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Disertace Brož - Theses

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daimo,nion e;cei i Giudei squalificano Gesù, gli tolgono ogni pretesa di<br />

parlare nel nome di Dio e ogni diritto di esser ascoltato dagli uomini. Così<br />

esprimono il loro rifiuto radicale della sua persona.<br />

2.3.2 Onore e gloria: tima,w, avtima,zw, doxa,zw, do,xa, zhte,w th.n do,xan<br />

Gesù, per negare l’accusa giudaica di avere un demonio, afferma di<br />

onorare il Padre suo, che i Giudei invece disonorano (v. 49). Gesù non cerca<br />

la propria gloria, mentre un altro la cerca per lui (v. 50). Se Gesù glorificasse<br />

se stesso, la sua gloria sarebbe nulla, ma è il Padre che lo glorifica (v. 54).<br />

1) tima,w/avtima,zw: I due verbi con il senso contrario mettono in<br />

opposizione Gesù che stima il Padre e i Giudei che invece disonorano Gesù.<br />

Tutti e due derivano dal sostantivo timh, che significa prezzo, valore, onore.<br />

Il verbo tima,w indica dunque apprezzare, valutare, onorare. Secondo l’AT<br />

l’onore appartiene soprattutto a Dio (Is 29,13), ma anche agli uomini spetta<br />

una stima dovuta secondo la loro posizione e merito 140 . Nel NT tima,w (21<br />

volte) viene usato prima di tutto nella citazione del comandamento di<br />

onorare i genitori (Mc 7,10; 10,19 parr.). Anche altre persone meritano<br />

stima, p.es. il re (1Pt 2,17). Soprattutto Dio è l’oggetto della stima umana,<br />

anche se nei sinottici questa è criticata come ipocrita (cf. Mc 7,6 par.) 141 .<br />

Nelle 6 ricorrenze in Gv invece il verbo viene usato nel senso positivo<br />

dell’onore reso a Dio. Il passo più significativo è 5,23, dove il verbo ricorre<br />

in un solo versetto 4 volte (la più grande densità di questo verbo in tutto il<br />

NT!): i[na pa,ntej timw/si to.n ui`o.n kaqw.j timw/si to.n pate,raÅ o` mh. timw/n<br />

to.n ui`o.n ouv tima/| to.n pate,ra to.n pe,myanta auvto,n. Qui tima,w diventa un<br />

concetto teologico-cristologico, perché esprime perfettamente il rapporto tra<br />

Gesù e Dio: al Figlio spetta lo stesso onore del Padre, cosicché non si può<br />

più onorare il Padre senza il Figlio. Invece nel brano che ora stiamo<br />

studiando Gesù stesso onora il Padre (8,49). E in 12,26 è il Padre che<br />

onorerà chi vuole servire e seguire Gesù: così i discepoli entrano, anche<br />

attraverso il concetto di timh,, nel rapporto tra il Padre e il Figlio.<br />

In opposizione all’onore dato al Padre da Gesù sta il disonore dei Giudei<br />

nei riguardi di Gesù: u`mei/j avtima,zete, me (v. 49). Il verbo avtima,zw è derivato<br />

dall’aggettivo a;timoj, disonorato, disprezzato, il quale a sua volta è<br />

140 L’onore si deve soprattutto al re (Sap 14,17), ai genitori (Es 20,12; Dt 5,16), al<br />

vecchio (Lv 19,32), ma anche al povero (Pr 14,31), allo schiavo fedele (Pr 27,18), al<br />

medico (Sir 38,1) e pure al tempio (2Mac 3,2.12; 13,23).<br />

141 Cf. H. HÜBNER, «tima,w timaō schätzen, ehren», in EWNT, III, 855-856»; J.<br />

SCHNEIDER, «timh,, tima,w», in ThWNT, VIII, 170-182.<br />

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