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Disertace Brož - Theses

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i Giudei: eiv su. ei= o` Cristo,j( eivpe. h`mi/n parrhsi,a| (10,24). La parrhsi,a in fin<br />

dei conti esprime la libertà della sua autorivelazione al mondo.<br />

3) kra,zw: In risposta alla discussione se Gesù potesse essere il Messia egli<br />

risponde con una proclamazione forte: e;kraxen ou=n evn tw/| ièrw/| dida,skwn o`<br />

VIhsou/j (v. 28). Il verbo kra,zein è una delle parole onomatopeiche composte<br />

da kr+vocale+gutturale, esprimenti suoni striduli, rauchi, aspri. In tal modo è<br />

in grado di imitare il gracchiare dei corvi 27 . Significa prima di tutto gridare<br />

con voce alta, strillare. Può trattarsi di un grido inarticolato 28 , ma significa<br />

anche, e nel NT più spesso, proclamare, annunciare ad alta voce (spesso<br />

unito con le,gw, come nel caso di Gv 7,28).<br />

Per quanto riguarda l’uso veterotestamentario di kra,zein, i LXX con esso<br />

traducono i verbi ebraici q[c, q[z e arq. Soprattutto l’ultimo di essi ricorre<br />

spesso nei salmi dove designa il grido dell’orante a Dio, per lo più nella<br />

situazione di necessità. Importante per l’uso neotestamentario, e anche per il<br />

nostro caso, è lo sviluppo dell’uso di kra,zw nella letteratura giudaica.<br />

Giuseppe Flavio e i rabbini lo utilizzano per l’attività dei profeti.<br />

L’espressione «il profeta... gridò dicendo» è divenuta una formula di<br />

citazione dei passi della Scrittura 29 .<br />

Nei sinottici questo verbo viene adoperato per lo più laddove qualcuno<br />

rende testionianza a Gesù, come i demoni urlanti che lo riconoscono come il<br />

Figlio di Dio (Mc 5,7 ecc.), i ciechi che lo invocano come il Figlio di Davide<br />

(Mc 10,47) o la folla che lo accoglie con giubilo a Gerusalemme (Mc 11,9<br />

par.) 30 . Giovanni nei casi analoghi usa krauga,zw 31 , mentre kra,zw, lo riserva<br />

per Gesù, con eccezione di una sola presenza dove il verbo si riferisce al<br />

Battista; si tratta comunque sempre del contesto delle discussioni<br />

sull’indentità di Gesù. Già il Battista nel prologo proclama solennemente<br />

27<br />

W. GRUNDMANN, «kra,zw, avvnakra,zw, kraugh,, krauga,zw», in ThWNT, III, 898:<br />

«Kra,zw entspricht unserem “krächzen”, wie überhaupt verschiedene Schallwörter,<br />

bestehend aus kr + Vocal + Guttural für kreischende, rauhe, heisere Töne gebildet sind.<br />

Es ist dem Krächzen der Raben nachgebildet».<br />

28<br />

In questo senso si può trattare di raglio dell’asino (Gb 6,5), di grida di spavento dei<br />

discepoli (Mt 14,26) o di urla degli ossessi (Mc 5,5 ecc.), di grida di una donna<br />

partoriente (Ap 12,2) e del grido di Gesù morente (Mt 27,50).<br />

29<br />

Cf. W. GRUNDMANN, «kra,zw», 900.<br />

30<br />

Per una visione più dettagliata cf. H. FENDRICH, «kra,zw krazō schreien, rufen», in<br />

EWNT, II, 774-775.<br />

31<br />

In 12,13 si tratta del grido «Osanna» alla venuta di Gesù a Gerusalemme; in 18,40;<br />

19,6.12.15 invece sono le grida della folla che chiede da Pilato la morte di Gesù e in<br />

11,43 Gesù stesso con questo grido chiama Lazzaro dal sepolcro.<br />

38

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