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Disertace Brož - Theses

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interessante, perché promettono di svelare delle nuove connotazioni<br />

attraverso il paragone delle stesse o simili espressioni usate con diversi<br />

soggetti o nelle diverse parti del brano.<br />

In questa pericope incontriamo uno stile tipicamente giovanneo, cioè un<br />

linguaggio ambiguo ed enigmatico che conduce gli interlocutori di Gesù<br />

nella situazione di incomprensione, alla quale reagiscono svelando la loro<br />

ignoranza e, in tal modo, preparando una risposta ulteriore e più profonda di<br />

Gesù. Tale incomprensione riguarda la preservazione dalla morte che Gesù<br />

promette a chi osserva la sua parola: mentre i Giudei lo capiscono<br />

letteralmente, in riferimento (solo) alla morte fisica, Gesù, a quanto pare,<br />

parla della vita eterna. Un’altra incomprensione, da parte dei Giudei,<br />

riguarda la pretesa di Gesù: secondo loro essa è troppo ambiziosa, ma in<br />

realtà è ancora molto più alta di quanto loro intuiscano. Ironizzando la<br />

pretesa di Gesù (secondo la loro comprensione) – «Sei forse più grande del<br />

nostro padre Abramo»? – non si rendono conto di aver espresso la verità,<br />

preparando il posto per l’apoftegma finale di Gesù: «Prima che Abramo<br />

fosse nato, Io sono».<br />

2.2.4 Composizione e strutturazione del testo<br />

La struttura del brano non risulta semplice e formata secondo uno schema<br />

fisso. C’è chi vuole vedere nella pericope una struttura concentrica 136 , ma<br />

siccome questa è plausibile solo se la pericope finisce con il v. 59a, dove i<br />

Giudei vogliono lapidare Gesù, senza menzionare più la reazione di Gesù,<br />

non è tanto adatta se vogliamo vedere la fine della pericope nel v. 59b. Del<br />

resto, le parti corrispondenti nella struttutra concentrica, proposta da Marida<br />

Nicolaci, non si corrispondono del tutto dal punto di vista contenutistico.<br />

Preferisco dunque articolare il testo semplicemente come un susseguirsi<br />

delle repliche del dialogo. I Giudei prendono la parola reagendo alla parola<br />

precedente di Gesù con una obiezione (A), alla quale Gesù risponde,<br />

sviluppando il suo discorso rivelatorio (B). Questo schema si ripete 3 volte.<br />

La quarta volta non c’è più scambio di parole, ma una risposta, da tutte e due<br />

le parti, con un’azione: i Giudei cercano di lapidare Gesù (A 3 ), il quale si<br />

nasconde e se ne va (B 3 ).<br />

135 Due volte Gesù designa Dio come o` path,r mou (vv. 49.54), mentre Abramo viene<br />

definito come o` path.r h`mw/n/u`mw/n nei riguardi dei Giudei (vv. 53.56); questo riflette il<br />

confronto tra le due paternità che domina tutto il dialogo sin dal v. 31. Due volte Gesù<br />

esprime un oracolo solenne, introdotto con la formula stereotipa: avmh.n avmh.n le,gw u`mi/n<br />

(vv. 51.58).<br />

136 Cf. M. NICOLACI, Egli diceva loro il Padre. I discorsi con i giudei a Gerusalemme<br />

in Giovanni 5-12, Roma 2007, 244.<br />

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