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Apocalisse, il giorno dopo - Baskerville

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D ANELE P UGLIESE, APOCALISSE, IL GIORNO DOPO<br />

conformità al sistema».<br />

Vi è inoltre «l’accentuazione della funzione antiutopica<br />

della cultura, considerata come uno strumento<br />

anticonformistico e liberatorio rispetto alla chiusura del<br />

sistema compiuto, perfetto e totale».<br />

Tant’è che in molte controutopie è <strong>il</strong> libro <strong>il</strong> bersaglio<br />

della repressione utopica. E ancora: molti temi tipici della<br />

controutopia emergono e si affermano «all’interno stesso<br />

delle costruzioni utopiche o, se si preferisce, come molte<br />

tematiche utopiche, portate all’estremo, si [rovesciano] in<br />

prospettive minacciose e contrastanti con la speranza<br />

utopica stessa».<br />

Ci sono poi una serie di opere che «tradiscono in forma<br />

utopica e fantascientifica la preoccupazione profonda per i<br />

possib<strong>il</strong>i esiti negativi delle modifiche delle caratteristiche<br />

biologiche e genetiche della specie, su cui pure tanta utopia<br />

fa affidamento».<br />

È ovviamente un attacco alla scienza, alle sue conquiste<br />

più azzardate, alle sue frontiere più estreme. E, trattandosi<br />

di un attacco alla scienza, non può che essere anche un<br />

attacco alle applicazioni della scienza, prima fra tutte la<br />

tecnica e la sua realizzazione concreta: la macchina. Tema<br />

caratteristico della controutopia, scrive Verra, «è quello del<br />

rapporto tra l’uomo e la macchina, visto però nella<br />

versione opposta a quella trionfalistica per cui la macchina<br />

rappresenta un semplice prolungamento delle capacità<br />

dell’uomo di dominare la natura. Al contrario, si tratta di<br />

una prospettiva più cauta o perfino negativa».<br />

Al proposito Verra cita <strong>il</strong> capitolo Il libro delle macchine di<br />

Erewhon, dove Butler descrive «<strong>il</strong> potenziale rovesciamento<br />

del rapporto tra uomo e macchina, per cui sarà la<br />

macchina a ridurre l’uomo a proprio schiavo e a strumento<br />

del proprio sv<strong>il</strong>uppo, provocandone per giunta un<br />

irrimediab<strong>il</strong>e indebolimento».<br />

Analizzando <strong>il</strong> libro di Zamjatin, Verra nota:<br />

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