Disertace Brož - Theses

personale (la persona da cui si riceve qualcosa), la causa, lo strumenato, il
movente, motivo e l’autore di un azione 63 .
In Gv avpo, si trova 35 volte, di cui 9 volte esprime il rapporto tra Gesù e il
Padre, il quale è il punto di partenza di Gesù venuto nel mondo e l’origine di
tutto quanto egli parla e fa 64 . Analogamente anche il Paraclito non parlerà da
sé, avfV eàutou/, ma in dipendenza da Gesù (16,13).
3) para,: Alla locuzione negativa «non sono venuto da me stesso», nel v.
28, corrisponde una positiva nel v. 29, in cui Gesù afferma di essere «da
lui», parV auvtou/, cioè da «colui che mi ha mandato». Gesù qui esprime il suo
rapporto con Dio mediante la preposizione para,. Essa regge il nome con
gentivo, dativo o accusativo. Originalmente significa la vicinanza, ma
secondo il caso si tratta rispettivamente dell’allontanamento dalla vicinanza
(genitivo), del rimanere nella vicinanza (dativo) e del movimento che porta
in vicinanza (accusativo) 65 .
In Gv para, ricorre 30 volte, col genitivo (26 volte) e col dativo (4 volte).
Usata col genitivo, la preposizione può avere prima di tutto il senso locale,
da, da parte di, e si unisce ai verbi di movimento: venire, uscire, allontanare.
Ma esprime anche origine o provenienza e allora si trova dopo i verbi di
preghiera e richiesta, di prendere e ricevere o di udire e apprendere. Unita
col passivo, indica l’agente.
Per lo scopo di questo lavoro sono importanti solo 14 ricorrenze di para,
con Dio in genitivo in rapporto a Gesù. Il Padre è per lui il punto di partenza
nel suo viaggio nel mondo: evgw. para. tou/ qeou/ evxh/lqon (16,27; cf. 16,28;
17,8). Gesù è dipendente dal Padre in tutto: parla ciò che ha ascoltato da lui
(8,26.40; 15,15). Ma Gesù non solo ascolta dal Padre, non solo viene da lui,
egli è da lui! Tutto il suo essere deriva dal Padre. In 4 passi troviamo para,
con Dio come complemento dopo il verbo essere con Gesù come soggetto.
Questo ricorre due volte nel capitolo 9. Anche se i farisei lo mettono in
dubbio (9,16: ouvk e;stin ou-toj para. qeou/ o` a;nqrwpoj( o[ti to. sa,bbaton ouv
63 Cf. G. SCHNEIDER, «avpo apo von (-weg, -her)», in EWNT, I, 297.
64 Gesù è maestro venuto avpo. qeou/ (3,2), non può fare niente da se stesso, avfV
eàutou//avpV evmautou/ (5,19.30), è sceso dal cielo, avpo. tou/ ouvranou/, per compiere la volontà
di colui che lo ha mandato (6,38), non parla da se stesso, avpV evmautou/ (7,17; 14,10), non è
venuto da se stesso, avpV evmautou/ ouvk evlh,luqa (7,28; 8,42), è uscito avpo. qeou/ (13,3).
65 W. KÖHLER, «para, para von, von-her, mit, bei, nach der Meinung von, an, anvorbei,
in Vergleich zu, gegen», in EWNT, III, 28: «para, bezeichnet ursprünglich die
Nähe (…) Je nach Kasus handelt es sich um die Entfernung aus der Nähe (Gen.), das
Verweilen in der Nähe (Dat.) und die Bewegung in die Nähe (Akk.)».
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