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Disertace Brož - Theses

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l’esito del dialogo precedente. Tutti gli altri verbi si trovano nei discorsi<br />

diretti. La ripetizione di alcuni di essi accentua i centrali punti tematici del<br />

dialogo: (daimo,nion) e;cw (3 volte), (to.n lo,gon) thre,w (3 volte), avpoqnh,|skw<br />

(3 volte), oi=da (3 volte), ginw,skw (2 volte), o`ra,w (3 volte), (th.n do,xan)<br />

zhte,w (2 volte), doxa,zw (2 volte).<br />

Anche alcuni dei 28 sostantivi si ripetono, indicando i concetti più<br />

determinanti per il significato del brano: path,r (4 volte), lo,goj (3 volte),<br />

daimo,nion (3 volte), do,xa (2 volte), qa,natoj (2 volte). Nella pericope<br />

ricorrono anche due nomi propri, quello di Gesù (4 volte) e quello di<br />

Abramo (5 volte): si tratta infatti, in questo brano, del confronto tra di loro.<br />

2.2.2 Categorie e forme grammaticali e il loro concatenamento<br />

Ciò che spicca nel brano è una quantità dei pronomi (42), soprattutto<br />

personali, dovuta al genere del brano che è un dialogo, in cui Gesù e i<br />

Giudei si rilvolgono l’uno agli altri, parlando di se stessi ma anche degli<br />

altri, di Abramo e di Dio. I pronomi si riferiscono a Gesù (22 volte), ai<br />

Giudei (10 volte), a Dio il Padre (6 volte), ad Abramo (una volta),<br />

all’indeterminato ti,j (3 volte) e ouvde,n (una volta).<br />

2.2.3 Proprietà stilistiche<br />

La pericope è un dialogo, più esattamente una parte del dialogo, che inizia<br />

in 8,31 e finisce alla fine della pericope stessa, cioè in 8,59. Il brano<br />

comincia col verbo avpekri,qhsan che lo collega col discorso precedente di<br />

Gesù nei vv. 42-47. Nella pericope stessa gli interlocutori si alternano 6<br />

volte: cominciano i Giudei, Gesù reagisce ecc., per finire con un apoftegma<br />

di Gesù. I discorsi diretti sono introdotti 3 volte col verbo<br />

avpekri,qhsan/avpekri,qh, 3 volte coll’ei=pon/ei=pen. Giovanni pone l’accento su<br />

alcune espressioni o costruzioni ripetendole. Alcune vengono ripetute tre<br />

volte 134 , altre due volte 135 . Tutte queste ripetizioni fanno la lettura molto<br />

134 I Giudei accusano Gesù di aver un demonio (daimo,nion e;ceij) (v. 48), egli però<br />

rifiuta tale accusa: VEgw. daimo,nion ouvk e;cw (v. 49), ma loro ci insistono: Nu/n evgnw,kamen<br />

o[ti daimo,nion e;ceij (v. 52). Un’altra triplice ripetizione riguarda la costruzione to.n<br />

lo,gon thre,w (v. 51.52.55), che nei primi due casi ha per soggetto un generale tij e il<br />

lo,goj è quello di Gesù, mentre nell’ultima ricorrenza è Gesù che osserva il lo,goj del<br />

Padre. Ancora un’altra triplice ripetizione si trova nel v. 55, dove Gesù ripete tre volte<br />

oi=da auvto,n (il Padre), sempre con diverse connotazioni. Tre volte viene ripetuto il verbo<br />

avpoqnh,|skw con soggetto Abramo e i profeti una volta insieme e poi una volta ciascuno<br />

singolarmente.<br />

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