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Storia del San Luigi - Istituto San Luigi

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da numerosi alunni, amici ed ammiratori <strong>del</strong>la sua opera. Prima di licenziarsi dall'<strong>Istituto</strong> ha fondato<br />

il Circolo di Azione Cattolica «SS. Crocifisso» e, collaborato dal giovane Giuseppe Mancini, la<br />

«Società» <strong>del</strong> «Segretariato di Propaganda», diretta alla formazione dei propagandisti dei Circoli<br />

cattolici.<br />

Gli succede fratel Venceslao (Viti Mariani), il quale regolarizza con la famiglia Floristella la<br />

situazione venutasi a creare con la morte di padre don Pasqualino. Come si ricorderà nella<br />

convenzione stipulata nel 1908 all'arrivo dei Fratelli ad Acireale, era previsto che nel caso di morte<br />

<strong>del</strong> fondatore («che Dio lo tenga lontano»), gli obblighi si sarebbero trasmessi agli eredi. Il bar.<br />

Salvatore Pennisi e il fratello Angelo, si impegnano così a versare ai Fratelli il capitale necessario<br />

«per il mantenimento e l'estensione <strong>del</strong>l'Opera».<br />

Mercé questo accordo si trovano i fondi per effettuare - sotto la direzione <strong>del</strong>l'ing. Nicola Grassi<br />

- molti lavori, -vitali per lo sviluppo <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> (fra questi, il nuovo ingresso <strong>del</strong>la scuola sulla<br />

piazzetta antistante all'antico «Giardino d'Infanzia» - o «Villa Filippina» - su via Galatea con il<br />

completamento <strong>del</strong>la facciata su cui spicca la scritta «<strong>Istituto</strong> <strong>San</strong> <strong>Luigi</strong>»). I lavori iniziano nel<br />

luglio <strong>del</strong> 1924 eseguiti dall'impresa Giuseppe Messina.<br />

In agosto infiorisce in città la «rosolia» e ciò comporta una diminuzione di partecipanti ai corsi<br />

di settembre. All'apertura <strong>del</strong>l'anno scolastico (ottobre 1924), che vede ancora istituita una nuova<br />

classe, vengono, fra gli altri, iscritti Gabriello Currò, Antonino Sciolto, Giuseppe Russo, Francesco<br />

Pavone, Filippo Testa, Antonino Catanzaro, Gaetano Ferlito, Elio Scionti, Cristoforo Cosentini,<br />

Salvatore Arcidiacono, Rosario Alosi, Giovanni Di Franco, Vincenzo Falanga, Giuseppe<br />

Caltabiano, Giuseppe Grassi Crimi, Angelo Iraci, Alberto Leonardi.<br />

Una gustosa testimonianza di questo periodo viene dall'ex alunno, oggi prof. Cristoforo<br />

Cosentini: « ... Fratel Giocondo esercitava su di me un ascendente notevole. Ero di 'preparatoria'<br />

alla prima elementare, col maestro fratel Daniele, che mi insegnava a scrivere vocali e consonanti e,<br />

a proposito di queste ultime, diceva a mio Padre che facevo confusione fra quella... con la gobba<br />

davanti e quella... con la gobba di dietro: voleva dire tra la b e la d. Non sempre, però, stavo<br />

contento in classe. Il mio soccorritore era allora fratel Giocondo, che per tenermi su di tono mi<br />

consentiva di lasciare la scuola, portandomi con sé in giro a fare la spesa. Apriti cielo quello che<br />

accade il giorno in cui mio Nonno mi vide con lui dal macellaio! Quale umiliazione! Intanto il buon<br />

Fratello, in quel modo, mi educava alla semplicità e alla più ampia apertura sociale (si dice oggi); e<br />

quelle sue lezioni pratiche, non sono state vane! ... ».<br />

Nel 1925 il «<strong>San</strong> <strong>Luigi</strong>» ha un nuovo direttore. E' fratel Giocondo (Catalucci). Necessita un<br />

medico stabile per la Comunità, e la scelta cade sul dott. Sebastiano In<strong>del</strong>icato. Il 2 settembre,<br />

arriva un giovanissimo fratello: Sisto (Olivieri). La sua opera presso l'<strong>Istituto</strong> resterà memorabile<br />

per l'affiatamento con gli alunni, la bontà, l'esemplare comportamento.<br />

Il teatrino <strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> è sempre attivo. Lo anima adesso un giovanissimo, brillante di<br />

intelligenza, volitivo, distinto, attore nato. Si chiama Turi Pistarà. «Egli era anche il regista di quel<br />

«Giardiniere <strong>del</strong>la regina» - ricorda Cristoforo Cosentini - in cui anch'io comparivo con un vestitino<br />

di seta cruda, nel quale mia Madre aveva appuntato tante bellissime rose fresche...». Ma non<br />

bisogna dimenticare fra gli attori Orazio Privitera.<br />

Al mattino, prima di entrare in classe, c'era la messa. Il cappellano era il sac. Zaffiro, esile, alto,<br />

tutto chiuso in sé. Il pomeriggio, la benedizione con i Canti, tra i quali, indimenticabili da quella<br />

generazione di alunni, il «Noi vogliam Dio ... » e il «Mira il Tuo popolo ... ». Spesso si andava nella<br />

chiesetta <strong>del</strong>la SS. Trinità.<br />

Per chi desiderava apprendere il pianoforte c'era un apposito maestro. I genitori di un alunno<br />

desideravano che il loro figlio (allora unico) imparasse il piano; e lo avviarono da quel maestro, al<br />

«<strong>San</strong> <strong>Luigi</strong>». Ma l'incontro non fu fausto, perché, appena il ragazzo gli fu vicino, lo trovò tanto<br />

brutto (specialmente per gli spessi occhiali) da non volerne sentire; e scappò di corsa!<br />

Nel 1926 altro direttore, fratel <strong>Luigi</strong> (Besse) e altri nuovi alunni, tra i quali Ignazio Calì (poi<br />

sacerdote e adesso canonico), Filippo Carbonaro, Antonino Franco, Pietro Greco, Carmelo La Rosa,<br />

Antonino Cirelli, Pietro Figuera, Giambattista Pennisi, Elio Romeo, Giuseppe Borzì, Salvatore<br />

Messina, Paolino Mauro Manfredi Spampinato, Paolo Musmeci, Sebastiano Palamidessi: Angelino<br />

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