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la strategia mafiosa - Misteri d'Italia

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Ora, non è detto che era <strong>la</strong> verità. Non è detto perché mi voleva deviare, sapeva qualche cosa e non me lo ha<br />

detto, questo so e questo gliel'ho sempre detto e dirò sempre questo.” 41<br />

In una occasione chiese al Messina Denaro in che modo avevano individuato gli obiettivi delle stragi e Messina Denaro<br />

gli disse che li avevano individuati “tramite le guide turistiche”(“Io, quando gli chiedo e mi risponde in quel<strong>la</strong> maniera,<br />

cioè, come mai avete scelto queste cose, gli chiedo questo fatto perché con me non c'era il programma iniziale, quello...<br />

cioè, colpire questi obiettivi.<br />

Al che dice: 'abbiamo deciso così e abbiamo individuato gli obiettivi tramite le guide turistiche. Abbiamo<br />

individuato questi fatti per ragionamenti che hanno fatto loro').<br />

In questa occasione Messina Denaro gli disse anche che all’epoca, nel 1993, avevano messo gli occhi pure sul tempio<br />

di Selinunte e che c’erano persone disposte a distruggerlo, come Benedetto Capizzi e Antonio De Caro. 42<br />

Ha detto, infatti:<br />

“E del fatto di Selinunte però io non so quando è stato ideato. Però io vengo a saperlo poi nel '95, quando io chiedo a<br />

Messina Matteo Denaro: 'ma come avete individuato questi obiettivi, come siete riusciti a individuare questi fatti, qual<br />

era lo scopo.<br />

Cioè, come vi siete organizzati?', e lui mi risponde che gli obiettivi li hanno individuati tramite i depliant,<br />

consultando dei depliant...<br />

PUBBLICO MINISTERO: Materiale turistico, guide, pubblicazioni...<br />

IMPUTATO Brusca G.: Materiale turistico, sì. Riviste...<br />

PUBBLICO MINISTERO: ... questa roba qui.<br />

IMPUTATO Brusca G.: Sì.<br />

PUBBLICO MINISTERO: E come ci rientrava il tempio di Selinunte in questa confidenza che le fece Messina denaro?<br />

IMPUTATO Brusca G.: Selinunte... Selinunte, per dire che c'era il progetto anche a Selinunte. Selinunte non c'era<br />

bisogno di consultare i depliant, perché si conosceva in Sicilia. Non c'era bisogno di andare a cercarlo su...<br />

PUBBLICO MINISTERO: Ma questo voleva dire che qualcuno aveva messo gli occhi a suo tempo sul tempio di<br />

Selinunte?<br />

IMPUTATO Brusca G.: Su Selinunte, sì. E..., Selinunte è Trapani...” 43<br />

Sempre in quel periodo (tra <strong>la</strong> fine del 1995 e gli inizi del 1996) Messina Denaro gli parlò del suo amico Scarano, che<br />

“si stava facendo l’ergastolo”, ma non col<strong>la</strong>borava. Si dimostrò sicuro sul<strong>la</strong> tenuta di Scarano verso gli investigatori.<br />

Si videro, in questo caso, a Salemi:<br />

“Fu, credo, in questa occasione, che il Messina Matteo Denaro, menzionò il nome di Scarano dicendo: 'l'amico mio<br />

l'ho coinvolto, senza che lui ci interessava niente, si mette a disposizione, si sta facendo l'ergastolo, ho rovinato anche<br />

il figlio', se non ricordo male, 'senza che nessuno glielo portava'.<br />

Dice: 'perché c'era bisogno su Roma, io avevo questa conoscenza e l'ho messo a disposizione'.” 44<br />

- Ha detto, infine, che al<strong>la</strong> fine del 1995 sentì par<strong>la</strong>re, per <strong>la</strong> prima volta, di un fallito attentato all’Olimpico da Gaspare<br />

Spatuzza. Questi gli disse che, per fare l’attentato, aveva avuto il “permesso” da Giuseppe Graviano.<br />

Di questo attentato gli parlò, in quello stesso periodo, anche Matteo Messina Denaro.<br />

Non ricorda chi dei due gli disse che al<strong>la</strong> rimozione dell’autobomba allo Stadio aveva contribuito Giaocchino Ca<strong>la</strong>brò.<br />

Anche questo attentato si inseriva nel<strong>la</strong> scia di quelli volti a piegare lo Stato.<br />

L’atteggiamento personale di Brusca sulle stragi. In conclusione del suo discorso il Brusca ha precisato, in sede di<br />

controesame, di essere sempre stato favorevole alle stragi per allentare il 41/bis. Lo fu nel 1993 e lo era ancora nel<br />

1995, allorché pensò ad un rapimento del figlio del giudice Grasso; solo che nel 1993 egli fu portatore di altre proposte<br />

aggressive verso lo Stato, diverse da quelle poi concretamente poste in essere.<br />

Ha detto, infatti, rispondendo ad un difensore:<br />

“ Ma chi ha detto che non facevo fare le stragi?<br />

Io volevo fare delle intimidazioni verso, contro lo Stato. Ma in un altro sistema, non quelle che poi sono state<br />

fatte.<br />

41<br />

Fasc. n. 287, pag. 53.<br />

42<br />

Antonino De Caro, ha precisato, era “reggente dell’agrigentino”.<br />

43<br />

Fasc. n. 286, pag. 38.<br />

44<br />

Fasc. n. 287, pag. 54 e seg.<br />

Per comprendere questo passo occorre ricordare che Scarano Massimo, figlio di Antonio, fu<br />

arrestato, per i fatti di questo processo, su ordine del GIP di Firenze del 24-1-96.

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