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Disertace Brož - Theses

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ma solo esteriormente, secondo la sua apparenza e provenienza terrene; ma<br />

non lo conoscono veramente, secondo il suo vero essere e origine» 91 . Gesù<br />

conferma la loro affermazione circa la loro conoscenza della sua persona e<br />

della sua provenienza, ma nello stesso tempo la nega. La sua vera origine<br />

non è determinata da un luogo o ambiente sociale, ma da Qualcuno. Questo<br />

Qualcuno non è nominato ed è identificato rispetto a Gesù come colui che lo<br />

ha mandato (o` pe,myaj me, kavkei/no,j me avpe,steilen) e che Gesù conosce,<br />

rispetto ai gerosolimitani come colui che loro non conoscono. Questo<br />

Qualcuno funziona come il punto di divisione tra Gesù e loro: lui lo conosce,<br />

loro no. Gesù, che non viene da se stesso, ma è mandato da lui, può essere<br />

capito da loro nella sua vera identità solo attraverso questo Qualcuno. Ma se<br />

non conoscono questo Qualcuno, non possono conoscere nemmeno Gesù.<br />

Lui però lo conosce. Da ciò è chiaro che per loro l’unica via per conoscerlo è<br />

Gesù. Se questo riuscisse, se conoscessero, mediante Gesù, colui che l’ha<br />

mandato, allora potrebbero alla fine conoscere, in lui, anche la vera origine<br />

di Gesù, e dunque Gesù stesso.<br />

La loro situazione è dunque assai complicata e critica. Se per conoscere<br />

l’uno bisogna conoscere l’altro e loro non conoscono né l’uno né l’altro,<br />

sembra che si trovino nel vicolo cieco, nel circolo vizioso, senza poter<br />

uscirne. Possono sia accettare tutti e due, Gesù come il Messia e Colui che lo<br />

ha mandato come tale, ma per questo devono fare un passo fuori di sé, un<br />

passo della fede, appoggiati solo sull’autotestimonianza di Gesù (e di tutti i<br />

testimoni che in Gv parlano a suo favore). Se non riescono a fare questo<br />

passo, non possono fare altrimenti che rifiutare Gesù, ma con lui, ne siano<br />

consapevoli o meno, anche Colui che l’ha mandato. Non si può avere l’Uno<br />

senza l’Altro. I gerosolimitani di fatto non riescono a fare questo passo.<br />

Scelgono il rifiuto violento. La loro reazione è descritta come l’intenzione,<br />

di cui il narratore è a conoscenza: cercano di prendere Gesù. La loro<br />

reazione violenta suppone che abbiano capito che Gesù aveva parlato della<br />

sua relazione unica col Padre, il tema che anche altrove suscita grande<br />

scandalo nell’animo dei Giudei. Qui non gli rimproverano una bestemmia<br />

(come in 5,18; 10,33), però cercano di catturarlo. Forse vogliono<br />

consegnarlo alle autorità. Il narratore non lo dice. Ma il loro tentativo<br />

tradisce chiaramente l’atteggiamento preso di fronte a Gesù e alle sue<br />

pretese. Così la loro indecisione iniziale, uno stupore domandante, pur già<br />

91 R. SCHNACKENBURG, Das Johannesevangelium, II, 203: «Das würde die Paradoxie<br />

zerstören: Sie „kennen“ ihn, aber nur äußerlich, seiner irdischen Erscheinung und Heimat<br />

nach; aber sie kennen ihn nicht wirklich, seinem wahren Wesen und Ursprung nach».<br />

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