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gennaio - Accademia dei Concordi

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ealizzato a firma dell’Ing. Rietti prevedeva una sala rettangolare sostenuta da una<br />

struttura in acciaio, forse con colonne in ghisa che lo assimila a molte costruzioni<br />

coeve destinate per lo più a mercati coperti così come è ancor oggi possibile ritrovare<br />

a Modena, Firenze e in altre città soprattutto francesi. Gli elaborati di progetto sono<br />

disegnati in originale su carta pesante di grosso spessore, acquerellati con cura e<br />

corredati di relazioni e computi di stima trascritti a mano in bella calligrafia (foto<br />

10a).<br />

Il secondo studio a firma degli ingegneri Silvestri e Pavarin, delinea per la prima<br />

volta l’idea di una grande sala girata a volta (foto 10b) in vetro con i lati corti<br />

conclusi da mezze calotte emisferiche. La copertura translucida (foto 11) poggia<br />

su un muro/architrave sostenuto<br />

da colonne di stile tuscano. Il<br />

progetto definitivo aumenta la<br />

superficie in pianta del rettangolo<br />

di base che viene coperto dalla ben<br />

nota volta a botte con costoloni<br />

semicircolari intercalati da traversi<br />

orizzontali che realizzano una<br />

sorta di cassettonato trasparente e<br />

luminoso. E’ questo l’atto finale di<br />

smaterializzazione dell’architettura<br />

antica che, ancora presente nella<br />

parte basamentale di colonne, archi e cortina muraria di ripartizione, diviene la volta<br />

trasparente di uno spazio basilicale dissolto dalla trasparenza <strong>dei</strong> nuovi materiali del<br />

XX secolo: il vetro retinato, la carpenteria in legno lamellare, i controventi in ferro<br />

trafilato. L’impiantistica fa riferimento alle nuove tecnologie dell’air poussé, cioè<br />

del riscaldamento ad aria che, provenendo da una adeguata rete di canalizzazioni<br />

poste sotto il piano del pavimento, si espande nell’ambiente attraverso griglie in<br />

ghisa posizionate in corrispondenza delle arcate del porticato perimetrale.<br />

Le parti murarie, colonne, archi e decorazioni sono nella nuova pietra artificiale che<br />

prende il nome dell’antico cemento pozzolanico. Il pavimento, che vuole richiamare<br />

l’uso del mosaico romano, è realizzato in gres ceramico posato a disegno.<br />

Il carteggio di corrispondenza tra i progettisti e gli esecutori richiama spesso i<br />

normali problemi che insorgono tra chi ha il compito dell’ideazione delle opere<br />

e chi ha quello di realizzarle; problemi di ordine economico ma anche di tempi di<br />

esecuzione e di approvigionamento <strong>dei</strong> materiali.<br />

Un faldone conserva anche le offerte delle ditte artigiane per l’ammobigliamento<br />

della nuova sede. La ditta Salvatori di Bologna offriva i suoi arredi artistici: opere di<br />

intagliatori e ebanisti di grande capacità esecutiva ma di scarsa conoscenza storico<br />

critica. Vi sono modelli di stile romano/pompeiano o arredi di stile rinascimento<br />

che non trovano alcun riscontro nel mobilio storico cui gli stili fanno riferimento.<br />

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