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(questo è anche il senso della costruzione zhte,w th.n do,xan nel brano in<br />
questione), i termini si riferiscono sia a Dio e Gesù che agli uomini. Dio<br />
glorifica il Figlio e Gesù, da parte sua, glorifica il Padre. Questo glorificarsi<br />
reciproco del Padre e del Figlio è una delle espressioni del loro rapporto<br />
vicendevole. Si glorificano a vicenda fino al punto che la gloria di uno<br />
avviene mediante la gloria dell’altro: la malattia di Lazzaro non è per la<br />
morte ma u`pe.r th/j do,xhj tou/ qeou/( i[na doxasqh/| o` ui`o.j tou/ qeou/ diV auvth/j<br />
(11,4); e Gesù stesso prega il Padre: do,xaso,n sou to.n ui`o,n( i[na o` ui`o.j<br />
doxa,sh| se, (17,1). Anche gli uomini glorificano, ma lo fanno purtroppo nei<br />
riguardi di loro stessi, e non di Dio, il che impedisce loro di credere in Gesù<br />
(5,44).<br />
Quando do,xa e doxa,zw vengono usati nel senso della manifestazionerivelazione<br />
(il termine do,xa è connesso con i verbi di vedere o mostrare), si<br />
tratta sempre della gloria di Dio o del Cristo, non degli uomini. La do,xa nel<br />
senso della rivelazione esprime il fine della missione di Gesù. Lui glorifica il<br />
Padre compiendo la sua opera (17,4), ma questo non solo nel senso di<br />
ossequio di obbedienza che gli rende, ma anche rivelando il suo nome agli<br />
uomini (17,6). Sin dall’inizio Gesù rivela la «sua» gloria, che però è sempre<br />
la gloria che il Padre gli ha dato. Si tratta della manifestazione del mistero di<br />
Gesù, non separabile dal mistero di Dio. La sua gloria che «abbiamo visto» è<br />
quella dell’«unigenito dal Padre» (1,14). Gesù di Giovanni, più del Gesù<br />
sinottico, rivela la sua gloria, la sua divinità, già durante la vita terrena. Ma è<br />
percepibile solo alla fede (11,40). Dall’altra parte la manifestazione della<br />
gloria di Gesù conduce alla fede (2,11). Comunque, durante la vita terrena di<br />
Gesù i discepoli sono ancora in uno stato di chiaroscuro, solo con la Pasqua<br />
vedono chiaramente. La morte di Gesù è la rivelazione suprema di Dio, e<br />
perciò la gloria divina suprema. Nello stesso momento è l’ora del dono dello<br />
Spirito (19,30), che «glorificherà» Gesù (16,14), cioè introdurrà i credenti in<br />
modo soggettivo-interiore nella gloria della rivelazione oggettiva.<br />
2.3.3 Paternità: path,r<br />
In Gv 8,48-59 il termine path,r ricorre 4 volte: 2 volte Gesù chiama Dio o`<br />
path,r mou, altre 2 volte il termine si riferisce ad Abramo, che i Giudei<br />
chiamano o` path.r h`mw/n e Gesù lo designa come o` path.r u`mw/n. In tutto il c.<br />
8 (e del resto in tutto il Quarto Vangelo) la paternità è un tema importante.<br />
Il termine greco path,r indica padre di famiglia, ma può designare anche<br />
antenato nel senso più largo e pure maestro e mistagogo del culto. Anche i<br />
sovrani amavano chiamarsi padri dei loro vassalli. E pure Dio è stato<br />
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