gennaio - Accademia dei Concordi
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Ma ritorniamo agli edifici isolati, alle ville <strong>dei</strong> primi anni del 1900 che, mai cosi’<br />
esplicitamente come in quest’epoca in cui per essere nella società bisognava mettersi<br />
in maschera, tradiscono senza imbarazzo le predilezioni formali <strong>dei</strong> progettisti e <strong>dei</strong><br />
committenti.<br />
E’ il caso dell’Albergo Bologna (ora Hôtel Regina Margherita) (foto 4) che prende<br />
spunto nel basamento da motivi classicheggianti quali gli stipiti bugnati delle aperture<br />
del piano terra e l’ingresso a forma di finestra termale, propria dell’edilizia religiosa,<br />
per passare a maggior leggerezza al primo piano con i balconcini in ferro battuto<br />
baroccheggianti e al 2° piano con la fascia decorata di ascendenza nord europea con<br />
la finestra serliana al centro.<br />
E’ questa una storia dell’arte che docilmente si presta ad essere saccheggiata,<br />
tagliata a pezzi e ricomposta secondo patterns piacevoli e pittoreschi. Vale per<br />
queste realizzazioni il non dichiarato concetto che lo straordinario serbatoio di<br />
forme che il tempo ci ha consegnato contiene in sé tutte le espressioni formali<br />
possibili per raccontare con efficacia le funzioni accolte all’interno dell’edificio:<br />
così la banca sarà convenientemente rappresentata dallo stile austero del bugnato<br />
fiorentino o dagli ordini classici che tranquillizzeranno il cliente sulla stabilità nel<br />
tempo dell’istituto; il rinascimento rivisitato è considerato opportuno per le altre<br />
istituzioni pubbliche mentre tutti gli altri stili sono disponibili ad libitum, nelle varie<br />
declinazioni dell’abitazione unifamiliare.<br />
Abbiamo esempi di villini nord europei come questo su viale Regina Margherita a<br />
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