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Disertace Brož - Theses

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C. S. Keener si tratta semplicemente dei sinonimi, del tutto interscambiabili,<br />

anche se ammette che Giovanni sembri preferire oi=da quando si tratta della<br />

conoscenza dell’origine o del fine 57 . Heinrich Seesemann osserva che oi=da<br />

in generale molte volte sostituisce il perfetto e;gnwka e che può ricorrere<br />

anche altrimenti come sinonimo di ginw,skw, e «quando i due verbi vengono<br />

usati assolutamente nel greco della koiné non si può cogliere (…) quasi<br />

alcuna differenza di significato, particolarmente dove il carattere incoativo<br />

di ginw,skein non è preminente o manca del tutto» 58 . Poi adduce i luoghi in<br />

Gv dove i due verbi sono sinonimi (7,27; 8,55; 17,7; 21,17) e conclude:<br />

«Sarà dunque bene esser cauti nell’accentuare troppo il significato peculiare<br />

di questi due termini» 59 .<br />

A mio avviso, la tesi di I. de la Potterie è in parte vera. Per Giovanni i<br />

verbi oi=da e ginw,skw non sono semplici sinonimi che adopera a piacere.<br />

Basta contare le ricorrenze dei due verbi nel Quarto Vangelo per rendersi<br />

conto che il suo autore preferisce oi=da, soprattutto quando si tratta della<br />

conoscenza di Gesù, e se questa viene riferita al Padre come oggetto, oi=da è<br />

usato quasi esclusivamente 60 . Anche in tutti i casi in cui si tratta della<br />

conoscenza di se stesso, del suo destino, della sua Ora, da parte di Gesù, Gv<br />

usa oi=da. È pure significativo che la (non)conoscenza da parte del mondo è<br />

espressa sempre con ginw,skw. Dall’altra parte è vero, come osserva<br />

Seesemann, che in 7,27; 8,55; 17,7; 21,17 i due verbi sono sinonimi, anzi, si<br />

può aggiungere ancora 15,21 in confronto con 16,3 e forse anche 8,27 in<br />

confronto con 16,18. Dobbiamo dunque concludere che Giovanni dà una<br />

sfumatura al significato di ciacuno di essi, fino al punto da dare a una<br />

determinata situazione il senso proprio attraverso il confronto tra questi due<br />

significati. Ma questo non vale sempre. Altre volte la varietà dei verbi può<br />

avere semplicemente una ragione stilistica. Se allora si vuole affermare che<br />

57<br />

Cf. C.S. KEENER, The Gospel of John, I, 244s.<br />

58<br />

H. SEESEMANN, «oi=da», 120: «Bei der abs. Verwendung der Verben wird im Koine-<br />

Griech häufig kaum ein Unterschied in der Bdtg. festgestellt werden können;<br />

insonderheit ist das dort der Fall, wo das inchoative Moment des ginw,skein zurücktritt<br />

oder fehlt».<br />

59<br />

H. SEESEMANN, «oi=da», 120: «Man wird sich demnach hüten müssen, diese<br />

Vokabeln in ihrer Bedeutung zu pressen».<br />

60<br />

Solo in due casi, infatti, la conoscenza del Padre da parte di Gesù è designata con il<br />

verbo ginw,skw (10,15; 17,25), ma in questi due casi la ragione è evidente: in 10,15 Gesù<br />

paragona la conoscenza reciproca tra lui e i suoi con quella che c’è tra lui e il Padre; ora<br />

tale confronto è possibile solo con l’uso dello stesso concetto. La stessa ragione si può<br />

cercare nel secondo caso, in 17,25, dove Gesù giustappone l’ignoranza del Padre da parte<br />

del mondo e la sua propria conoscenza del Padre.<br />

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