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Apocalisse, il giorno dopo - Baskerville

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D ANELE P UGLIESE, APOCALISSE, IL GIORNO DOPO<br />

Gli ordigni si comperano, si vendono e si rubano e l’uomo diventa<br />

sempre più furbo e più debole. Anzi si capisce che la sua furbizia cresce<br />

in proporzione della sua debolezza. I primi suoi ordigni parevano<br />

prolungazioni del suo braccio e non potevano essere efficaci che per la<br />

forza dello stesso, ma, oramai, l’ordigno non ha più alcuna relazione con<br />

l’arto. Ed è l’ordigno che crea la malattia con l’abbandono della legge<br />

che fu su tutta la terra la creatrice. La legge del più forte sparì e<br />

perdemmo la selezione salutare [...]. sotto la legge del possessore del<br />

maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati. Forse<br />

traverso una catastrofe inaudita prodotta dagli ordigni torneremo alla<br />

salute. [...] Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra<br />

ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di<br />

malattie.<br />

Per molti autori, la patria della tecnica e delle<br />

modificazioni che essa introduce nella vita umana, è<br />

ovviamente l’America, Nei Presagi di un mondo nuovo del<br />

1926, Hermann Keyserling scrive che «L’America si diede<br />

con tanta prontezza in balia della tecnica solo perché i suoi<br />

abitanti furono all’inizio di questo processo gli Occidentali<br />

meno colti; del pari oggi, è presso i popoli giovani<br />

dell’Oriente che la tecnicizzazione più spinta incontra la<br />

minor resistenza». 157<br />

Gli fa eco nel 1930 Georges Duhamel con Scènes de la vie<br />

future, nel quale nota che «nessuna nazione si è ancora data,<br />

più deliberatamente degli Stati Uniti d’America, agli<br />

eccessi della civ<strong>il</strong>tà industriale». 158<br />

Questa civ<strong>il</strong>tà, scrive, «è in grado di conquistare <strong>il</strong><br />

vecchio mondo, e lo sta facendo. Questa America<br />

rappresenta dunque, per noi, l’Avvenire».<br />

È interessante notare che per Duhamel l’America è<br />

“oltre-Occidente”, al quale l’occidentale europeo guarda con<br />

occhio tutto suo:<br />

157 HERMANN KEYSERLING, Die Neuenstehende Welt, Darmstadt, Reichl, 1926, tr. it.<br />

Presagi di un mondo nuovo, di G. Gent<strong>il</strong>li, M<strong>il</strong>ano, Comunità, 1949.<br />

158 GEORGES DUHAMEL, Scènes de la vie future, Paris, Mercure de France, 1930,<br />

come anche le citazioni successive.<br />

144

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