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Disertace Brož - Theses

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La festa delle Capanne serve come sfondo per Gv 7-8. Soprattutto le due<br />

immagini, l’acqua e la luce, giocano in Gv un ruolo importante: Gesù si<br />

proclama fonte d’acqua viva (7,37-39) e luce del mondo (8,12). Gesù è il<br />

compimento di quanto i Guidei celebravano e in cui speravano a<br />

Gerusalemme durante la festa. Egli sostituisce il motivo della festa. «Non<br />

già la ceremonia per invocare la pioggia, ma Gesù stesso fornisce l’acqua<br />

viva; non l’illuminazione nel cortile del Tempio, ma Gesù stesso è la vera<br />

luce» 116 .<br />

Nella pericope in questione non si trovano gli elementi più essenziali della<br />

celebrazione liturgica delle Capanne, l’acqua e la luce (ci sono invece in<br />

7,37ss.; 8,12 e 9), però anche per essa la circostanza della festa è<br />

determinante: l’entrata di Gesù nel tempio durante la festa è da leggere come<br />

compimento dell’attesa messianica collegata con la celebrazione<br />

escatologica delle Capanne – secondo la profezia di Malachia: «Ecco, invio<br />

il mio messaggero; egli preparerà la via davanti a me. Subito entrerà nel suo<br />

santuario il Signore che voi cercate; l’angelo dell’alleanza che voi<br />

desiderate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti» (Ml 3,1). Nel tempio<br />

Gesù «grida» per comunicare in modo solenne il suo insegnamento. Così<br />

ancora una volta ricorda la Sapienza personificata, di cui leggiamo nei<br />

Proverbi: «La sapienza nelle strade grida, nelle piazze fa sentir la sua voce»<br />

(Pr 1,20). Non dimentichiamo che nella letteratura sapienziale la Sapienza<br />

era pure identificata con la Torâ (Sir 24,22), il cui dono viene celebrato<br />

proprio nella festa delle Capanne con i simboli d’acqua viva e di luce.<br />

1.8 Riflessione teologica sulla conoscenza di Gesù<br />

Quando Gesù in 7,29 dice, esplicitamente per la prima volta in Gv, di<br />

conoscere Dio, non lo esprime in un ambito chiuso, in un circolo esoterico di<br />

iniziati, bensì lo grida in pubblico. Questa dichiarazione solenne non fa parte<br />

di una predica premeditata, ma è una reazione spontanea alle dicerie dei<br />

gerosolimitani. Gesù parla della sua conoscenza di Dio per confutare la loro<br />

sicurezza riguardo alla sua origine.<br />

Prima di mettere in dubbio la loro convinzione, ammette che loro lo<br />

conoscano e sappiano donde è: Ka`me. oi;date kai. oi;date po,qen eivmi, (v. 28).<br />

In questa frase Gesù mette in parallelo la conoscenza di sé e della sua<br />

origine, identificando in tal modo la sua persona con la sua origine. Proprio<br />

su questo principio di identificazione della persona con la sua origine Gesù<br />

116 R.E. BROWN, The Gospel according to John I-XII, 104: «At Tabernacles, not the<br />

rain-making ceremony but Jesus himself is the living water; not the illumination in the<br />

temple court but Jesus himself is the real light» (trad. it. Giovanni, 135).<br />

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