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Storia del San Luigi - Istituto San Luigi

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Giuseppe Pennisi di S. Margherita; cav. Lorenzo Vigo Gravina; bar.llo Vincenzo Modò Rao; sig.<br />

Salvatore Grasso Bonaccorso (cassiere); sig. Salvatore Samperi; sig. Arcangelo Finocchiaro; cav.<br />

Rosario Pennisi di S. Margherita; sig. Giacomo Grassi Cannavò; cav. Ruggero Vigo (segretario);<br />

si-. Candido Carpinati; sig. Salvatore Pennisi Grassi; sig. Franco Platania; avv. Salvatore Fichera<br />

Vigo; sig. Cherubino Fiorini; si-. prof. Gaetano Platania; avv. Alfio Scaccianoce; prof. Mariano<br />

Parlato; avv. Nicolò Calì; sig. Mario Amico Pennisi.<br />

Il 31 dicembre 1908, alle nove <strong>del</strong> mattino, 27 profughi di Messina, muniti di un biglietto <strong>del</strong><br />

Sindaco, si presentano all’Oratorio <strong>San</strong> <strong>Luigi</strong>, ricevuti con viva emozione. Sono ancora con i vestiti<br />

pieni di polvere e di fango, ed esterrefatti sotto l'impressione <strong>del</strong> drammatico avvenimento. Il<br />

gruppo diventa presto di 52 persone.<br />

I Fratelli si improvvisano questuanti, cuochi e umili servi. I profughi sono riuniti per famiglia o<br />

parentela. Quasi tutti appartengono alla classe operaia o impiegatizia. Nessuno di essi è gravemente<br />

ferito ma per la maggior parte sono contusi. Si dà loro da mangiare; vengono forniti di indumenti<br />

per potersi cambiare, perché mancano di tutto.<br />

Gli acesi sanno presto <strong>del</strong>la iniziativa dei Fratelli, e rispondono con generosità quando essi si<br />

presentano nelle case private per chiedere generi di sostentamento. Così, quei nuovi ospiti<br />

<strong>del</strong>l'Oratorio possono avere due materassi e tre coperte ciascuno, e quasi tutti anche le lenzuola.<br />

Pure i giovani <strong>del</strong>l'Oratorio si prestano con nobile slancio per servire la causa dei Messinesi. Sono<br />

essi che presentano i Fratelli ai fornitori nei primi giorni che seguono il disastro.<br />

Alle preghiere, all'insegnamento <strong>del</strong>la Dottrina cristiana, l'Oratorio aggiunge adesso questa<br />

pratica di carità, che ne accresce gli intenti ed i fini.<br />

Dal primo febbraio 1909, il Comitato decide di dare una lira al giorno ad ogni profugo. I Fratelli<br />

hanno questo nuovo incarico. Essi godono dì fiducia illimitata; più volte sono oggetto di<br />

manifestazioni di plauso da parte <strong>del</strong> Vescovo, <strong>del</strong>l'on. Grassi Voces, <strong>del</strong> Sindaco, e dei vari<br />

Comitati, viennese, americano, pontificio. I profughi lasciano l'Oratorio il 20 febbraio 1909, grati<br />

<strong>del</strong>l'accoglienza fraterna ricevuta.<br />

Il vasto e moderno «salone» <strong>del</strong> «<strong>San</strong> <strong>Luigi</strong>» diventa adesso un punto di riferimento per ogni<br />

importante manifestazione <strong>del</strong>l'ambiente cattolico cittadino e diocesano. I Fratelli aprono sempre le<br />

porte a tali riunioni consapevoli che lo stare in gruppo, il discutere, il sentire voci nuove è motivo<br />

per acquisire quella formazione necessaria nei tempi che si vivono. E' un'apertura che allarga al<br />

«<strong>San</strong> <strong>Luigi</strong>» la via <strong>del</strong>la sua storia.<br />

Il 3 e 4 giugno 1909 il salone accoglie, così, la «Terza adunanza diocesana degli Oratori». Sotto<br />

la presidenza <strong>del</strong> vescovo Arista, partecipano, fra i tanti altri, il novello vescovo di Foggia<br />

(nominato il 23 aprile), mons. Salvatore Bella, presidente <strong>del</strong>la Commissione Oratori Festivi, e il<br />

sac. Giovanni Pulvirenti, vice direttore <strong>del</strong> Seminario (che diventerà anche lui vescovo). Il vice<br />

,direttore <strong>del</strong>l'oratorio, fratel Andrea, svolge una relazione su «L'Oratorio festivo e le scuole<br />

sussidiarie, complementari, serali, festive, particolari»; e un'altra su «Le lezioni occasionali, e<br />

l'insegnamento <strong>del</strong> canto sacro». Anche il can. Concetto Cristina, direttore <strong>del</strong>l'Oratorio «S.<br />

Benedetto Labré» presso la chiesa <strong>del</strong> SS. Salvatore tiene una relazione.<br />

C'è poi la ricorrenza <strong>del</strong>la festa <strong>del</strong> patrono S. <strong>Luigi</strong>, che è preceduta da un triduo officiato dal<br />

can. Angelo Scalia. Il cinque settembre, la festa: la messa celebrata dal can. Francesco Tirendi, ed<br />

una processione nel cortile con la statua <strong>del</strong> santo. I tanti ragazzi intervengono con esultanza.<br />

L'Oratorio è fonte di questa vita <strong>del</strong>lo spirito.<br />

Dopo un anno di attività, i Fratelli suscitano approvazione e simpatia: «non hanno risparmiato<br />

lavoro - scrive l'organo diocesano - per allettare la gioventù, che trova in loro i veri educatori, i<br />

quali danno vita rigogliosa all'Oratorio ... ».<br />

L'anno 1909 non è ancora finito e l'Oratorio apre il suo ingresso ai rappresentanti <strong>del</strong> nascente<br />

Movimento Femminile Cattolico. E' il 23 dicembre; parla la presidente generale, principessa<br />

Cristina Giustiniani Bandini di Roma, su «L'Azione cattolica <strong>del</strong>la Donna nella storia cristiana e il<br />

femminismo moderno». Con lei è la marchesa De Gregori di Palermo. Acireale partecipa numerosa.<br />

I Fratelli accolgono tutti con la loro consueta prontezza e cortesia.<br />

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