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Relazione finale SSIS Filosofia e Storia - DarioDanti.it

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oppure, come già anticipato in precedenza, se il nodo teorico sia rappresentato dal<br />

postmodernismo quale rivolta interna al modernismo. A riferimento vengono prese le<br />

differenze schematiche di Hassan107, che riportiamo anche noi alla fine della relazione (Figura<br />

1). Si tratta di dicotomie o opposizioni caricaturali? A questi interrogativi l'autore risponde<br />

sostenendo che, alla fine, vi è «più continu<strong>it</strong>à che differenza» e che è più sensato vedere «il<br />

postmodernismo come un tipo particolare di crisi all'interno del primo [la modern<strong>it</strong>à], una crisi<br />

che sottolinea il frammentario, l'effimero, il lato caotico della definizione di Baudelaire (quel<br />

lato che Marx analizza mirabilmente quale parte integrante del modo di produzione<br />

cap<strong>it</strong>alistico)»108. Nel postmodernismo vi è la «totale accettazione della caduc<strong>it</strong>à, della<br />

frammentazione, della discontinu<strong>it</strong>à e del caos che davano v<strong>it</strong>a a una metà del concetto di<br />

modern<strong>it</strong>à espresso da Baudelaire. Ma il postmodernismo risponde a questo fatto in modo<br />

particolare. Non cerca di superarlo, o contrastarlo, e neppure cerca di definire gli elementi<br />

eterni e immutabili che potrebbe contenere. Il postmodernismo galleggia, sguazza addir<strong>it</strong>tura,<br />

nelle correnti frammentarie e caotiche del cambiamento come se oltre a queste non ci fosse<br />

null'altro»109.<br />

Harvey, a questo punto, passa in rassegna teorie e riflessioni di pensatori che studiano la<br />

postmodern<strong>it</strong>à: da Lyotard a Foucault, da Derrida a Barthes, da Habermas a Rorty. Si tratta di<br />

questioni centrali come il nesso potere-sapere, così come l'agire comunicativo e, in relazione a<br />

quest'ultimo, il linguaggio.<br />

Uno dei concetti chiave messo in evidenza è quello di entropia: Foucault la intende come la<br />

coesistenza in uno «spazio impossibile» di un «grande numero di possibili mondi frammentari»<br />

o, più semplicemente, spazi incommensurabili giustapposti o sovrapposti110.<br />

Se questa è la base di partenza per quanto attiene la spazial<strong>it</strong>à, sul piano del tempo e della<br />

storic<strong>it</strong>à avvertiamo la perd<strong>it</strong>a della memoria e l'abbandono di ogni senso di continu<strong>it</strong>à e,<br />

conseguentemente, vediamo svilupparsi un'incredibile capac<strong>it</strong>à di saccheggiare la storia e di<br />

assorbire, quale aspetto del presente, qualsiasi cosa vi si trovi. È sempre Foucault a indicare il<br />

ruolo dello storico ridotto a quello di mero «archeologo del passato»111.<br />

In questo quadro teorico s'inserisce la perd<strong>it</strong>a di profond<strong>it</strong>à, la superficial<strong>it</strong>à propria di tanta<br />

di CM dal t<strong>it</strong>olo Il postmodernismo nella c<strong>it</strong>tà: arch<strong>it</strong>ettura e disegno urbano (pp. 89-126).<br />

107I. Hassan, The culture of postmodernism, Theory, «Culture and Society», 2 (3), 1985, pp. 119-32.<br />

108CM, pp. 146-7.<br />

109CM, p. 63.<br />

110CM, p. 68.<br />

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