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la strategia mafiosa - Misteri d'Italia

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Lo scopo delle stragi era sempre quello di “cercare un contatto con qualche politico, con qualcuno delle Istituzioni che<br />

poteva venirci a dire qualcosa: 'perché non <strong>la</strong> smettete?”<br />

L’adesione di Brusca al<strong>la</strong> linea stragista. Il Sinacori ha poi detto che, successivamente all’1-4-93, ci fu un incontro tra<br />

Brusca e Bagarel<strong>la</strong> 63 , nel corso del quale quest’ultimo aggregò Brusca al<strong>la</strong> linea stragista. Dopodicché il giudizio di<br />

alcuni mafiosi (in partico<strong>la</strong>re, dei corleonesi) su Brusca migliorò sensibilmente (prima era ritenuto un mascalzone, un<br />

miserabile, ecc).<br />

Non conosce l’epoca di quest’incontro (ma si tratta, ovviamente, di un periodo precedente all’esecuzione delle stragi).<br />

Ha detto di sapere di quest’incontro (tra Brusca e Bagarel<strong>la</strong>) perché nel 1995, una settimana o dieci giorni dopo<br />

l’arresto di Bagarel<strong>la</strong> 64 , mentre egli (Sinacori) era <strong>la</strong>titante a Trapani nel<strong>la</strong> stessa casa con Matteo Messina Denaro,<br />

Brusca si incontrò a Trapani con lui (Sinacori), Matteo e un certo Nico<strong>la</strong> Di Trapani 65 . Nel corso di quest’incontro<br />

Brusca ebbe parole molto aspre nei confronti di Bagarel<strong>la</strong>, <strong>la</strong>mentando il fatto che quest’ultimo “se l’era tirato dentro<br />

nelle stragi e poi lo aveva, per così dire, emarginato”, appoggiandosi, per l’esecuzione, agli uomini di Graviano.<br />

Ma vediamo il suo discorso:<br />

“EX 210 Sinacori: L'epoca in cui c'è stato quest’incontro, io non glielo so dire.<br />

Io so del discorso perché, subito dopo l'arresto del Bagarel<strong>la</strong>, io mi trovavo <strong>la</strong>titante a Trapani assieme a<br />

Matteo Messina Denaro e ci fu il Brusca che cercò un incontro con Matteo Messina Denaro e venne a trovarci. Venne<br />

lui, assieme a Nico<strong>la</strong> Di Trapani. Ci incontrammo a Valderice.<br />

Lui, in quel<strong>la</strong> riunione, era... cioè, ebbe modo di <strong>la</strong>mentarsi sia di Bagarel<strong>la</strong>... soprattutto di Bagarel<strong>la</strong>, del<br />

comportamento di Bagarel<strong>la</strong>. Che diceva che lo aveva estromesso da queste cose che erano state fatte, cioè dalle stragi.<br />

Che prima se l'era tirato dentro nelle stragi e poi lo aveva, per così dire, emarginato.<br />

Lui ebbe modo di <strong>la</strong>mentarsi fortemente di Bagarel<strong>la</strong>. Tant'è vero che, dopo <strong>la</strong> riunione, ci siamo guardati un<br />

po' in faccia, sia io, Matteo e Nico<strong>la</strong>, per vedere cosa dovevamo fare con Brusca. Perché, proprio in quel<strong>la</strong> occasione<br />

lui, in un certo qualmodo, venne quasi... cioè, era quasi contento dell'arresto del Bagarel<strong>la</strong>.<br />

Tant'è vero che noi ci siamo guardati in faccia per vedere se dovevamo prendere dei provvedimenti contro il<br />

Brusca, o meno.<br />

Perché il Matteo, soprattutto, era deciso ad ucciderlo. Solo che l'intervento di Nico<strong>la</strong> Di Trapani, non per<br />

salvarlo, Nico<strong>la</strong> e anche io, dissimo: 'ma, aspettiamo, mandiamo a dire il discorso, magari a qualcuno. Come facciamo<br />

a prenderci queste responsabilità di ucciderlo senza dire niente a nessuno?'<br />

E poi ho saputo che Nico<strong>la</strong> lo mandò a dire in carcere, questo discorso. Adesso non so se lo mandò a dire a<br />

Nino Madonia, o a qualcun altro.<br />

Però, in risposta, Nico<strong>la</strong> portò a dire, venne a dire che non lo dovevamo uccidere, però di cercarlo, anzi, di<br />

trattarlo e di avvicinarlo a noi. Perché eravamo rimasti pochi e quelli pochi che c'erano, anzi, dovevamo andare<br />

d'accordo e non litigarci. Però Matteo era abbastanza infuriato per questo fatto.<br />

Lui, cioè, si <strong>la</strong>mentò del fatto che prima il Bagarel<strong>la</strong> se lo tirò dentro nel<strong>la</strong> cosiddetta <strong>strategia</strong>; poi, il<br />

Bagarel<strong>la</strong>, anziché utilizzare uomini di Brusca e... si alleò, diciamo, si alleò, si tirò dietro il gruppo facente capo a<br />

Giuseppe Graviano, cioè ai ragazzi di Brancaccio.<br />

E questo so che... quello che mi ha chiesto lei, dottore.<br />

PUBBLICO MINISTERO: Ecco, allora, cercando di farle una domanda per darmi <strong>la</strong> possibilità di capire se ho inteso<br />

bene: si distinguono due momenti. Uno, nel quale Brusca viene considerato un miserabile perché si è allineato, per così<br />

dire, sulle posizioni di Ganci ed altri; poi, un momento nel quale - secondo Brusca - Bagarel<strong>la</strong> lo aveva, per così dire,<br />

aggregato al<strong>la</strong> <strong>strategia</strong>, però lo aveva tenuto fuori dal<strong>la</strong> fase organizzativa, esecutiva.<br />

E' questo il discorso?<br />

EX 210 Sinacori: Sì, esatto. Esatto. Perché lui non sapeva niente del<strong>la</strong> fase esecutiva. Difatti era quasi contento che i<br />

ragazzi questo... siccome in quel periodo già incominciavano ad esserci i primi pentiti, per quanto riguardavano le<br />

stragi, ed erano di Brancaccio, lui era quasi contento, dice: 'siete stati contenti a portarvi... a fare agire questi ragazzi.<br />

Vedete che adesso sono quasi tutti pentiti.'<br />

E lui manifestava quasi contentezza di questo.” 66<br />

con le stragi perché i capi di Cosa Nostra non potevano farsi “schifiare” accettando supinamente <strong>la</strong><br />

repressione in atto-).<br />

62 “Mio cognato” era, naturalmente, Salvatore Riina, cognato di Leoluca Bagarel<strong>la</strong> (del quale aveva<br />

sposato <strong>la</strong> sorel<strong>la</strong>).<br />

63 Infatti, aveva detto Sinacori, nel<strong>la</strong> riunione dell’1-4-93 Bagarel<strong>la</strong> si era preso l’impegno di contattare<br />

Brusca per portarlo sul<strong>la</strong> posizione dei corleonesi.<br />

64 Bagarel<strong>la</strong> è stato arrestato il 25-6-95.<br />

65 Nico<strong>la</strong> Di Trapani, ha precisato Sinacori, era parente di altri capi mafiosi (cognato di Salvo Madonia<br />

e cugino di Nino Madonia). Inoltre, era, all’epoca, reggente del “mandamento” di Resuttana.<br />

66 Fasc. n. 201, pag. 2 e segg.

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