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Disertace Brož - Theses

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di Dio 68 . Sette volte Gesù usa l’espressione o` pe,myaj me path,r che funziona<br />

quasi come un titolo, un nome di Dio. Possiamo trovare anche un<br />

parallelismo tra o` pe,myaj me e o` path,r 69 . Questa identificazione di o` pe,myaj<br />

me con o` path,r spinge a considerare l’invio di Gesù da parte di Dio una<br />

realtà interpersonale.<br />

Il participio sostantivizzato o` pe,myaj me, riferito a Dio, viene in 7,28<br />

qualificato con l’aggettivo avlhqino,j che non è sinonimo di avlhqh,j,<br />

“veridico”, ma come sempre in Gv significa «digne du nom de» 70 , uno di cui<br />

si può dire che veramente ha inviato. Non si tratta di proprietà di carattere<br />

del Padre ma della certazza del fatto che ha mandato Gesù. Dio è vero nel<br />

suo mandare Gesù. «Colui che ha inviato Gesù è veramente Qualcuno che<br />

manda» 71 . Secondo Schnackenburg con avlhqino,j Giovanni vuole affermare<br />

l’esistenza e la divinità di Colui che ha mandato Gesù. «Infatti avlhqino,j è un<br />

attributo di Dio (17,3), il quale gli spetta in quanto è l’assolutamente<br />

Esistente e Vivente in un modo unico (cf. 1 Gv 5,20)» 72 .<br />

2) avposte,llw: Il verbo avposte,llw ha nel greco antico un siginificato<br />

fondamentale di mandare, inviare. Si differenzia da pe,mpw: «Mentre pe,mpein<br />

indica prevalentemente il fatto dell’inviare..., con avposte,llein si vuol<br />

significare piuttosto che l’invio è fatto con uno scopo ben determinato,<br />

speciale e particolare; questo scopo stabilisce un rapporto non soltanto tra<br />

chi manda e chi riceve, ma proprio tra colui che veiene inviato o la cosa che<br />

è l’oggetto dell’invio e colui che invia» 73 .<br />

68 Tre volte il verbo è in futuro, sempre con il Paraclito come oggetto: una volta è il<br />

Padre che lo manderà (14,26), due volte Gesù (15,26; 16,7). Una volta pe,mpw è in<br />

presente: Gesù risorto manda i discepoli (20,21). In tutte le altre 27 ricorrenze pe,mpw è in<br />

participio aoristo. Quello solo una non si riferisce a Dio (1,22: si tratta dei Giudei di<br />

Gerusalemme che hanno mandato da Giovanni i sacerdoti e i leviti), nelle altre 26<br />

ricorrenze o` pe,myaj (me) è Dio. A parte 7,18 e 13,16 dove Gesù esplicita una norma e un<br />

principio generali, nelle 24 ricorrenze rimanenti si tratta esplicitamente della missione di<br />

Gesù da parte del Padre.<br />

69 Il primo: 6,39: tou/to de, evstin to. qe,lhma tou/ pe,myanto,j me – 6,40: tou/to ga,r evstin to.<br />

qe,lhma tou/ patro,j mou; il secondo: 15,21: ouvk oi;dasin to.n pe,myanta, me – 16,3: ouvk<br />

e;gnwsan to.n pate,ra.<br />

70 M.J. LAGRANGE, Évangile selon Saint Jean, 210.<br />

71 H. VAN DEN BUSSCHE, Giovanni, Assisi 2 1971, 334.<br />

72 R. SCHNACKENBURG, Das Johannesevangelium, II, 204: «Denn avlhqino,j ist Attribut<br />

Gottes (17,3), das ihm als dem Absolut-Seienden und Lebendigen in einmaliger Weise<br />

zukommt (vgl. o` avlhqino,j 1 Joh 5,20)».<br />

73 K.H. RENGSTORF, «avposte,llw (pe,mpw)», 397: «Während es nämlich bei pe,mpein<br />

vorwiegend um die Sendung als solche geht, um die Tatsache des Sendens, wie sie etwa<br />

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