L'Orchestra giovanile «Simon Bolivar» nasce in ... - Euterpe Venezia

editoriale — 9
Dopo il granDe freDDo di quest’inverno – che partendo dall’aspetto meteorologico diviene efficace metafora delle
condizioni diffusamente impoverite e «scoperte» dei palcoscenici nazionali – con marzo le temperature saliranno
per condurci finalmente verso le atmosfere primaverili. E come sempre in questo periodo dell’anno le stagioni teatrali
e musicali vivono uno dei loro momenti più intensi, proponendo un fitto calendario di appuntamenti che prosegue
fino a giugno inoltrato, prima di interrompersi per il riposo estivo. Non fa eccezione, ovviamente, il Teatro La Fenice, che
a un ricco ventaglio di concerti unisce un allestimento estremamente particolare come Dido and Aeneas di Henry Purcell, un
capolavoro barocco che molto successo riscosse anche nei secoli successivi, e che viene frequentato continuamente anche
tuttora, soprattutto dai più notevoli esponenti della danza contemporanea, che in quest’opera scorgono infinite potenzialità
per i loro originali disegni coreografici. Tra questi si annovera certamente il giapponese Saburo Teshigawara, cui il nostro
Teatro cittadino ha affidato ora regia,
scene, costumi, coreografia e luci di questa
inedita versione scenica della sfortunata
storia d’amore tra la regina cartaginese e
il futuro fondatore di Roma, quel pio Enea
che antepone alla propria felicità sentimentale
i doveri di leader politico e le crudeli richieste
del fato. A questo evento – preceduto
da una nuova creazione del celebre danzatore
su Le rire di Bruno Maderna – dedichiamo
quasi obbligatoriamente il nostro
Focus, cercando di analizzarlo, attraverso
le riflessioni di molti esperti, in tutte le sue
sfaccettature, dalla struttura musicale alla
composizione del libretto, dal mito virgiliano
che sta alla radice alle peculiarità artistiche
del regista e del direttore d’orchestra
Attilio Cremonesi.
Oltre a una nutrita selezione concertistica,
che riunisce il meglio dei nostri cartelloni,
torniamo anche in questo numero
a parlare di teatro, e più specificamente
di quelle che sono state definite «Declinazioni
di drammaturgia»: tra l’1 e il 5 febbraio
infatti la Fondazione di Venezia ed
Euterpe Venezia, in collaborazione con la
nostra rivista, hanno dato vita a una manifestazione
– inaugurata a fine gennaio
dall’arrivo dell’argentino Rafael Spregelburd
– che ha richiamato in laguna alcuni
dei protagonisti delle attuali scene italiane
ed europee, mettendo a confronto i
molteplici (e diversissimi) utilizzi possibili
del testo drammatico all’interno del cosiddetto
teatro di ricerca. Dopo aver introdotto
nel numero scorso questo tema
con una serie di considerazioni a carattere generale, diamo ora un dettagliato resoconto critico di quest’iniziativa, inserita
tra le «Esperienze» di Giovani a Teatro, che ha visto sempre esaurito il Teatro Universitario «Giovanni Poli».
La capillare descrizione della variegata offerta musicale del territorio veneto, su cui come di consueto indirizziamo
la maggior parte delle nostre energie, si intreccia dunque, come già molte volte in passato, con l’esplorazione degli altri
settori in cui si suddivide il grande mondo dello spettacolo dal vivo, nella convinzione che sempre più gli ambiti
si confondano e i generi si contaminino in vista di nuove sintesi sceniche. L’apertura alle diverse modalità con cui si
esprime la creatività artistica è del resto uno degli obiettivi di VeneziaMusica e dintorni sin dalla sua origine, nel lontano
2004.
Nella speranza che questo variopinto panorama di argomenti incontri l’interesse degli ormai molti e affezionati lettori
– tra i quali i tanti sostenitori e amici dei diversi teatri cittadini, che hanno risposto al nostro invito a sottoscrivere
l’abbonamento – auguriamo come sempre a tutti buona lettura. ◼
Emerald City di Fanny & Alexander, di scena al Teatro Giovanni Poli il 1 febbraio (foto di Enrico Fedrigoli).
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