14.06.2013 Views

Ipertesto B – Fascismo e identità di genere - Sei

Ipertesto B – Fascismo e identità di genere - Sei

Ipertesto B – Fascismo e identità di genere - Sei

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

IperTeSTo<br />

UNITÀ V<br />

IL FASCISMO IN ITALIA<br />

6 Un’impiegata al lavoro<br />

alle poste durante il<br />

periodo fascista.<br />

Benché Mussolini non<br />

vedesse con favore<br />

l’occupazione delle<br />

donne, <strong>di</strong>versi<br />

industriali preferirono<br />

avvalersi <strong>di</strong><br />

manodopera<br />

femminile, perché il<br />

loro salario era più<br />

basso rispetto a quello<br />

degli uomini.<br />

F.M. Feltri, Chiaroscuro <strong>–</strong> Nuova e<strong>di</strong>zione © SEI, 2012<br />

Riferimenti storiografici<br />

1<br />

Donna e famiglia nell’ideologia fascista<br />

Uno dei tratti più tipici del fascismo fu il rifiuto del principio egualitario. Pertanto, anche se la politicizzazione<br />

della componente femminile della popolazione (soprattutto a livello giovanile) spingeva<br />

<strong>di</strong> fatto in altre e più moderne <strong>di</strong>rezioni, l’orientamento prevalente fu quello che insisteva sulla supremazia<br />

maschile.<br />

L’or<strong>di</strong>ne e la <strong>di</strong>sciplina che devono regnare<br />

nella società sono il riflesso speculare della soli<strong>di</strong>tà<br />

granitica assicurata al nucleo familiare.<br />

Fuori dalla famiglia se non è solo il regno del<br />

gaudente e del libertino, quantomeno è il<br />

campo d’azione <strong>di</strong> quel tale in<strong>di</strong>viduo, il celibe,<br />

che «non sente la vita come missione e responsabilità,<br />

bensì come speculazione e avventura».<br />

Con tono minaccioso vi era chi affermava<br />

che intorno ai celibi e alle nubili il<br />

«cerchio» si stava stringendo. La famiglia si<br />

presentava dunque come un potentissimo<br />

stabilizzatore sociale. Fuori da quelle mura, anche<br />

quando non imperava il vizio, c’era la mutabilità<br />

e l’irregolarità <strong>di</strong> fenomeni da cui, in<br />

qualche modo, avrebbero potuto scaturire<br />

scintille incontrollabili. E non era neppure ben<br />

chiaro se l’in<strong>di</strong>viduo non incar<strong>di</strong>nato nella famiglia<br />

fosse ancora pienamente un citta<strong>di</strong>no.<br />

Il singolo doveva necessariamente essere un probo lavoratore e un buon padre; gli uomini e le<br />

donne isolati non potevano costituire le cellule autentiche della società. Insomma, l’asse sociale<br />

passava attraverso la famiglia e sul capo <strong>di</strong> chi non si faceva trovare a quell’appuntamento si<br />

addensava una non trascurabile deminutio [<strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> prestigio e <strong>di</strong> ruolo sociale, n.d.r.]. Possiamo<br />

ben <strong>di</strong>re, allora, che anche osservata attraverso lo spiraglio della famiglia, la società fascista<br />

si presentava con i suoi inconfon<strong>di</strong>bili tratti <strong>di</strong> immobilità e <strong>di</strong> controllo dall’alto.<br />

Con un passo abbiamo scavalcato un primo fondamentale aspetto <strong>di</strong> questo tratto dell’ideologia<br />

fascista. Un secondo salto ci porta nel mezzo del problema della donna, dove le<br />

perturbazioni e le variabilità incominciano a farsi più sensibili. […] Il ritratto della donna che<br />

prende forma sotto i colpi <strong>di</strong> penna <strong>di</strong> talune giornaliste fasciste ci presenta infatti una donna<br />

attiva, cui deve pur toccare «qualche officio sociale». Le donne <strong>di</strong> cui talvolta si reclama la<br />

presenza sono quelle che non stanno solo intorno al focolare. Occorrono donne, si osa <strong>di</strong>re,<br />

«che sappiano anche guardare più lontano rispetto al cerchio della famiglia e ammirare l’ampio<br />

orizzonte della patria». Contro le donne agnostiche [prive <strong>di</strong> fede nel fascismo, n.d.r.],<br />

contro la loro asocialità e apoliticità: talvolta ricorrono parole d’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> questo <strong>genere</strong>. È<br />

<strong>di</strong>fficile trattenersi dall’etichettare questa vena come una sorta <strong>di</strong> femminismo fascista; tanto<br />

più nel momento in cui accade che la esecrata espressione venga aggirata ma, sostanzialmente,<br />

non rigettata quando si parla <strong>di</strong> un femminismo vero, <strong>di</strong> un femminismo sano <strong>di</strong><br />

fronte al quale il fascismo non deve ritrarsi inorri<strong>di</strong>to. La formula era edulcorata nell’espressione<br />

irredentismo spirituale della donna, ma la sostanza era a un <strong>di</strong> presso la medesima e<br />

dava energie ad un vigoroso contrattacco in campo avverso, come allorché si affermava che<br />

le donne non potevano essere solo un oggetto passivo o come quando, cosa inau<strong>di</strong>ta, si<br />

poneva all’or<strong>di</strong>ne del giorno della volontà riformatrice del fascismo il problema maschile.<br />

Placato il primo stupore, sarà opportuno intendere queste intonazioni così poco conformi<br />

ai presupposti del regime come un effetto della profonda opera <strong>di</strong> attivazione politica cui<br />

venne sottoposta la società italiana da parte del fascismo <strong>–</strong> in particolare nella prima metà<br />

della sua parabola. Diamo pure per scontato che certe tematiche, soprattutto dopo lo scuotimento<br />

bellico, fossero nell’aria, ma un’idea della politica <strong>–</strong> come quella fascista <strong>–</strong> che soffiava<br />

inesausta su tutti i territori della società e che sembrava dovesse rivoltare dal più<br />

profondo se<strong>di</strong>mentazioni, consuetu<strong>di</strong>ni e pigrizie mentali, non è dubbio che dovesse investire<br />

anche certi settori femminili, attizzando l’idea che, anche per quanto riguardava la con<strong>di</strong>zione<br />

della donna, si fosse giunti sul punto <strong>di</strong> una svolta decisiva. C’era, al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong> que-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!