Disertace Brož - Theses

1.3.3 Conoscenza: ginw,skw/oi=da
Il terzo campo semantico riguarda il tema proprio di questo lavoro, cioè la
conoscenza. In 7,25-30 tale concetto ricorre 7 volte, espresso con due verbi,
ginw,skw e oi=da. Prima i gerosolimitani esprimono l’ipotesi che i capi
abbiano riconosciuto (e;gnwsan) Gesù come il Cristo (v. 26), l’ipotesi che
loro stessi subito scartano in base al fatto di sapere (oi;damen) di dove è Gesù,
mentre del Cristo nessuno sa (ginw,skei) donde sia (v. 27). Gesù ammette
che loro conoscano (oi;date) lui e la sua provenienza, eppure non conoscono
(ouvk oi;date) Colui che l’ha mandato (v. 28), che lui invece conosce (oi;da, v.
29). Ora bisogna determinare il significato di questi due verbi in Gv e la
differenza tra di loro, se c’è.
1) ginw,skw: Il verbo ginw,skw (forma più antica gignw,skw) indica la
percezione intellettuale di un oggetto o di un rapporto obiettivo, sia che esso
entri per la prima volta o rientri nella coscienza del soggetto (venire a
sapere), sia che esso sia già in essa presente (riconoscere) 49 .
Etimologicamente ginw,skw è apparentato con gi,nomai, che significa
nascere, diventare. Questa vicinanza lessicale è segno dell’intuizione
primordiale di analogia tra il processo naturale di concepimento e nascita
con il processo conoscitivo. Il verbo ginw,skw ha avuto originalmente questo
significato di processo, con cui si arriva al possesso della conoscenza, anche
se poi ha aquistato anche l’altro senso, quello di possesso della
conoscenza 50 .
Nel NT il verbo ginw,skw ricorre 222 volte, di cui 57 sono in Gv che si
trova con una tale frequenza al primo posto tra gli scritti neotestamentari.
verdetto del processo con Gesù (19,14). Anche quando si dice che il discepolo prediletto
«da quell’ora» ha preso la madre di Gesù con sé (19,27), si tratta di un dato cronologico,
vero, ma anche teologico: la prima cellula della comunità di Gesù è il frutto della sua
Ora.
49 R. BULTMANN, «ginw,skw», in ThWNT, I, 688-689: Das Verb «bezeichnet im
griechischen Sprachgebrauch das verstehende Erfassen eines Gegenstandes oder
Sachverhalts, einerlei ob dieser neu bzw. wieder in den Gesichtskreis des Erfassenden
tritt (kennenlernen, erfahren, [wieder]erkennen), oder ob er schon in ihm vorhanden war
(erkennen)».
50 R. BULTMANN, «ginw,skw», 689: «Ursprünglich ist, wie die inchoative Bildung
zeigt, das Ingressive des Aktes des Erfassens betont, doch kann dieses zurücktreten und
verschwinden, so dass der Sinn der von kennen, verstehen, wissen ist, wie denn überhaupt
der Gebrauch des Perfekt e;gnwka weithin durch den von oi=da verdrängt ist, und wie
umgekehrt zu eivde,nai das Substantiv ei;dhsij fast durch gnw/sij oder gnw,mh verdrängt ist».
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