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Ipertesto B – Fascismo e identità di genere - Sei

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IperTeSTo<br />

UNITÀ V<br />

2<br />

IL FASCISMO IN ITALIA<br />

➔Recupero<br />

del modello borghese<br />

e cattolico<br />

Cartolina<br />

propagan<strong>di</strong>stica che<br />

mostra un soldato<br />

italiano teneramente<br />

abbracciato a una<br />

giovane ragazza.<br />

F.M. Feltri, Chiaroscuro <strong>–</strong> Nuova e<strong>di</strong>zione © SEI, 2012<br />

Lo squadrismo fascista ere<strong>di</strong>tò tutti questi elementi: da un lato, infatti, trasferì alla politica<br />

del tempo <strong>di</strong> pace meto<strong>di</strong> violenti e strategie tipiche del tempo <strong>di</strong> guerra, riproponendo<br />

l’immagine dell’eroe che aggre<strong>di</strong>sce ed elimina l’avversario; dall’altro, esaltò un tipo<br />

d’uomo che si considerava superiore anche ai valori e alla moralità borghese. Non a caso,<br />

riprendendo le polemiche espressioni <strong>di</strong> Marinetti (che in un testo del 1910 aveva chiamato<br />

la famiglia «soffocatoio delle energie vitali»), il movimento fascista della prima ora<br />

esaltava il libero amore, <strong>di</strong>sprezzava il matrimonio e si proclamava favorevole all’introduzione<br />

del <strong>di</strong>vorzio nella legislazione italiana.<br />

Libertà sessuale per i dominatori<br />

Una volta conquistato il potere, Mussolini iniziò ben presto a imbrigliare e frenare tutte<br />

le spinte eversive e gli elementi trasgressivi che avevano caratterizzato il movimento fascista<br />

dei primi anni Venti. Nel campo delle relazioni sessuali, ciò volle <strong>di</strong>re l’abbandono <strong>di</strong><br />

ogni comportamento che apparisse in contrasto con il rispettabile modello borghese e con<br />

la tra<strong>di</strong>zionale morale cristiana. In primo luogo, fu abbandonata ogni polemica nei confronti<br />

della famiglia e del matrimonio; mentre all’inizio degli anni Venti era normale celebrare<br />

le imprese erotiche dello squadrista, sul finire del decennio si mise l’accento soprattutto<br />

sul fatto che il fascista ideale doveva essere anche marito e padre, oltre che soldato<br />

de<strong>di</strong>to alla causa nazionale. Non era affatto escluso, da Mussolini<br />

e dagli altri fascisti, che il maschio potesse avere relazioni<br />

extraconiugali; esse, tuttavia, dovevano avvenire nella<br />

più assoluta <strong>di</strong>screzione, oppure compiersi all’interno delle<br />

case chiuse, nelle quali vennero concentrate tutte le prostitute.<br />

Solo del Duce e <strong>di</strong> pochi altri gerarchi la stampa continuò<br />

a descrivere per <strong>di</strong>verso tempo, senza alcun imbarazzo,<br />

l’estrema libertà sessuale. Anche in questo ambito, si lasciava<br />

intendere, il capo del fascismo è una figura <strong>di</strong>versa<br />

dai comuni mortali, sicché il suo comportamento può superare<br />

quello previsto per le masse dalla morale corrente.<br />

«Chi doveva rispondere <strong>di</strong> sé solo <strong>di</strong> fronte alla storia,<br />

chi era legibus solutus [signore assoluto, perché libero<br />

dall’obbligo <strong>di</strong> rispettare le leggi e le regole che ponessero<br />

un limite al suo potere] nella gestione della cosa<br />

pubblica, non poteva non esserlo anche rispetto ai modelli<br />

<strong>di</strong> comportamento correnti. In questo modo, per successive<br />

approssimazioni, la libertà sessuale <strong>di</strong>veniva non<br />

solo un attributo, ma ad<strong>di</strong>rittura uno dei segni <strong>di</strong>stintivi<br />

del potere» (p.G. Zunino).<br />

La propaganda fascista aprì questa libertà sessuale a tutti<br />

i dominatori <strong>–</strong> cioè, in sostanza, a tutti i maschi italiani<br />

<strong>–</strong> in occasione della campagna <strong>di</strong> etiopia (1935-<br />

1936). Da moltissime riviste, l’etiopia venne descritta come una specie <strong>di</strong> para<strong>di</strong>so sessuale,<br />

o meglio come un luogo in cui il maschio italiano avrebbe potuto facilmente appagare<br />

tutti i propri desideri erotici. Le donne africane furono spesso raffigurate a seno<br />

nudo, segno eloquente <strong>di</strong> una straor<strong>di</strong>naria <strong>di</strong>sponibilità a concedersi al conquistatore.<br />

Questo iniziale orientamento della propaganda fascista denota un razzismo e un<br />

maschilismo formidabili (la donna etiope non era una persona: era sempre e solo un<br />

oggetto, una merce, una preda); ben presto, però, il regime si rese conto dei pericoli<br />

<strong>di</strong> una simile impostazione e decise <strong>di</strong> cambiare completamente linea. A partire<br />

dal 1938, pertanto, furono vietati i matrimoni misti, mentre ogni forma <strong>di</strong> unione fra<br />

europei ed etiopi fu rifiutata, scre<strong>di</strong>tata e <strong>di</strong>sprezzata come contraria all’onore e alla<br />

purezza della razza italiana.

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