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Disertace Brož - Theses

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elativizza la conoscenza dei gerosolimitani nei suoi riguardi. Loro<br />

potrebbero sapere veramente chi è (la domanda centrale dei cc. 7-8), se<br />

conoscessero la sua vera origine. Ma proprio questo non vale. Per conoscere<br />

Gesù non basta sapere che è «figlio di Giuseppe di Nazaret» (1,45) e<br />

conoscere suo padre e sua madre (6,42), la conoscenza del luogo della sua<br />

provenienza terrena e dei suoi genitori terreni non esaurisce il mistero della<br />

sua persona. Si può conoscere Gesù, solo conoscendo la sua vera origine,<br />

Dio. I gerosolimitani non conoscono Gesù, perché non conoscono Colui che<br />

l’ha mandato (8,55). Dall’altra parte non conoscono Dio perché non<br />

conoscono Gesù, suo Figlio (8,19). «La vera conoscenza di Gesù e la vera<br />

conoscenza di Dio si condizionano reciprocamente» 117 .<br />

Nel v. 29 Gesù dà la risposta positiva alle discussioni dei gerosolimitani<br />

circa la sua identità. Non dice però direttamente: «Io sono il Messia». La sua<br />

risposta è indiretta, comunque chiara: evgw. oi=da auvto,n( o[ti par’ auvtou/ eivmi<br />

kavkei/noj me avpe,steilen. In contrasto con la loro ignoranza di Dio egli lo<br />

conosce, lui solo lo conosce. Gesù non descrive questa sua esclusiva<br />

conoscenza, né la specifica, né delimita, non spiega come conosce Dio, non<br />

adduce mezzi né mediatori, cosicché la sua affermezione assume un<br />

carattere assoluto: evgw. oi=da auvto,n. Comunque egli giustifica questa ardita<br />

affermazione con una doppia ragione che consiste nel richiamo alla sua<br />

origine in Dio e alla sua missione che ha ricevuto da lui. L’asserzione<br />

contiene tre elementi, la conoscenza di Dio, la coscienza di essere da lui e la<br />

coscienza della missione, che in Gesù si intrecciano e fondono in modo da<br />

non potersi pensare l’una senza le altre due. Sono come tre vertici di un<br />

triangolo che per definizione deve avere tre vertici (lo schema sulla pagina<br />

seguente).<br />

Il periodo stesso offre la prima indicazione riguardo al rapporto tra questi<br />

tre elementi: dalla frase principale (evgw. oi=da auvto,n) dipendono le altre due,<br />

collegate tra di loro con un nesso copulativo, mentre verso la frase principale<br />

hanno rapporto causale (o[ti), giustificando l’affermazione della frase<br />

principale: Gesù conosce il Padre perché «è» da lui ed è mandato da lui. La<br />

logica di questa giustificazione viene confermata dall’analogia col mondo<br />

umano: se uno viene da qualcuno che lo ha inviato con una missione, si<br />

suppone che lo conosca e che gli siano note le intenzioni e i fini dell’invio.<br />

Dunque anche Gesù, se viene da Colui che l’ha mandato, si suppone che lo<br />

conosca e sia al corrente dei fini della propria missione.<br />

117 A. WIKENHAUSER, Das Evangelium nach Johannes, Regensburg 2 1957, 157: «Die<br />

(rechte) Kenntnis Jesu und die (rechte) Kenntnis Gottes bedingen sich gegenseitig».<br />

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