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gennaio - Accademia dei Concordi

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La visita agli ambienti di rappresentanza della Camera di Commercio non consente<br />

di trovare alcun riscontro con questo costoso arredamento né è dato di sapere se la<br />

scelta di acquistare mobili più sobri e meno impegnativi sia stata motivata dalle<br />

scarse disponibilità economiche dell’ente camerale o da un consapevole giudizio<br />

sulla obiettiva farraginosità del mobili della ditta Salvatori di Bologna.<br />

Le Poste Centrali<br />

Sotto la spinta di una nuova identità nazionale tesa ad omologare le varie realtà<br />

regionali, il regime fascista operò nelle città italiane con interventi di edilizia<br />

pubblica che avevano lo scopo di rendere riconoscibili le istituzioni e gli enti di<br />

emanazione dello stato centrale. Nel 1930 anche Rovigo ha il suo nuovo edificio<br />

delle Poste Centrali collocato lungo l’Adigetto all’angolo di via Caffaratti (foto 12a)<br />

Anche questo edificio, di cui non si conosce il progettista, è organizzato secondo un<br />

asse di simmetria giocato sull’angolo. I meteriali sono pregiati, colonne monolitiche<br />

e rivestimento a grandi fasce<br />

bugnate in botticino, la stessa<br />

pietra che era stata adoperata<br />

per l’Altare della Patria a<br />

Roma, per il rivestimento della<br />

Casa del Fascio a Como e per<br />

altri edifici coevi. Non si tratta<br />

di un’architettura particolarmente<br />

significativa; negli stessi anni<br />

a Napoli Giuseppe Vaccaro<br />

realizzerà l’edificio delle Poste<br />

Centrali la cui modernità desta<br />

tuttora stupore e ammirazione<br />

(foto 12b). Peraltro, dello stesso<br />

Vaccaro la nostra città può vantare il progetto della torre dell’acquedotto, che fu<br />

realizzata leggermente difforme dai disegni originali. Manca infatti il percorso<br />

spiraliforme di salita al serbatoio idrico. Ciò nonostante l’imponente edificio<br />

mantiene una sua caratterizzazione formale, un’identità che non è più riscontrabile<br />

nelle anonime torri a fungo che sorgeranno in provincia un po’ ovunque.<br />

Le grandi trasformazioni degli anni ‘30<br />

Gli anni ‘30 del secolo scorso sono i più significativi sotto il profilo delle modifiche<br />

all’immagine di Rovigo. Durante questo periodo hanno luogo l’interramento<br />

dell’Adigetto, l’abbattimento della spina edilizia di via Angeli con la chiesa di san<br />

Rocco, la costruzione di palazzo INA, la distruzione pressoché totale del ghetto<br />

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