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opera nei credenti, li purifica e libera, li protegge dalla morte e gli dà la vita.<br />
Lo stesso lo,goj di Gesù però porta la condanna a quanti non vogliono<br />
credere 163 . Così il lo,goj di Gesù opera una discriminazione tra gli uomini<br />
(10,19).<br />
2.3.5 Morte e morire: avpoqnh,|skw, qa,na,ton qewre,w /geuo,mai<br />
Gesù promette a chi osserva la sua parola di non vedere la morte in<br />
eterno. I Giudei ritengono tale promessa impossibile, dato che anche<br />
Abramo è morto, come pure i profeti.<br />
Il sostantivo greco qa,natoj designa la morte, sia come processo sia come<br />
stato. 164 Per Giovanni è un tema importante, una parte indispensabile del suo<br />
messaggio. Tante volte l’opera di Gesù viene definita come il donare la vita,<br />
la vita eterna. Ora, il concetto complementare alla vita e al vivere è proprio<br />
la morte e il morire. Nel Quarto Vangelo il verbo avpoqnh,|skw ricorre 28<br />
volte, mentre il sostantivo qa,natoj 8 volte.<br />
Il verbo avpoqnh,|skw esprime prima di tutto la naturale necessità umana di<br />
morire. Così sta per morire il figlio del funzionario reale (4,47.49), così è<br />
morto Lazzaro (11,14.21.32.37.44). Anche i più grandi tra gli uomini,<br />
Abramo e i profeti, sono morti (8,52-53). Similmente i padri, condotti fuori<br />
dall’Egitto da Dio, sono morti, pur avendo mangiato la manna (6,49.58).<br />
Gesù però promette a quanti credono in lui di vivere anche se morissero,<br />
anzi di non morire in eterno (11,25-26). Lo stesso promette a chi mangia il<br />
pane che discende dal cielo (6,50). Minaccia invece i Giudei che non<br />
credono di morire nei loro peccati (8,21.24). Eppure Gesù stesso è un<br />
mortale: da 11,50 in poi tutte le ricorrenze di avpoqnh,|skw si riferiscono<br />
esplicitamente o implicitamente a Gesù, eccetto le ultime due 165 . Il morire di<br />
Gesù però viene contemplato in una luce gloriosa, come realizzazione<br />
dell’opera salvifica 166 .<br />
163<br />
Non sono disposti a credere in Gesù, perché il lo,goj di Dio non rimane in loro<br />
(5,38), il suo lo,goj è duro e non lo possono nemmeno ascoltare (6,60); per loro il lo,goj<br />
diventa il giudizio (12,48).<br />
164<br />
Cf. W. BIEDER, «qa,natoj, avpoqnh,|skw thanatos, apothnēskō Tod, sterben», in<br />
EWNT, II, 319-329.<br />
165<br />
Ultime due ricorrenze di avpoqnh,|skw riguardano il Discepolo prediletto di Gesù, di<br />
cui si è diffusa la fama che non sarebbe morto, ispirata forse dalla promessa di Gesù in<br />
11,25-26, la quale però è scartata dal narrattore (21,23).<br />
166<br />
Secondo la profezia incosapevole e involuta di Caifa la morte di Gesù diventa uno<br />
strumento dell’unificazione del popolo di Dio, anzi dei popoli, di tutti i dispersi figli di<br />
Dio (11,50-52). Gesù dà lo stesso significato alla sua morte: «E io quando sarò innalzato<br />
dalla terra, attirerò tutti a me» (12,32). Inoltre svela il senso della sua morte con<br />
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