grazie all'uso del fuoco greco con cui i bizantini incendiarono le navi<br />

arabe distruggendo la loro flotta e alla fine venne firmata una tregua di trent'anni con il califfato<br />

arabo. Nel frattempo, nel 680 i Bulgari iniziarono a stanziarsi <strong>nei</strong> Balcani e furono vani tutti i<br />

tentativi da parte di Costantino IV prima e del figlio Giustiniano II (685-711) poi di scacciarli. Nel<br />

698 gli Arabi conquistarono anche l'Esarcato di Cartagine e ripresero a minacciare l'Impero con raid<br />

frequenti in Anatolia.<br />

L'Impero, nel frattempo, ricadde nell'instabilità politica. La politica autocratica e dispotica di<br />

Giustiniano II detto il Rinotmeo, ultimo discendente della dinastia di Eraclio, provocò la sua<br />

detronizzazione, il taglio del naso e l'esilio in Crimea nel 695.<br />

Tentò di crearsi una base di consensi favorendo le comunità di villaggio, la piccola proprietà<br />

contadina ed i contadini liberi. Permise inoltre al clero di contrarre matrimonio. Questa decisione<br />

però tendeva a creare una frattura con la Chiesa occidentale. Ma la nobiltà tematica e i latifondisti<br />

si sentirono danneggiati e risposero con la sua deposizione operata da Leonzio nel nel 695. Ma<br />

Giusttiniano II appoggiato dalla borghesia cittadina e da un'armata di Bulgari riuscì nel 704 a<br />

riprendersi il trono, lasciandosi poi andare ad una campagna di vendette e massacri che fece<br />

rabbrividire la città e l'impero, fino alla sua seconda e definitiva deposizione, ad opera di Filippico.<br />

La testa mozzata di Giustiniano venne esposta al nuovo imperatore, mentre il figlio ed erede Tiberio<br />

IV veniva massacrato sull'altare di Santa Maria delle Blacherne.<br />

Nei successivi sei anni si succedettero una serie di effimeri imperatori (Filippico, Anastasio II,<br />

Teodosio III), i cui regni durarono non più di due anni; una tale instabilità politica comprometteva<br />

ovviamente le possibilità da parte dei Bizantini di resistere alle offensive arabe.<br />

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storia del Medio Oriente del CTP Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I<br />

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Leone III Isaurico (717-741)<br />

Leone III di <strong>Bisanzio</strong>, conosciuto anche come Leone III Isaurico, (Germanicea, 675 circa – 18<br />

giugno 741), fu imperatore bizantino dal 25 marzo 717 sino alla sua morte.<br />

Leone decise di approfittare del grande potere raggiunto (il tema anatolico era uno dei più grandi)<br />

per rivoltarsi contro l'Imperatore legittimo (Teodosio III) e, dopo averlo deposto, diventare<br />

imperatore.<br />

Entrato a Costantinopoli il 25 marzo 717, Leone III si recò nella Chiesa di Santa Sofia, dove venne<br />

incoronato basileus.<br />

Regno<br />

Appena eletto Imperatore, dovette affrontare la minaccia degli Arabi, intenzionati come più non mai<br />

a impossessarsi della capitale dell'Impero. Nell'agosto del 717 l'esercito e la flotta araba (composta<br />

da 120.000 uomini e 1.800 navi) era già presso le mura di Costantinopoli, condotti da Maslam, il<br />

fratello del califfo. L'Imperatore decise allora di stringere un'alleanza con i Bulgari, che, resisi conto<br />

della grossa minaccia che avrebbero potuto costituire gli Arabi anche per il loro stato, accettarono.<br />

Grazie al fuoco greco, la flotta araba subì pesanti perdite, venendo costretta a ritirarsi nel loro porto,<br />

mentre le resistenti mura teodosiane resistettero senza problemi ai continui assalti arabi. Il ritiro<br />

della flotta araba permise alla capitale di essere rifornita regolarmente di viveri, mentre ad aiutare<br />

ulteriormente <strong>Bisanzio</strong> ci pensò l'inverno del 717, che fu straordinariamente rigido, e che mieté<br />

molte vittime tra gli Arabi, non abituati a quelle temperature. Gli Arabi furono decimati anche da<br />

una carestia, e dagli attacchi dei Bulgari, venuti in soccorso dei Bizantini.<br />

In breve gli Arabi dovettero levare l'assedio (15 agosto 718).<br />

Leone III, dopo questa vittoria, attaccò gli Arabi impossessandosi di alcune zone di confine nel<br />

Caucaso ma nel 720 questi territori vennero di nuovo riconquistati dagli Arabi.<br />

Politica interna<br />

Dopo la vittoria militare si dedicò alle riforme interne dello stato, ormai precipitato in una specie di<br />

anarchia. Rendendosi conto che l'eccessiva grandezza dei temi rendeva facile agli strateghi<br />

rivoltarsi e usurpare il trono, decise di frammentarli in temi più piccoli. Suddivise il tema anatolico<br />

in due, scorporando da esso la parte occidentale, che ricevette il nome di tema dei Trachesi. Fu lui<br />

(o forse Anastasio II) a dividere inoltre in due il tema marittimo.<br />

Provvide a rappacificarsi con i popoli slavi e riorganizzò le forze armate. Grazie a tutto questo poté<br />

con maggior facilità respingere i successivi tentativi da parte dei Saraceni di invadere l'impero nel<br />

726 e nel 739.<br />

Attività legislativa<br />

Durante il periodo di regno introdusse numerose riforme fiscali, liberò dalla schiavitù i servi e<br />

introdusse nuovi leggi marittime, non senza sollevare molte critiche da parte dei ceti più nobili e del<br />

clero. Proibì il culto delle immagini sacre, con due editti distinti nel 726 e 730, e nel 726 promulgò<br />

un codice di leggi, l'Ecloga, una selezione delle più importanti norme di diritto privato penale<br />

vigenti.<br />

L'Ecloga, pur rifacendosi al diritto romano e in particolare al Codice di Giustiniano, apportò alcune<br />

modifiche sostanziali quali un ampliamento dei diritti delle donne e dei bambini, la<br />

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disincentivazione del divorzio e la proibizione dell'aborto e l'introduzione di mutilazioni corporali<br />

(taglio del naso, delle mani ecc.) come pene. Fu pensato per aggiornare il diritto bizantino alla<br />

situazione dell'epoca, che era cambiata rispetto a Giustiniano.<br />

Politica religiosa: l'iconoclastia<br />

Sul piano politico l'iconoclastia ebbe per obiettivo di riportare sotto il controllo imperiale i vasti<br />

territori posseduti dai monasteri, non soggetti alle leggi imperiali (e in particolare esenti dalle tasse<br />

e dalla leva militare degli imperatori) e di togliere ogni pretesto dottrinale ai predoni islamici, che<br />

accusavano i cristiani di idolatria.Leone III iniziò a credere che il Signore fosse in collera con i<br />

Bizantini perché adoravano le icone religiose, cosa contraria alle leggi di Mosé. L'opposizione alle<br />

immagini religiose era già diventata piuttosto diffusa nelle regioni orientali, influenzate dalla<br />

vicinanza con gli Arabi, che vietavano l'adorazione delle icone. Nel 726, su pressione dei vescovi<br />

iconoclasti dell'Asia Minore e in seguito a un maremoto che lo convinse ancora di più della<br />

correttezza della sua teoria dell'ira divina, Leone III iniziò a battersi contro le immagini religiose.<br />

Inizialmente tentò di predicare alla gente la necessità di distruggere le immagini, successivamente<br />

decise di distruggere un'icona religiosa raffigurante Cristo dalla porta del palazzo, scatenando una<br />

rivolta sia nella capitale che nel tema Ellade. L'esercito dell'Ellade mandò una flotta a<br />

Costantinopoli per deporre Leone e porre sul trono l'usurpatore da loro scelto, un tal Cosma.<br />

Tuttavia, durante una battaglia con la flotta imperiale (avvenuta il 18 aprile 727), la flotta ribelle<br />

venne distrutta dal fuoco greco e l'usurpatore, catturato, venne condannato alla decapitazione. Nel<br />

frattempo in Asia Minore gli Arabi assediarono Nicea ma non riuscirono ad espugnarla.<br />

Inizialmente l'Imperatore si mosse con prudenza, cercando di convincere il Patriarca di<br />

Costantinopoli e il Papa ad accettare l'iconoclastia. Ma tali tentativi non ebbero effetto: entrambi<br />

infatti si mostrarono contrari e quando, forse nel 727, Papa Gregorio II ricevette l'ordine di vietare<br />

le icone religiose, si oppose strenuamente, ottenendo l'appoggio di buona parte delle truppe<br />

bizantine nell'Esarcato, che si rivoltarono all'autorità imperiale.<br />

Scoppiò una rivolta anche a Ravenna, nel corso della quale venne ucciso l'esarca Paolo: nel<br />

tentativo di vendicare l'esarca, fu mandata dai Bizantini una flotta a Ravenna, che però non riuscì<br />

nell'intento, subendo anzi una completa disfatta. Venne nominato esarca Eutichio, il quale però a<br />

causa del mancato appoggio dell'esercito, non poté instaurare l'iconoclastia in Italia e fallì anche nel<br />

tentativo di assassinare il Papa. Cercando di approfittare del caos in cui si trovava l'esarcato a causa<br />

della politica iconoclastica dell'Imperatore, i Longobardi condotti dal loro re Liutprando invasero il<br />

territorio bizantino conquistando molte città dell'esarcato e della pentapoli.<br />

Con l'editto del 730 Leone ordinò la distruzione di tutte le icone religiose. Contemporaneamente<br />

convocò un'assemblea a cui impose la promulgazione dell'editto. Di fronte all'insubordinazione del<br />

patriarca Germano, contrario all'iconoclastia e che si rifiutava di promulgare l'editto se non veniva<br />

convocato prima un concilio ecumenico, Leone lo destituì e pose al suo posto un patriarca a lui<br />

fedele, tal Anastasio. Il decreto venne ancora una volta respinto dalla Chiesa di Roma e il nuovo<br />

Papa Gregorio III nel novembre 731 riunì un sinodo apposito per condannarne il comportamento.<br />

Al Concilio parteciparono 93 vescovi e stabilì la scomunica per chi avesse osato distruggere le<br />

icone. Il Papa tentò di persuadere l'Imperatore ad abbandonare la sua politica iconoclastica ma i<br />

suoi vari messi non riuscirono nemmeno a raggiungere Costantinopoli perché arrestati prima di<br />

raggiungerla.<br />

Come contromossa l'imperatore bizantino decise prima di inviare una flotta in Italia per reprimere<br />

ogni resistenza nella penisola, ma questa affondò; successivamente confiscò le proprietà terriere<br />

della Chiesa Romana in Sicilia e Calabria, danneggiandola economicamente; decise inoltre di<br />

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portare la Grecia ed il sud dell'Italia sotto l'egida del Patriarca di Costantinopoli. Tali misure non<br />

ebbero granché effetto e l'esarca non poté comunque applicare il decreto iconoclasta in Italia, anzi<br />

cercò di perseguire una politica conciliante con il Pontefice. L'Italia bizantina si trovava sempre più<br />

in difficoltà: in un anno ignoto (forse nel 732) Ravenna cadde temporaneamente in mano<br />

longobarda e solo con l'aiuto di Venezia che l'esarca poté rientrare nella capitale dell'esarcato. Nel<br />

739/740, poi, Liutprando invase il ducato romano e si impadronì del corridoio umbro che collegava<br />

Roma con Ravenna, e fu solo per l'autorità del Pontefice che poi rinunciò a queste sue conquiste.<br />

L'impero bizantino nel 737.<br />

Leone III nel frattempo rinforzò l'alleanza con i Cazari per utilizzarli contro gli Arabi: a tal fine fece<br />

sposare suo figlio Costantino con una delle figlie del khan cazaro, Irene (733). Nel 740 ottenne una<br />

vittoria sugli Arabi presso Akroinos, un successo che pose temporaneamente fine alle incursioni<br />

annuali degli Infedeli e fu attribuito dall'Imperatore al favore divino dopo l'instaurazione<br />

dell'iconoclastia. Al contrario un terremoto che danneggiò Costantinopoli e dintorni nello stesso<br />

anno fu interpretato dai sostenitori delle icone come un segnale di ira divina per la politica<br />

iconoclastica. L'anno successivo l'Imperatore morì di idropisia, anche questo interpretato dai suoi<br />

oppositori come una punizione divina. Gli succedette sul trono il figlio Costantino V.<br />

Costantino V (741-775)<br />

Costantino V, detto il Copronimo (greco: Κωνσταντίνος Ε΄, Kōnstantinos V; 718 – 14 settembre<br />

775), è stato un imperatore bizantino, appartenente alla dinastia Isauriana, dal 741 fino alla sua<br />

morte<br />

Costantino si attirò talmente tanto odio tra gli iconoduli (veneratori delle immagini) a tal punto che<br />

le fonti iconodule lo definiscono "belva funesta e bruta e assetata di sangue" e "Copronimo" (nome<br />

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di sterco) perché avrebbe defecato sul fonte battesimale al momento del battesimo. Nel 754<br />

Costantino V convocò un concilio a Hieria che approvò l'iconoclastia, ordinando la distruzione a un<br />

sinodo a Hieria condannò esplicitamente il culto delle immagini sacre nelle chiese.<br />

Secondo gli iconoclasti gli adoratori delle immagini cadrebbero nell'eresia perché dipingendo<br />

l'immagine di Cristo rappresenterebbero solo la sua natura umana, cadendo nell'errore dei<br />

Nestoriani; di conseguenza, poiché le due nature di Cristo non possono essere rappresentate insieme<br />

in un'immagine, le immagini sacre vanno distrutte perché eretiche.<br />

Costantino V iniziò quindi a perseguitare apertamente i monaci - considerati un nemico politico -,<br />

confiscando i loro monasteri e costringendoli ad abbandonare la vita monastica minacciando in caso<br />

contrario l'accecamento<br />

Riforma dell'esercito<br />

L'Imperatore apportò importanti migliorie nell'esercito, con l'istituzione dei cosiddetti tagmata,<br />

ovvero reggimenti formati da soldati di professione molto meglio addestrati dei soldati-contadini<br />

dei themata. Questi vennero ufficialmente istituiti nel 760.<br />

Guerre contro i Musulmani<br />

Il califfato islamico attraversava un periodo di guerre civili, al termine delle quali (750) la dinastia<br />

degli Omayyadi venne sostituita da quella degli Abbasidi; il trasferimento della capitale da<br />

Damasco (Siria) a Baghdad, la pressione degli Arabi sui territori bizantini diminuì e in questo modo<br />

l'imperatore poté condurre alcune campagne vittoriose contro di loro.<br />

Nel 746 Costantino V invase la Siria settentrionale, occupando Germanicea, la città dove erano nati<br />

i suoi antenati. Nel 752 conquistò anche Teodosiopoli e Melitene, in Armenia. I prigionieri di<br />

guerra vennero condotti in Tracia per ripopolarla, spopolando la regione di confine tra l'Impero<br />

d'Oriente e quello arabo e permettendo di creare una "terra di nessuno" che potesse impedire al<br />

nemico islamico di avere una base di partenza per eventuali scorrerie nell'Anatolia bizantina.<br />

Anche sul mare Costantino ebbe successo: lo stratego dei Cibirreoti inflisse nel 747 una sconfitta<br />

alla flotta araba proveniente da Alessandria.<br />

Nel 756 il generale arabo Sahil Al-Abbas riuscì a riconquistare le fortezze perdute, mentre nel 757<br />

le truppe arabe alla testa del governatore Abdal-Walhab invasero di nuovo il territorio imperiale, ma<br />

quando penetrarono nella Cappadocia giunse loro la notizia che l'Imperatore Costantino V stava<br />

accorrendo con il suo esercito per scontrarsi con loro; il timore di perdere una battaglia contro un<br />

avversario che già in passato si era dimostrato temibile lo spinse a ritirarsi in territorio arabo. Si<br />

giunse poi una pace tra i due imperi con cui, in cambio della restituzione di alcuni prigionieri, gli<br />

Arabi si impegnarono a non invadere più il territorio bizantino. Nel 763 parte dell'Armenia araba fu<br />

conquistata dai Turchi, alleati di <strong>Bisanzio</strong>.<br />

La perdita dell'esarcato<br />

Mentre regnava Costantino V, l'esarcato bizantino di Ravenna era in grave pericolo, minacciato dal<br />

re dei Longobardi Astolfo. Questi, riorganizzato e rafforzato l'esercito, passò immediatamente<br />

all'offensiva contro i territori italiani ancora soggetti (anche se più di nome che di fatto) all'Impero<br />

bizantino. Nel 750 invase da nord l'Esarcato occupando Comacchio e Ferrara; nell'estate del 751<br />

riuscì a conquistare l'Istria e poi la stessa Ravenna, capitale e simbolo del potere bizantino in Italia.<br />

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storia del Medio Oriente del CTP Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I<br />

materiali sono a cura del Prof. Sergio Bergami. Lezione <strong>VII</strong>I: <strong>Bisanzio</strong> <strong>nei</strong> <strong>secoli</strong> <strong>VII</strong>, <strong>VII</strong>I e <strong>IX</strong><br />

Si insediò nel palazzo dell'esarca, che venne parificato al palazzo regio di Pavia come centro del<br />

regno longobardo.<br />

Costantino V tentò di recuperare l'esarcato con la forza della diplomazia inviando ambasciatori<br />

presso Astolfo nel tentativo di spingerlo a restituire i territori conquistati all'Impero, ma ovviamente<br />

l'ambizioso re longobardo non era disposto a rinunciare alle sue conquiste e ambiva a conquistare<br />

anche Roma, minacciando apertamente il Papa; il Pontefice allora decise di rivolgersi ai Franchi,<br />

all'epoca governati da Pipino il Breve. Il re franco accettò la richiesta di aiuto del pontefice e<br />

discese due volte in Italia (754 e 756), sconfiggendo Astolfo e costringendolo a cedere Esarcato e<br />

Pentapoli al Papa invece che all'Impero. Costantino V ovviamente protestò e inviò due messi presso<br />

il re franco, pregandolo di restituire l'Esarcato al legittimo padrone, ovvero l'Impero d'Oriente; ma<br />

Pipino rispose negativamente, congedando i due ambasciatori.<br />

La caduta del Regno longobardo ad opera di Carlo Magno (774) fece definitivamente tramontare i<br />

progetti bizantini di riconquista della penisola italiana. Adelchi, il figlio dell'ultimo re longobardo,<br />

si rifugiò a Costantinopoli dove ottenne il rango di patrizio e il nome greco di Teodato.<br />

Guerre contro i Bulgari<br />

Costantino V, nel corso del suo regno, condusse ben nove campagne contro i Bulgari, che nel 756<br />

avevano invaso l'Impero. Il casus belli di questa prima invasione bulgara fu la decisione di<br />

Costantino V di costruire nuove fortezze al confine con la Bulgaria, cosa che ovviamente<br />

danneggiava gli interessi dei Bulgari; il khan intimò quindi all'Imperatore di distruggere le nuove<br />

fortezze e al suo rifiuto invase la Tracia bizantina.<br />

Nel 762 venne eletto khan dei Bulgari Teletz, fortemente anti-bizantino, che riprese le ostilità con<br />

l'Impero, invadendo la Tracia bizantina. L'imperatore rispose a quest'irruzione conducendo di<br />

persona un esercito nel territorio nemico; qui il 30 giugno 763 inflisse una pesantissima sconfitta ai<br />

Bulgari. In seguito alla morte di Teletz in una rivolta, la Bulgaria cadde nell'anarchia, e l'Imperatore<br />

cercò di approfittarne intraprendendo due spedizioni contro la Bulgaria, nel 764 e nel 765. La<br />

Bulgaria si risollevò dall'anarchia solo nel 770, quando, con l'ascesa al potere di Telerig, divenne di<br />

nuovo una temibile minaccia. Telerig invase la Macedonia nell'ottobre del 773 ma venne duramente<br />

sconfitto dai Bizantini.<br />

Morì nel 775. Il suo primo figlio gli succedette come Leone IV.<br />

Dopo il breve regno di Leone IV (775-780), il trono fu assunto da Costantino VI (780-797) sotto la<br />

reggenza della madre Irene (797-803). Quest'ultima, devota alle icone, fece convocare un concilio a<br />

Nicea nel 787 che condannò come eretica l'iconoclastia ristabilendo la venerazione, ma non<br />

l'adorazione, delle icone. Nel frattempo, ambiziosa a regnare da sola, tramò da dietro le quinte in<br />

modo da rendere suo figlio impopolare, in modo da poterlo detronizzare con facilità. Nel 797,<br />

infine, con un colpo di stato, lo detronizzò e lo fece assassinare, assumendo da sola il potere. Per la<br />

prima volta, a <strong>Bisanzio</strong>, una Imperatrice regnava non da "Imperatrice consorte" ma da "Imperatrice<br />

regnante", a tal punto che si fece chiamare "Basileus" ("Imperatore") e non "Basilissa"<br />

("Imperatrice"). Nell'800, considerando vacante il trono di Costantinopoli perché retto da una donna<br />

omicida (assassina del figlio), il Papa elesse Imperatore dei Romani il Re dei Franchi e dei<br />

Longobardi Carlo Magno; l'incoronazione venne considerata illegittima da Costantinopoli e Carlo<br />

Magno cercò di risolvere il problema proponendo a Irene di sposarlo in modo da unificare<br />

Occidente e Oriente; tuttavia il piano fallì a causa di un colpo di stato che detronizzò Irene.<br />

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Questo materiale, tratto in parte da Wikipedia, è riservato agli studenti regolarmente iscritti al corso di<br />

storia del Medio Oriente del CTP Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I<br />

materiali sono a cura del Prof. Sergio Bergami. Lezione <strong>VII</strong>I: <strong>Bisanzio</strong> <strong>nei</strong> <strong>secoli</strong> <strong>VII</strong>, <strong>VII</strong>I e <strong>IX</strong><br />

I Balcani nell'anno 800.<br />

Assunse il trono Niceforo I (803-811), il quale, nel tentativo di porre rimedio alle riforme fiscali di<br />

Irene che avevano danneggiato il bilancio dello stato, cercò di risanarlo alzando le tasse. I<br />

provvedimenti fiscali di Niceforo gli attirarono una certa impopolarità specialmente tra il ceto<br />

monastico. Durante il regno di Niceforo, <strong>Bisanzio</strong> iniziò a recuperare il controllo della Grecia<br />

slavizzata, ma subì una catastrofica sconfitta contro i Bulgari nel 811 a causa di un'imboscata nella<br />

quale finì ucciso lo stesso Imperatore. La capitale sembrò a questo punto in pericolo a causa della<br />

minaccia bulgara, ma i suoi successori riuscirono a stabilizzare la situazione, salvando l'Impero dai<br />

Bulgari.<br />

Nel frattempo, sotto Leone V l'Armeno (813-820) e i suoi successori appartenenti alla dinastia<br />

amoriana - Michele II (820-829) e Teofilo (829-842) - fu ripristinata l'iconoclastia per la seconda e<br />

l'ultima volta (815). Già nel 843 essa venne di nuovo abolita per intervento della moglie di Teofilo e<br />

madre di Michele III (843-867), Teodora, che fece convocare un nuovo sinodo che condannò per la<br />

seconda e ultima volta l'iconoclastia.<br />

Michele III<br />

Michele III, detto l'Ubriacone (19 gennaio 840 – 25 settembre 867), è stato un imperatore bizantino<br />

dal 29 gennaio 842 fino alla sua morte..<br />

Figlio di Teofilo, della dinastia Amoriana, e di Teodora nacque nell'840 e successe al padre nel 842<br />

a soli 2 anni sotto la reggenza della madre.<br />

Durante la minore ètà di Michele, l'impero fu governato dalla madre Teodora. Il fratello di Teodora,<br />

Bardas (816 - 866) guadagnò l'appoggio di Michele III e della corte, ottenne dall'imperatore la<br />

nomina a cesare nel novembre 855. Con l'aiuto di Bardas, Michele rovesciò la reggenza di Teodora<br />

il 15 marzo 856, relegò la madre e le zie in un monastero, mentre Teoctisto veniva ucciso.<br />

Michele nominò cesare Bardas e gli affidò il comando delle spedizioni militari contro gli Arabi e i<br />

Bulgari. Nello stesso 856 iniziarono le prime campagne contro gli Arabi in oriente, dove furono<br />

ripetutamente sconfitti e nel 858 persero quasi tutti i territori conquistati. Bardas non tradì le<br />

speranze di Michele anche <strong>nei</strong> confronti dei Bulgari con i quali fu raggiunta una vantaggiosa<br />

alleanza e i due stati si impegnarono a non attaccarsi a vicenda.<br />

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storia del Medio Oriente del CTP Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I<br />

materiali sono a cura del Prof. Sergio Bergami. Lezione <strong>VII</strong>I: <strong>Bisanzio</strong> <strong>nei</strong> <strong>secoli</strong> <strong>VII</strong>, <strong>VII</strong>I e <strong>IX</strong><br />

Relazioni con la chiesa<br />

Michele non rinunciò al tradizionale "cesaropapismo" dei suoi predecessori e volle comandare la<br />

chiesa e il patriarca bizantino. Durante il suo regno avvenne uno scontro, rimasto famoso, con Papa<br />

Niccolò I, scaturito dalla deposizione di Ignazio. Ignazio, patriarca dal 846, accusò nel 858 Bardas,<br />

zio di Michele, di incesto e gli impedì di entrare in chiesa durante un ricevimento, poiché Bardas e<br />

Michele non andavano mai in chiesa eccetto quando dovevano accogliere qualcuno.<br />

Quando lo venne a sapere, Michele diventò furibondo chiedendosi come si fosse permesso il vile<br />

patriarca di agire in mancanza della sua approvazione. Fece quindi deporre senza processo Ignazio e<br />

lo sostituì con Fozio (820 - 897) che riteneva ligio alla sua volontà.<br />

Il patriarca Fozio chiese il permesso di evangelizzare i Bulgari e Michele lo concesse, a patto che<br />

non si verificassero opposizioni tra la popolazione.<br />

Economia di <strong>Bisanzio</strong><br />

L'economia bizantina fu tra le più avanzate in Europa e nel Mediterraneo per molti <strong>secoli</strong>. L'Europa,<br />

in particolare, non fu in grado di competere con la potenza economica bizantina fino al tardo<br />

Medioevo. Costantinopoli era un importante centro di una rete commerciale che in varie epoche si<br />

estendeva lungo pressappoco tutta l'Eurasia e il Nord Africa; inoltre era il primario capolinea<br />

occidentale della celebre via della seta. Vari studiosi sostengono che, fino all'arrivo degli Arabi nel<br />

<strong>VII</strong> secolo, l'Impero aveva l'economia più prospera del mondo. Le conquiste arabe, tuttavia,<br />

avrebbero portato a un sostanziale capovolgimento di fortune contribuendo a un periodo di declino<br />

e stagnazione. Le riforme di Costantino V (c. 765) segnarono l'inizio di una ripresa che si protrasse<br />

fino al 1204.<br />

Una delle fondamenta economiche dell'Impero era il commercio. I tessuti devono essere stati di<br />

gran lunga le più importanti merci di esportazione; la seta era certamente importata in Egitto, oltre<br />

che in Bulgaria, e in Occidente. Lo stato controllava strettamente sia il commercio interno che<br />

quello con altre nazioni, e mantenne il monopolio della coniazione di monete. Il governo esercitava<br />

un controllo formale dei tassi di interesse, e fissava i parametri per le attività delle corporazioni, per<br />

le quali avevano un particolare interesse. L'Imperatore e i suoi ufficiali intervenivano a volte nelle<br />

crisi per assicurare l'approvvigionamento alla capitale, e a tenere basso il prezzo dei cereali. Inoltre<br />

il governo spesso raccoglieva parte del surplus tramite le tasse, e lo rimetteva in circolazione,<br />

tramite ridistribuzione in forma di salari agli ufficiali di stato, o investendo in opere pubbliche.<br />

Governo e burocrazia<br />

Nello stato bizantino, l'Imperatore era un monarca assoluto, la cui autorità veniva considerata di<br />

origine divina. Il Senato cessò di avere una reale autorità politica e legislativa ma rimase come un<br />

concilio onorario con membri titolari. Dalla fine dell'ottavo secolo, un'amministrazione civile<br />

centrata sulla corte fu formata come parte di un consolidamento a larga-scala del potere nella<br />

capitale. La riforma più importante di questo periodo è l'istituzione dei temi (themata), in cui<br />

l'amministrazione civile e militare è esercitata da una sola persona, lo strategos.<br />

Nonostante l'occasionale uso derogatorio del termine "bizantino", la burocrazia bizantina in realtà<br />

mostrò nel corso dei <strong>secoli</strong> una grossa abilità a riadattarsi alla situazione dell'Impero. Il sistema di<br />

titolatura e precedenza bizantino rende l'amministrazione imperiale una burocrazia ordinata ai<br />

moderni osservatori. Gli ufficiali erano disposti in ordine rigoroso intorno all'Imperatore, e<br />

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storia del Medio Oriente del CTP Petrarca di Padova. E’ strettamente personale e non riproducibile. I<br />

materiali sono a cura del Prof. Sergio Bergami. Lezione <strong>VII</strong>I: <strong>Bisanzio</strong> <strong>nei</strong> <strong>secoli</strong> <strong>VII</strong>, <strong>VII</strong>I e <strong>IX</strong><br />

dipendevano dalla volontà imperiale per il loro rango. Nel <strong>VII</strong>I e <strong>IX</strong> secolo, il servizio civile<br />

costituiva il percorso privilegiato per gli individui di rango aristocratico, ma, a partire dal <strong>IX</strong> secolo,<br />

l'aristocrazia civile dovette subire la rivalità con l'aristocrazia nobiliare.<br />

I BULGARI<br />

I moderni bulgari sono discendenti dei Bulgari (stirpe uralo-altaica, detti anche proto-bulgari),<br />

ovvero il popolo che viveva lungo il fiume Bolga, in seguito diventato Volga. Questo popolo era<br />

migrato dall'Asia centrale fino alle steppe del nord del Caucaso durante il II secolo e si era stabilito<br />

definitivamente <strong>nei</strong> Balcani, verso il <strong>VII</strong> secolo, dove si era unito ad alcune tribù slave. Nel 681 fu<br />

fondato il Primo Impero Bulgaro grazie al capo Asparuh. Anche i popoli indigeni dei Traci e dei<br />

Daci-Geti, che erano vissuti nel territorio dell'odierna Bulgaria prima dell'invasione degli Slavi,<br />

contribuirono alla formazione del gruppo etnico bulgaro. La loro antica lingua era già estinta prima<br />

dell'arrivo degli Slavi e la loro influenza culturale fu ridotta a causa di ripetute invasioni di barbari<br />

<strong>nei</strong> Balcani durante il primo Medioevo. Essi, al pari di altre popolazioni uralo-altaiche, erano<br />

abilissimi cavalieri, dotati di una forte compagine militare.<br />

I Bulgari si erano alleati all'imperatore bizantino Costante II, che ne aveva consentito l'insediamento<br />

nelle regioni storiche della Romania della Bessarabia e della Dobrugia con lo status di confederati.<br />

Ma la loro aggressività li trasformò presto in una minaccia per <strong>Bisanzio</strong>: l'imperatore Niceforo I di<br />

<strong>Bisanzio</strong> venne da essi catturato e brutalmente giustiziato (811). Da allora i Bulgari conquistarono<br />

la zona balcanica dell'attuale Bulgaria assoggettando tutte le popolazioni slave o slavizzate che lì<br />

risiedevano.<br />

I metodi di riconoscimento attraverso il DNA dimostrano che i Bulgari sono strettamente correlati<br />

ai gruppi etnici dei Macedoni, dei Greci e dei Rumeni, più che alle popolazioni europee che<br />

vivevano sulle coste del mar Mediterraneo[1]. Gli antropologi dichiarano che i Bulgari hanno<br />

caratteristiche tipiche dei gruppi etnici del sud Europa con influenze di minore forza di altri gruppi<br />

etnici[2]. Fra questi si possono menzionare i Cumani, i Peceneghi, i Blachi, i Tatari e gli Avari.<br />

Tutti questi, eccetto una piccola parte di Valacchi e di Tatari, sono stati interamente assimilati in un<br />

unico gruppo e non sono più considerati gruppi etnici a sé stanti. I Cumani sono considerati anche i<br />

principali antenati dei Gagauzi. Altre minoranze etniche in Bulgaria includono i Turchi, gli Armeni,<br />

i Rom e i Greci. Sebbene abbiano preservato la loro identità culturale, queste minoranze vengono<br />

lentamente assimilate al gruppo etnico bulgaro, processo reso possibile anche dai numerosi<br />

matrimoni tra esponenti di etnie diverse, come quelli tra Greci, Armeni e Bulgari.<br />

I Bulgari sono linguisticamente correlati ai moderni Macedoni; entrambi i linguaggi, infatti, sono<br />

mutuamente comprensibili. Inoltre, prima del XX secolo, gli odierni macedoni erano riconosciuti<br />

come parte integrante del gruppo etnico bulgaro e molti di loro, tutt'oggi si identificano in quel<br />

gruppo etnico.<br />

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