14.06.2013 Views

gennaio - Accademia dei Concordi

gennaio - Accademia dei Concordi

gennaio - Accademia dei Concordi

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

urbanistiche del suo periodo. Nei riguardi <strong>dei</strong> centri storici negli anni ‘30 del ‘900<br />

vigeva una concezione che prevedeva la demolizione del tessuto urbano minore con<br />

lo scopo di “liberare” i monumenti più maestosi.<br />

Questa scelta culturale aveva origine dagli sventramenti della Parigi medioevale<br />

ad opera del Barone Haussmann. In quell’epoca il desiderio di dare nuova veste<br />

alla città capitale si aggiungevano le necessità di controllo dell’ordine pubblico<br />

facilitato da vie larghe, chiare e non labirintiche. Qualcuno ha parlato della necessità<br />

di garantire la visione per il tiro di fucile al fine di controllare le sommosse di<br />

piazza. Gli interventi del Barone Haussmann erano infatti successivi ai noti moti di<br />

piazza del ‘48 durante i quali l’intrico delle vie della città gotica aveva gravemente<br />

compromesso l’efficacia bonificatrice della gendarmeria.<br />

Lo stesso Le Corbusier negli anni 30 presentò un progetto per Parigi che verrà<br />

chiamato Plan Voisin nel quale egli propose la distruzione della città storica per<br />

salvare solo i monumenti più importanti e costruire al posto della città antica<br />

giganteschi grattacieli a forma di croce, i grattacieli cartesiani, che noi ora potremo<br />

anche leggere come uno sterminato camposanto a memoria di quanto egli aveva<br />

proposto di abbattere. La volontà di riconoscere solo una storia maggiore, quella <strong>dei</strong><br />

monumenti, e di realizzare la città moderna sulle macerie di quella del popolino è<br />

sposata anche dal Puglisi Allegra ma non trova al giorno d’oggi, e fortunatamente,<br />

più credito nella moderna concezione della salvaguardia del centro storico. Esso è<br />

ormai comunemente valutato come una preziosa continuità tra tessuto minore ed<br />

emergente e si è formata chiara l’opinione che l’organismo città, alla stregua del<br />

corpo umano, non può sopravvivere solo con gli organi vitali bensì ha necessità di<br />

conservare il più possibile il tessuto connettivo di muscoli, grasso, epidermide, ecc.<br />

Questa consapevolezza, forse in forma inconscia, sembra essere appartenuta anche<br />

alla nostra città che non ritenne di doversi privare del suo patrimonio di edilizia<br />

minore sia in ragione <strong>dei</strong> formidabili costi sociali ed economici che gli espropri e<br />

le demolizioni avrebbero comportato sia perchè ha inteso difendere ciò che ancora<br />

restava della sua identità storica.<br />

Non è pensabile che il processo innescato negli anni del fascismo possa essere<br />

rivisto, riaprendo, ad esempio, l’alveo dell’Adigetto. Nel bene e nel male molti degli<br />

interventi di quel periodo hanno dato origine a parti che la città ha saputo utilizzare<br />

e alle quali è stata data nuova identità. E’ certo che proprio l’intervento del Corso<br />

Littorio ha prodotto un problema urbano che l’attuale Corso del Popolo non ha<br />

certamente risolto.<br />

Il gruppo di professionisti che hanno operato in Rovigo in quegli anni hanno dato<br />

testimonianza di un alto livello professionale aggiungendo nuove qualità all’identità<br />

originaria di Rovigo.<br />

L’Amministrazione che operò attraverso la “Commissione di Ornato” pure nelle<br />

limitatezze di un giudizio sui manufatti che poteva essere solo estetico seppe<br />

mantenere il livello del decoro architettonico alto e comunque adeguato ad un centro<br />

- 20 -

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!