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Disertace Brož - Theses

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invocato come «padre», e ciò sin dai tempi primordiali 149 . Nei LXX path,r<br />

viene usato quasi sempre come equivalente dell’ebraico ba' che designa<br />

soprattutto il padre fisico, il capo famiglia e, come nella grecità, altri<br />

antenati, ma anche per esempio il maestro profeta come lo fu Elia per Eliseo<br />

(2Re 2,12). Anche Dio viene denominato come ba', e ciò in base all’elezione<br />

e all’alleanza 150 . L’AT però non fa uno spreco dell’uso del termine «padre»<br />

in riferimento a Dio. Se lo chiama Padre, allora soprattutto in rapporto al<br />

popolo d’Israele, chiamato «figlio», «primogenito di Dio», oppure al re,<br />

considerato «figlio adottivo» di Dio. Solo nell’epoca ellenistica del<br />

giudaismo il rapporto filiale verso Dio-Padre si individualizza. Il giusto osa<br />

chiamare Dio «Signore, padre mio» (Sir 23,4; cf. Sap 2,16.18).<br />

Nel NT path,r si trova 414 volte (di cui quasi 250 volte riferito a Dio). Il<br />

Quarto Vangelo, con 136 ricorrenze, è al primo posto 151 . Nei vangeli<br />

sinottici Gesù parla di Dio come del Padre dei fedeli 152 , ma anche come di<br />

suo Padre, e ciò in un senso diverso, più profondo, anzi unico 153 .<br />

Giovanni chiama Dio più frequentemente path,r (115) che qeo,j (73) o<br />

ku,rioj (solo nella citazione in 12,13). Più di tutti gli evangelisti insiste sul<br />

rapporto unico ed esclusivo che c’è tra Gesù e Dio, suo Padre. Gesù chiama<br />

Dio una settantina di volte semplicemente o` path,r, 23 volte con il pronome<br />

possessivo o` path,r mou, 7 volte con la formula fissa o` path,r o` pe,myaj me.<br />

Chiamando Dio «Padre», Gesù si riferisce a lui come al punto di partenza<br />

della sua missione e della sua esistenza terrena (le quali infatti conicidono),<br />

149<br />

Cf. O. MICHEL, «path,r patēr Vater», in EWNT, III, 126-127; G. SCHRENK,<br />

«path,r», in ThWNT, V, 946-959.<br />

150<br />

Israele ha sperimentato la cura paterna del Signore con l’Esodo che significava per<br />

il gruppo degli ebrei il dono della vita nuova, una vita vera, una vita libera. La lotta tra<br />

Mosè e il faraone infatti era la lotta per la vera paternità, la lotta dei due padri per il<br />

primogenito (cf. Es 4,22-23). A partire dall’Esodo Israele si sente il figlio del Signore,<br />

come attesta il profeta Osea: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio» (Os 11,2). Più tardi<br />

anche la promessa della discendenza davidica è collegata con l’idea della paternità<br />

divina: il re è il figlio adottivo del Signore: «Io sarò per lui il padre ed egli mi sarà il<br />

figlio» (2Sam 7,14); «Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato» (Sal 2,7).<br />

151<br />

36 volte in Mt, 19 in Mc, 56 in Lc, 35 in At, 40 in Paolo, 14 in 1Gv e 9 in Eb.<br />

152<br />

Gesù presenta Dio come «il Padre vostro celeste» (Mt 6,14), che è anche «il Padre<br />

tuo» (Mt 6,4.6.18), cioè il Padre di ogni singolo. Ci insegna a pregare «Padre nostro che<br />

sei nei cieli» (Mt 6,9), a fidarsi della sua provvidenza (Mt 6,25-34) e a imitarlo<br />

nell’universalità del suo amore, il che è la condizione per essere i suoi figli (Mt 5,43-48).<br />

153<br />

Gesù distingue tra «Padre vostro» e «Padre mio» (Mt 7,21; 11,27; Lc 2,49; 22,32) e<br />

invoca il suo Dio con un fiducioso aramaico «’abbā’». Tra Gesù e Dio è un rapporto di<br />

intima ed esclusiva conoscenza, cosicché la conoscenza di Dio è possibile per gli uomini<br />

solo tramite la rivelazione di Gesù (Mt 11,25-27; Lc 10, 21-22).<br />

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