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Quando Gesù, in 7,29, per la prima volta in Gv, afferma di conoscere Dio,<br />
allora questa parola rivelatoria fa parte della sua attività caratteristica,<br />
d’insegnare, un’attività che sulla terra spetta solo a lui 34 ed è invece propria<br />
anche al Padre e allo Spirito e inserisce dunque Gesù tra gli insegnanti<br />
divini.<br />
1.3.2 Venuta: e;rcomai riferito a Cristo,j, a Gesù e all’w[ra auvtou/<br />
Nella presente pericope il verbo e;rcomai, venire, si trova tre volte con tre<br />
soggetti diversi: o` Cristo,j che deve venire (v. 27), Gesù (in prima persona)<br />
che non è venuto da se stesso (v. 28) e h` w[ra di Gesù che non è ancora<br />
venuta (v. 30).<br />
Il verbo e;rcomai significa fondamentalmente venire e andare. Si usa<br />
riferito sia a persone che si muovono nello spazio che alle realtà inanimate,<br />
come il tempo, la sorte, il fato, gli stati d’animo. Può avere la forma<br />
composta e allora determinati prefissi precisano la direzione del<br />
movimento 35 . In Gv il verbo e;rcomai ricorre 153 volte 36 . Per soggetto ha<br />
Gesù (42 volte), il Messia o il Profeta o «colui che viene dopo di me» (13), il<br />
Battista (2), la luce (3), il vento (1), il Paraclito (4), poi molte volte diverse<br />
persone (discepoli, credenti, i romani ecc.), ma anche determinate realtà<br />
come metitura, barche, notte, ladro, lupo, il principe di questo mondo, la<br />
voce dal cielo, sangue e acqua, la parola. Spesso il significato del verbo è<br />
quello comune, di uno spostamento locale, in alcuni casi però ha un senso<br />
teologico più profondo. Così l’espressione e;rcesqai pro,j con Gesù come<br />
complemento equivale a seguire Gesù, credere in lui, essere suo discepolo<br />
(3,26; 6,35 ecc.). Rispetto alla pericope in questione sono importanti le<br />
ricorrenze in cui e;rcomai viene riferito al Cristo, a Gesù e alla sua Ora.<br />
34 Oltre al verbo dida,skein Giovanni usa 8 volte il sostantivo dida,skaloj, 7 volte<br />
riferito a Gesù che viene chiamato così dai primi discepoli (1,38: come traduzione<br />
dell’aramico ~Rabbi,), da Nicodemo (3,2), dai dottori della Legge e farisei (8,4), da Marta<br />
(11,28), dai discepoli (13,13-14), dalla Maddalena (20,16: Rabbouni). Gesù ricorda<br />
Nicodemo a essere o` dida,skaloj tou/ VIsrah,l (3,10), ma con ironia, facendo apparire<br />
ancora di più l’ignoranza del vecchio rabbi. Gv usa anche tre volte il sostantivo didach,: si<br />
tratta sempre della dottrina di Gesù, anche se la sua vera origine è «colui che lo ha<br />
mandato» (7,16), «Dio» (7,17). Il sommo sacerdote interroga Gesù «riguardo ai suoi<br />
discepoli e alla sua dottrina» (18,19), concentrandosi sulla parte essenziale della missione<br />
di Gesù secondo Giovanni.<br />
35 Cf. J. SCHNEIDER, «e;rcomai», in ThWNT, II, 662-663; T. SCHRAMM, «e;rcomai<br />
erchomai kommen, gehen», in EWNT, II, 139.<br />
36 Oltre al verbo semplice Gv 74 volte usa i verbi composti: 1 avne,rcomai, 20<br />
avpe,rcomai, 1 die,rcomai, 15 eivse,rcomai, 30 evxe,rcomai, 1 prose,rcomai, 5 sune,rcomai.<br />
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