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Disertace Brož - Theses

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parlare, narrare, esprimere 15 . In questo senso, e solo in esso, è usato nel<br />

NT, dove per lo più introduce un discorso diretto 16 .<br />

In 7,26 levgw ha un senso particolare in riferimento al fatto che i capi non<br />

impediscono a Gesù di parlare in pubblico: ouvde.n auvtw/| le,gousin. I<br />

gerosolimitani se ne stupiscono e ipotizzano che i capi abbiano creduto in<br />

Gesù. La ragione di tale opinione sta proprio nel senso specifico della<br />

formula ouvde.n auvtw/| le,gousin che è «tipica dello stile rabbinico e suppone<br />

una sorte di approvazione o almeno di tolleranza tacita da parte di coloro che<br />

erano abituati a criticare senza riguardi colui che pareva contrario alla<br />

tradizione» 17 . I testi giudaici tardivi confermano quest’usanza 18 .<br />

b) Il verbo lale,w nel NT (269 ricorrenze) viene usato nel senso di parlare<br />

e dire 19 . In Gv ricorre 59 volte e nella maggioranza dei casi ha un valore<br />

teologico molto forte. Di preferenza viene usato per esprimere il parlare di<br />

Gesù (44 volte). È interessante che Gesù mai utilizza il verbo lalei/n per<br />

indicare il parlare di Dio; lo fanno i Giudei, convinti che Dio ha parlato a<br />

Mosè (9,29). Gesù invece usa 32 volte lo stesso verbo per esprimere il suo<br />

15 Cf. H. HÜBNER, «le,gw legō sagen, nennen», in EWNT, II, 853-854.<br />

16 Tipico per i vangeli e gli Atti è introdurre un discorso diretto con il participio le,gwn<br />

dopo un verbum dicendi finito: è un ebraismo creato dai LXX (rende l’ebraico rmoale). In<br />

Gv questa formula si trova una ventina di volte, di cui 4 volte riferita a Gesù (anche in<br />

questa pericope: 7,28). Inoltre si può osservare, riguardo all’uso di le,gw, che la 1 a persona<br />

singolare del presente le,gw compare nei sinottici e in Gv soltanto in bocca di Gesù. Così<br />

si esprime l’alta autocoscienza di Gesù, soprattutto con la formula avmh.n avmh.n le,gw<br />

u`mi/n/soi che in Gv ricorre 25 volte (1,51; 3,3.5.11; 5,19.24.25; 6,26.32.47.53; 8.34.51.58;<br />

10,1.7; 12,23; 13,16.20.21.38; 14,12; 16,20.23; 21,18).<br />

17 M.J. LAGRANGE, Évangile selon Saint Jean, 209: «La formule ouvde.n auvtw/| le,gousin<br />

est bien dans le style rabbinique (…) et suppose une sorte d’approbation ou moins de<br />

tolérance tacite, de la part de ceux qui s’étaient fait une habitude de critiquer sans<br />

ménagement ce qui paraissait contaire à la tradition».<br />

18 Cf. C.S. KEENER, The Gospel of John. A Commentary, I, Massachusetts 2003, 718:<br />

«Later Jewish texts include a similar idiom about not speaking a word to a person,<br />

implying quiet approval».<br />

19 Secondo H. HÜBNER, «lale,w laleō reden, sprechen», in EWNT, II, 828, si tratta in<br />

origine di un verbo onomatopeico che significa balbettare dei bambini piccoli, poi,<br />

applicato ad adulti, chiacchierare e ciarlare: «bedeutet urspr. in lautmalerischer Weise<br />

lallen als das unbeholfene Sich-äußern kleiner Kinder, dann, auf Erwachsene übertragen,<br />

plaudern und schwatzen, zuweilen sogar in bewusstem Gegensatz zum vernünftigen<br />

Reden».<br />

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