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Apocalisse, il giorno dopo - Baskerville

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D ANELE P UGLIESE, APOCALISSE, IL GIORNO DOPO<br />

apparso per la prima volta nel 1857 come titolo di un<br />

saggio del francese Charles Renouvier e si basa sul “cosa<br />

sarebbe successo se”, non comprendendo quelle utopie o<br />

distopie che, anziché partorire un altro mondo,<br />

partoriscono un altro tempo. Tito Livio viene considerato <strong>il</strong><br />

primo autore di una ucronìa, avendo immaginato in un<br />

brano di Ab Urbe condita cosa sarebbe avvenuto se<br />

Alessandro Magno anziché sv<strong>il</strong>uppare <strong>il</strong> regno macedone<br />

ad est si fosse spinto ad occidente. Appartiene al genere<br />

delle ucronìe quella Storia dell’assedio di Lisbona di José<br />

Saramago che abbiamo citato ricostruendo la leggenda del<br />

M<strong>il</strong>le terrifico.<br />

Ma torniamo all’utopia. La parola comparve per la<br />

prima volta nel 1516 quando Thomas More dette alle<br />

stampe a Lovanio, <strong>il</strong> Libellus vere aureus nec minus salutaris<br />

quam festivus de optimo reipublicae statu deque nova insula Utopia,<br />

che contiene «la dettagliata descrizione di un mondo ideale<br />

situato in un’isola dove la vita è regolata da saggi<br />

ordinamenti che consentono uno sv<strong>il</strong>uppo sereno e<br />

armonico dei cittadini, mettendoli al riparo dalle insidie del<br />

lusso e dalle minacce della povertà» 58.<br />

È importante precisare che si tratta del resoconto di un<br />

viaggio fatto da un marinaio reduce da esplorazioni nel<br />

nuovo mondo, in un paese lontano dove quell’ideale è<br />

realizzato, non della trattazione teorica dell’ideale.<br />

Non-luoghi-felici si incontrano nell’Odissea di Omero e<br />

la rigorosa descrizione razionale di uno Stato perfetto<br />

compare nella Repubblica di Platone, considerata la prima<br />

manifestazione del pensiero utopico.<br />

Ovviamente, a tutti gli effetti, un felice-non-luogo<br />

andrebbe considerato anche <strong>il</strong> paradiso, <strong>il</strong> regno dei cieli, o<br />

comunque lo si sia chiamato, e parimenti privo di<br />

collocazione realmente “geografica” è l’inferno, così come<br />

58 VALERIO VERRA, Utopia, in Enciclopedia del Novecento, Roma, Treccani, 1983, da<br />

cui, salvo diversa indicazione sono tratte le citazioni di questo capitolo.<br />

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