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gennaio - Accademia dei Concordi

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Volendo seguire il metodo “positivo” ghirardiniano (e carducciano), vediamo<br />

subito alcune puntuali esemplificazioni.<br />

Ne La spiega è dichiarato 39 :<br />

«… popoli di antichissime civiltà mediterranee si erano affacciati in remoti tempi alle<br />

paludi adriane penetrando nella terra virida di selve, i Focesi dell’Asia Minore si erano vantati<br />

di avere scoperto il litorale adriano, mercanti greci vi avevano trafficato e la poesia ellenica<br />

aveva già favoleggiato che nell’estremo occidente, quando Fetonte abbandonò li freni [Dante,<br />

Inf., XVII, 107; il verso dantesco inizia con «quando» ed è, correttamente, in corsivo nel<br />

testo del Ghirardini: vd. più avanti] precipitando nell’Eridano, le sorelle di lui, tramutate in<br />

pioppi, stemperavansi in lagrime che il sole, consolidando, tramutava in ambra. (…) Preziosa<br />

documentazione, invero, la favola, del traffico dell’ambra che fecesi in lontano tempo da<br />

mercanti forestieri sul litorale di Adria da dove essa fu importata nell’interno del continente.<br />

Troviamo, infatti, l’ambra applicata a profusione in tutti i gruppi paleoveneti, negli ornamenti<br />

personali, come fibule, monili, pendagli, eccetera. (…) Noi, tuttavia, nonostante ogni<br />

errabondaggio od invasione, vogliamo ritenere, con l’appoggio di indagatori amorevoli che,<br />

attraverso il materiale archeologico conservato specialmente nel Museo di Adria, si scorga a<br />

sufficienza netto il carattere etnico della gente polesana che fu veneta, di quei Veneti, ramo<br />

dell’antichissima stirpe illirica, che occuparono il territorio a nord-est dell’Italia intercluso tra<br />

le Alpi, il corso superiore dell’Adige, l’inferiore del Po ed il mare (…)».<br />

Ecco la precisa corrispondenza in Ghirardini 40 :<br />

«I Focesi dell’Asia Minore si davano vanto d’aver scoperto il litorale adriano; la poesia<br />

ellenica favoleggiava, che nell’estremo occidente, quando Fetonte abbandonò li freni,<br />

precipitando nell’Eridano, le sorelle di lui tramutate in pioppi stemperavansi in lagrime, che<br />

il sole consolidando cangiava in ambra. Prezioso indizio questo del traffico dell’ambra, che<br />

fecesi assai di buon’ora fra mercadanti forestieri e il litorale d’Adria, donde l’ambra dovette<br />

essere poi importata nell’interno del continente. In tutti i gruppi paleoveneti infatti troviamo<br />

l’ambra applicata a profusione agli ornamenti della persona: fibule, monili, pendagli».<br />

E, poco prima, il Ghirardini aveva detto 41 :<br />

«Nella ripetuta disamina del materiale archeologico conservato in questo museo [di<br />

Adria], nello studio di taluni elementi, rimasti finora presso che inavvertiti ai cultori delle<br />

antichità paleoitaliche, mi parve di scorgere bastantemente netto il carattere etnico della gente,<br />

che fin da remotissima età pose sede su questi lidi. Questa gente furono i Veneti: un ramo<br />

dell’antichissima stirpe illirica, che occupò il territorio a nord-est dell’Italia intercluso fra le<br />

Alpi, il corso superiore dell’Adige, l’inferiore del Po ed il mare».<br />

Nella nota storica posposta a Tra l’Àdese e ’l Po riscontriamo queste<br />

espressioni 42 :<br />

39 PIVA 2000, pp. 6-7.<br />

40 GHIRARDINI 1905, p. 21.<br />

41 GHIRARDINI 1905, p. 14.<br />

42 PIVA 2000, pp. 29-30.<br />

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