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un atteggiamento di dubbio apriori e di sfiducia nei confronti di Gesù che,<br />
mediante l’autorivelazione di lui, passa ad un’inimicizia in atto. Sullo sfondo<br />
stanno i capi del popolo, caratterizzati come i nemici notori di Gesù. Il loro<br />
atteggiamento attuale, cioè la passività nei confronti di Gesù, desta nei<br />
gerosolimitani un momentaneo confuso sospetto che il capi abbiano creduto<br />
che Gesù sia il Messia. Quest’ultimo, il Messia, non è un personaggio reale,<br />
ma solo viene menzionato dai gerosolimitani come contenuto delle loro<br />
aspettattive e definito mediante il dogma messianico secondo cui non si sa<br />
da dove viene. In quanto tale serve ai gerosolimitani da criterio per escludere<br />
la messianicità di Gesù. Un altro personaggio che viene solo alluso è Dio,<br />
cui si referisce Gesù come a o` pe,myaj me.<br />
Individuati i personaggi, possiamo seguire lo sviluppo del racconto. Il<br />
brano si apre con la comparsa dei gerosolimitani sulla scena, per la prima<br />
volta nella trama del vangelo. È vero, che in 7,14-24 Gesù già discute nel<br />
tempio nel mezzo della festa con i Giudei, ma non con questi. Quelli di<br />
prima infatti non sapevano niente dei tentativi omicidi dei capi nei riguardi<br />
di Gesù e se lui ne ha fatto accenno, lo ritenevano un indemoniato (7,19-20).<br />
I gerosolimitani invece sanno che i capi cercano di uccidere Gesù. È questa<br />
conoscenza dell’atteggiamento dei capi verso Gesù che caratterizza e forse<br />
predispone l’atteggiamento di loro stessi verso di lui. Non sono loro stessi<br />
che cercano di ucciderlo, vero, ma forse la conclusione fatta dai capi nei<br />
riguardi di Gesù (5,18), l’hanno assunta, almeno parzialmente, per propria.<br />
Forse sono indecisi, ma l’opinione dei circoli dirigenti ha troppa importanza<br />
per loro, forse ne hanno paura (7,13). Comunque sia, vedendo Gesù parlare<br />
nel tempio, subito lo identificano come colui che i capi cercano di uccidere.<br />
Si domandano se non sia proprio lui. Ciò significa che non lo conoscevano<br />
di persona fino a quel momento, e che dunque, prima di vederlo con i propri<br />
occhi, già ne avevano conosciuto la valutazione dei capi ed erano influenzati<br />
dal loro pregiudizio.<br />
Ma adesso sono impressionati da Gesù stesso che possono vedere e<br />
sentire di persona. Lo stupore è causato appunto dalla discordanza tra ciò<br />
che hanno sentito di Gesù dagli altri e ciò che adesso sentono direttamente<br />
da lui stesso. Prima che il narratore ci dica che Gesù e;kraxen evn tw/| ièrw/|<br />
dida,skwn kai. le,gwn e citi le sue parole, sappiamo già dal discorso dei<br />
gerosolimitani che Gesù parla nel tempio in un modo affascinante, degno di<br />
attenzione (i;de). Non si dice che i gerosolimitani siano impressionati dal<br />
contenuto delle sue parole (sarebbero quelle del suo discorso precedente: vv.<br />
16-19.21-24), ma dal fatto che parla con parrhsi,a, il che contrasta al<br />
tentativo dei capi di ucciderlo. La strana inerzia dei capi porta i<br />
gerosolimitani a formulare un’ipotesi: i capi hanno riconosciuto in Gesù il<br />
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