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Disertace Brož - Theses

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3) La venuta dell’Ora: I gerosolimitani non riescono a catturare Gesù, o[ti<br />

ou;pw evlhlu,qei h` w[ra auvtou (v. 30). L’ultimo soggetto di e;rcomai nel passo<br />

in questione è «la sua ora».<br />

Il vocabolo w[ra nel greco classico significa anzitutto il tempo opportuno,<br />

fissato per qualcosa. È sempre un tempo concreto, determinato di/per<br />

qualche cosa o qualche azione. Solo più tardi si passa al significato di breve<br />

spazio di tempo per arrivare finalmente alla dodicesima parte del giorno o<br />

della notte. Nei LXX quando il vocabolo traduce l’ebraico t[e, ha un<br />

significato simile a quello greco classico, cioè di tempo stabilito per<br />

qualcosa, di tempo opportuno o di breve tratto di tempo. Solo nelle parti<br />

originalmente greche si trova w[ra nel senso di ora. Il NT (106 ricorrenze)<br />

continua a usare il termine w[ra nel senso greco classico e in quello dei LXX,<br />

e quindi designa soprattutto il periodo stabilito per qualcosa, ma talvolta<br />

anche 1 ⁄12 del giorno. Nel tempo neotestamentario era diffuso anche il senso<br />

del tempo stabilito da Dio per la realizzazione di eventi apocalittici 43 .<br />

In 14 delle 26 ricorrenze in Gv l’w[ra è soggetto di e;rcomai in vari tempi.<br />

Due volte la formulazione è negativa: l’ora non è ancora venuta (7,20; 8,20),<br />

in altri casi si tratta delle affermazioni positive: l’ora viene o è già venuta 44 .<br />

In tutte le ricorrenze di w[ra connessa con e;rcomai possiamo distinguere<br />

quelle in cui w[ra è riferita a Gesù mediante l’articolo determinato o il<br />

pronome possessivo, h` w[ra, h` w[ra auvtou/ 45 , da quelle in cui w[ra è<br />

indeterminata, «un’ora», o si riferisce ad altre persone: alla donna<br />

partoriente (16,21), ai persecutori futuri dei discepoli (16,2.4) o ai discepoli<br />

nella loro fuga (16,25).<br />

Nei casi del primo tipo, quelli dell’ora determinata, si tratta dell’Ora di<br />

Gesù, di un momento importante, anzi, del momento più importante della<br />

sua vita. È l’ora del passaggio da questo mondo al Padre (13,1), della sua<br />

glorificazione (12,23; 17,1). È il momento che Gesù non vuole anticipare<br />

(2,4), che però determina tutta la sua vita, a cui essa tende. Si tratta del<br />

momento per cui Gesù è venuto, che turba la sua anima, essendo l’ora della<br />

passione, ma che comunque è un’ora benvenuta, perché gli dà l’occasione di<br />

esclamare: «Padre, glorifica il tuo nome!» (12,28). Quest’Ora è il momento<br />

43 Cf. G. DELLING, «w[ra», in ThWNT, IX, 675-679.<br />

44 Una volta il verbo venire è unito all’w[ra, senza che essa ne sia il soggetto, lo è<br />

invece Gesù: dia. tou/to h=lqon eivj th.n w[ran tau,thn (12,27). Un’altra volta l’ora è<br />

collegata con l’idea della venuta, però mediante un altro verbo: ou;pw h[kei h` w[ra mou<br />

(2,4).<br />

45 In questa categoria possiamo inserire anche 2,4, dove w[ra appare con un altro<br />

verbo: ou;pw h[kei h` w[ra mou.<br />

43

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