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Storia del San Luigi - Istituto San Luigi

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L'affluenza è notevole. Si aprono due nuovi cancelli su via Rote; la circolazione <strong>del</strong>le auto, che<br />

accompagnano i ragazzi, viene così regolata da un senso unico che la facilita molto.<br />

L'8 agosto muore il can. Rosario Marano, affezionato ex-alunno, cappellano e celebrante la<br />

domenica la messa dei ragazzi. Lo sostituisce il sac. Paolo Caltabiano. Gli alunni sono in totale 475<br />

di cui 88 bambine nella Scuola Materna ed Elementare.<br />

L'undici dicembre 1979 un improvviso lutto getta nella costernazione gli alunni <strong>del</strong>le scuole<br />

Medie: Salvatore Calabretta, figlio <strong>del</strong>l'ex-alunno Giuseppe, muore in Ospedale per un'improvvisa<br />

emorragia cerebrale. In mezzo a tanta vita facile, è duro per i ragazzi pensare che la morte può<br />

giungere anche per uno di loro!<br />

Nel 1980 i Fratelli, intanto, chiudono ancora: chiudono l'unico «Aspirantato» esistente in Sicilia<br />

e lasciano <strong>San</strong>ta Venerina. La loro è una scelta obbligata: la crisi <strong>del</strong>le vocazioni ha costretto,<br />

infatti, i Superiori a prendere un provvedimento certamente doloroso ma ormai inevitabile. Il<br />

grandioso complesso, nato nel 1954, avrebbe dovuto costituire il «Centro vocazionale regionale»,<br />

che doveva abbracciare tutto l'arco <strong>del</strong>la preparazione religiosa dei futuri Fratelli ed essere la culla<br />

<strong>del</strong>la Provincia religiosa meridionale, da far nascere accanto alle due esistenti di Roma e di Torino.<br />

Ben presto però la primitiva idea viene ridimensionata a causa <strong>del</strong> sopraggiungere <strong>del</strong>la crisi<br />

<strong>del</strong>le vocazioni e il complesso è destinato a solo «Aspirantato» (per diventare Fratelli) limitato ai<br />

ragazzi di scuola Media <strong>del</strong>la Sicilia. Negli ultimi anni c'era stato un continuo calo di presenze, sino<br />

a giungere a 40 ragazzi (in una struttura che ne poteva ospitare il triplo) assistiti da sette fratelli. 1<br />

ragazzi che continuano l'«Aspirantato», vengono ospitati al «<strong>San</strong> <strong>Luigi</strong>» dove è loro riservata un'ala<br />

<strong>del</strong> nuovo edificio.<br />

La grande struttura di <strong>San</strong>ta Venerina, con 120 posti letto facilmente aumentabili, una grande<br />

cappella, vaste aule scolastiche, ampi saloni, campi da gioco e un curato giardino, viene data in<br />

affitto, con un contratto per 10 anni, ad una signora catanese, che l'adibirà a casa di riposo per<br />

anziani.<br />

Giunge in settembre, con il nuovo direttore fratel <strong>Luigi</strong> (Papacchini), un amico, un fratello<br />

graditissimo, un sostegno morale unico: fratel Sisto, che assume incarichi di vigilanza dei ragazzi e<br />

<strong>del</strong>l'insegnamento <strong>del</strong>la religione, fratel Giuseppe (Calabretta) resta al «<strong>San</strong> <strong>Luigi</strong>» con incarichi<br />

vari, fra cui quello, importante, <strong>del</strong> reclutamento vocazionale.<br />

Intanto, il 27 ottobre 1980 il vescovo mons. Giuseppe Malandrino, subentrato nel febbraio di<br />

quell'anno a mons. Bacile (costretto a ritirarsi per motivi di salute), dopo aver discusso a lungo con<br />

il direttore fratel <strong>Luigi</strong> e con fratel Sisto, «invita» i Fratelli ad incanalare gli alunni, per le pratiche<br />

religiose, verso le parrocchie, richiamando lo spirito <strong>del</strong> Concilio Vaticano Secondo. In pratica, i<br />

bambini <strong>del</strong>l'Oratorio e gli alunni <strong>del</strong>le scuole per prepararsi alla Prima Comunione e alla Cresima<br />

dovranno frequentare la domenica mattina la parrocchia, e non potranno più partecipare alla messa<br />

festiva <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong>. Anche i genitori seguiranno i figli. I Fratelli sono costretti, così, a rinunziare<br />

alla messa domenicale. A nulla valgono gli interventi di ex-alunni e di un gruppo di genitori di<br />

alunni, che si recano in Curia per rappresentare come la messa domenicale, da quando era nato<br />

l'Oratorio e poi la «Scuola Cristiana» dei Fratelli, abbia costituito una ragione morale cementatrice<br />

e portato alla frequenza religiosa giovani, e non solo ragazzi, che nelle parrocchie, quasi tutte prive<br />

di strutture per il tempo libero, non sarebbero andati; quella messa era stata inoltre un sacro<br />

appuntamento settimanale che aveva rinsaldato e facilitato i rapporti di apostolato dei Fratelli con le<br />

famiglie, gli ex-alunni e i simpatizzanti partecipanti alle varie iniziative sociali <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong>.<br />

Di conseguenza, diventava inevitabile la soppressione <strong>del</strong>l'Oratorio festivo, il cui scopo primario<br />

era quello <strong>del</strong>l'ascolto, da parte dei ragazzi, <strong>del</strong>la parola di Dio attraverso l'apprendimento <strong>del</strong><br />

Catechismo e la partecipazione alla santa Messa domenicale. Anche per i Fratelli, tale celebrazione<br />

era stata - ed era - un momento comunitario importante, mentre da ora dovranno andare alla<br />

spicciolata in momenti e luoghi diversi a soddisfare il precetto festivo.<br />

I Fratelli tuttavia non finiscono: in novembre fratel Giuseppe e il vice direttore fratel Filippo<br />

partono con un camion pieno di vettovaglie e indumenti raccolti in istituto destinati ai terremotati<br />

<strong>del</strong>la Basilicata e <strong>del</strong>la Campania. Il 27 <strong>del</strong>lo stesso mese si festeggia il 50' <strong>del</strong>la professione<br />

religiosa di fratel Sisto.<br />

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