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formato con a privativo da timh,. Il verbo significa dunque disonorare,<br />
disprezzare e ricorre nel NT solo 7 volte, quasi sempre in Paolo 142 . In Gv si<br />
trova solo qui in 8,49. Visto il contesto di tutto il Quarto Vangelo,<br />
specialmente 5,23, disonorare Gesù significa disonorare il Padre, che Gesù<br />
invece onora.<br />
2) do,xa, doxa,zw, zhte,w th.n do,xan: Quando Gesù dice: timw/ to.n pate,ra<br />
mou (v. 49), è come il lato positivo della locuzione negativa: ouv zhtw/ th.n<br />
do,xan mou (v. 50).<br />
Il termine do,xa deriva dal verbo doke,w che ha un doppio senso: credere,<br />
ritenere (transitivo) e sembrare, apparire (intransitivo). Il sostantivo do,xa<br />
segue il doppio significato del verbo e indica: a) l’opinione soggettiva,<br />
parere, spesso contrapposto a conoscenza e verità; b) la considerazione<br />
oggettiva, stima, buona fama, gloria. Da do,xa poi deriva il verbo doxa,zw che<br />
significa prender parte a una do,xa oppure fare altri partecipare ad essa, e<br />
dunque copia il significato del sostantivo con due accezioni: a) aver<br />
un’opinione, ritenere; b) dare fama, onorare 143 .<br />
Nel NT il sostantivo do,xa ricorre 167 volte, il verbo doxa,zw 60 volte. In<br />
confronto con i significati di questi termini nel greco extrabiblico troviamo<br />
nel NT una sorpresa: Il significato più frequente nel greco extrabiblico,<br />
quello di opinione, manca del tutto nel NT. Il secondo significato, quello di<br />
onore, c’è, però passa nell’ombra rispetto ad un nuovo significato,<br />
specialmente biblico (nato con i LXX), che non si trova nel greco<br />
extrabiblico. Questo nuovo significato è religioso e designa lo splendore<br />
divino, la gloria di Dio e della sua potenza 144 . Infatti, i LXX traducono con<br />
do,xa la parola ebraica dAbK', derivata dal verbo dbk, che ha un’intera gamma<br />
dei significati: essere pesante, pesare, essere onorato, onorare, glorificare,<br />
manifestare la propria gloria. Il sostantivo duque significa peso, onore,<br />
gloria, splendore 145 . L’AT usa questo termine per indicare l’importanza<br />
sociale di qualcuno all’interno della comunità degli uomini, ma si applica<br />
anche, e soprattutto, a Dio, in quanto egli rivela la sua maestà e potenza nei<br />
142<br />
Cf. H. HÜBNER, «avtima,zw atimazō verächtlich behandeln, verunehren», in EWNT,<br />
I, 426-427.<br />
143<br />
Cf. G. KITTEL, «doke,w, do,xa, doxa,zw…», in ThWNT, II, 235-240.256.<br />
144<br />
Cf. H. HEGERMANN, «do,xa doxa Ansehen, Ehre, Machtglanz, Herrlichkeit», in<br />
EWNT, I, 833-834; Lo stesso vale anche per il verbo doxa,zw: nel NT (come del resto già<br />
nei LXX) manca del tutto il senso di credere, ritenere, mentre c’è quello di onorare,<br />
stimare, riferito sia agli uomini che a Dio.<br />
145<br />
Cf. F. REYMOND, Dizionario di Ebraico e Aramaico Biblici, Roma 1995, 191-192.<br />
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