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Apocalisse, il giorno dopo - Baskerville

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D ANELE P UGLIESE, APOCALISSE, IL GIORNO DOPO<br />

Verra analizza anche alcuni testi sui rapporti fra utopia<br />

e letteratura 69 evidenziando soprattutto <strong>il</strong> dibattito sulla<br />

fantascienza indicata come esito storico e surrogato<br />

dell’utopia o come genere più ampio di cui l’utopia è una<br />

sottospecie contraddistinta dalla scienza a cui si ispira.<br />

Non ci soffermiamo su questa analisi limitandoci<br />

all’attenzione che Verra dedica a L’uomo senza qualità di<br />

Robert Mus<strong>il</strong> 70, <strong>il</strong> quale «può essere considerato come una<br />

serie di esperimenti, di “saggi” utopici».<br />

Precisione e anima, razionalità matematica e sensib<strong>il</strong>ità<br />

mistica si incontrano nel carattere radicalmente utopico<br />

della letteratura e della vita. Per Mus<strong>il</strong>, scrive Verra, «tutta<br />

la letteratura è utopica come la vita» e l’utopia è quella<br />

69 R. TROUSSON, Voyage aux Pays de Nulle Part, Bruxelles, 1979 2; NORTHROP FRYE,<br />

Anatomy of criticism, Princeton, 1957, tr. it. Anatomia della critica di Paola Rosa-Clot<br />

e Sandro Stratta, Torino, Einaudi, 1969; R. C. ELLIOTT, The shape of utopia.<br />

Studies in a literary genre, Chicago, 1970 e Die Gestalt Utopias, in R. VILLGRADTER e<br />

FR. KREY (a c. di), Der Utopische Roman, Darmstadt, 1973; B. VICKERS, Die<br />

satirische Struktur von Swifts “Gullivers Reisen” und Mores “Utopia”, in R.<br />

VILLGRADTER e FR. KREY (a c. di), Der Utopische Roman, cit.; M. SCHWONKE,<br />

Vom Staatroman zur Science Fiction, 1957; M. SCHAEFER, Science fiction als<br />

Ideologiekritik? Utopische Spuren in der amerikanischen Science Fiction Literatur 1940-<br />

1955, Stuttgart, 1957; JEAN BAUDRILLARD, Simulacres et science-fiction, 1978, tr. it.<br />

Simulacri e fantascienza, in L. RUSSO (a c. di), La fantascienza e la critica, M<strong>il</strong>ano,<br />

Feltrinelli, 1980; D. SUVIN, Poetik der Science Fiction, 1979.<br />

Trousson definisce utopica un’opera letteraria quando un racconto descrive<br />

una comunità socialmente organizzata sia come ideale da realizzare o come<br />

previsione di un inferno, escludendo perciò i trattati politici, le robinsonate<br />

(nelle quali non c’è comunità), i racconti dell’età dell’oro o dell’arcadia. Frye,<br />

Elliott e Vickers sottolineano invece la specifica funzione critica del genere<br />

utopico rispetto all’esistente, avvicinandolo anche alla satira. Schwonke sostiene<br />

che la fantascienza è l’approdo a cui l’utopia giunge dal romanzo politico<br />

modificando l’ambientazione dallo spazio (l’isola) al tempo. Schaefer obietta<br />

invece che la fantascienza ha implicazioni ideologiche e pertanto non può<br />

essere intesa come caduta dell’utopia. Per Baudr<strong>il</strong>lard l’iperrealtà attuale<br />

vanifica tanto l’utopia quanto la fantascienza. Per Suvin infine la fantascienza<br />

ha inghiottito l’utopia.<br />

70 ROBERT MUSIL, Der Mann ohne Eigenschaften, Hamburg, 1952, tr. it. L’uomo senza<br />

qualità di Anita Rho, Torino, Einaudi, 1962. Si veda anche H. WIEGMANN,<br />

Utopie als Kategorie der Aesthetik, Stuttgart, 1980.<br />

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