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ispettivamente l’«essere da» e la «missione». Gesù al primo posto pone<br />
l’essere da lui: parV auvtou/ eivmi. Questo essere da lui condiziona la<br />
possibilità di conoscerlo. La conoscenza suppone l’essere dal Padre. «Solo<br />
colui che è da Dio, ha visto il Padre» (6,46). Questa visione del Padre, unica<br />
e immediata, è l’espressione dell’unico rapporto tra Gesù e Dio: «Come ogni<br />
vera conoscenza (secondo Giovanni), la conoscenza che Gesù ha di Dio, è<br />
basata sulla relazione» 127 . Ma non solo è basata, ma a sua volta anche fonda<br />
la relazione stessa. La dipendenza è bilaterale. La conoscenza di Dio da<br />
parte di Gesù è una conoscenza personale, ma anche personalizzante. Gesù<br />
conosce Dio e nello stesso tempo si riconosce come colui che è «da lui». La<br />
sua identità personale deriva dalla conoscenza del Padre. Gesù conosce il<br />
Padre in quanto è da lui, ma è da lui in quanto lo conosce. L’identità di<br />
Gesù, la sua autocoscienza come la riflessione del suo essere si identifica<br />
con la conoscenza di Dio. L’essere personale di Gesù è l’essere da Lui, e<br />
questo essere coincide con il conoscere il Padre. Gesù sa chi è, anzi lui è in<br />
quanto conosce Dio. La sua identità personale è determinata dalla sua<br />
conoscenza di Dio. L’essere dal Padre di Gesù porta altrove in Gv un nome,<br />
«Figlio». L’oggetto di conoscenza del Figlio, cioè il Padre, determina<br />
l’essere filiale di Gesù. Egli è Figlio in quanto sta di fronte al Padre da cui è,<br />
conoscendolo. Con l’affermazione di «essere da Dio», cioè «essere Figlio»<br />
Gesù dà la risposta alla domanda sottostante al c. 7: «Chi è Gesù?». Non è<br />
una risposta evasiva, è la risposta più precisa che si possa dare. Niente è per<br />
lui tanto caratteristico, determinante, fondante per la sua identità, quanto<br />
l’essere dall’Altro, dal Padre. In Gesù infatti si identifica la persona e<br />
l’origine, come lui stesso ha implicato nel v. 28.<br />
Gesù giustifica la sua conoscenza di Dio anche con la missione, e anche<br />
con essa egli si identifica. Questo è tipicamente biblico. Anche i profeti, e lo<br />
stesso Battista, conoscevano Dio mediante la loro missione. La loro<br />
specifica, originale conoscenza di Dio ha avuto l’origine nel momento del<br />
loro invio da parte di Dio e si è approfondita nell’esercitarla. La loro<br />
conoscenza di Dio e la coscienza di essere mandati coincidevano. Ma questa<br />
conoscenza di Dio e la comprensione della prorpia missione tocca anche l’io<br />
del mandato, la sua identità personale, il suo proprio essere. Nell’AT alcuni<br />
personaggi importanti ricevono il nome o gli viene cambiato il nome in vista<br />
della loro missione (Abramo, Israele) o comunque hanno dei nomi che<br />
seine Grundlage in der Wesensgemeinschaft Jesu mit Gott“ (Blank, Joh 1b 88), die hier<br />
als ein „Sein von ihm her“ ausgesagt wird».<br />
127 C.K. BARRETT, Gospel according to St John, 323: «Like all true knowledge<br />
(according to John) the knowledge Jesus has of God is based on relation».<br />
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