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possibile studiare anche il Vangelo di Giovanni dal punto di vista narrativo.<br />
Infatti l’autore può «raccontare» anche tramite i dialoghi – come succede<br />
nei romanzi e appunto nel dramma. Quando i personaggi parlano uno con<br />
l’altro, si sviluppa la trama dell’azione. Alcuni autori perciò leggono anche<br />
il Quarto Vangelo nella prospettiva narrativa 11 . La ragione è ovvia: non solo<br />
la descrizione oggettiva del comportamento degli attori crea la trama, ma<br />
anche il discorso diretto. Anche la parola infatti è un’azione, un «actus<br />
linguisticus». Questo vale soprattutto per le controversie a Gerusalemme<br />
(cc. 5-10) nelle quali Giovanni descrive uno svolgimento molto drammatico<br />
degli scontri tra vari personaggi e Gesù. In queste dispute i discorsi diretti<br />
non hanno solo un valore contenutistico, indipendente dallo svolgimento<br />
dell’azione drammatica. Quando Gesù e i suoi interlocutori si scambiano le<br />
parole, nelle loro repliche succede qualcosa. Anzi, persino un monologo<br />
può avere un aspetto narrativo – come avviene nelle parabole di Gesù.<br />
Anche dentro un monologo possono apparire diversi personaggi che sono in<br />
moto, che agiscono e interagiscono e che alla fine escono diversi da come<br />
sono entrati nel racconto. Per queste ragioni mi sento giustificato di<br />
adoperare l’analisi narrativa anche rispetto ai brani scelti nella prima parte<br />
di questo lavoro.<br />
e) analisi pragmatica: Ogni autore quando scrive un testo, lo fa con<br />
un’intezione precisa e per un determinato scopo. Scrivendo egli ha in mente<br />
non solo l’oggetto di cui si occupa ma anche i suoi lettori, sui quali vuole in<br />
qualche modo influire, nei quali vuole lasciare un’impronta, che vuole<br />
spingere a una riflessione, ai quali vuole far capire qualcosa e ai quali<br />
desidera di far condividere i suoi valori. A tale scopo egli sceglie una certa<br />
strategia letteraria. L’aspetto pragmatico dell’analisi di un testo riguarda<br />
appunto lo scopo per cui egli scrive e la strategia che sceglie per<br />
raggiungerlo.<br />
Fortunatamente Giovanni stesso ci ha svelato lo scopo del suo scritto<br />
nella prima conclusione del libro: «Questi (segni) invece sono stati scritti,<br />
affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo,<br />
abbiate la vita nel suo nome» (20,31). Se tutto il libro evangelico ha tale<br />
aufgebaut wie ein Drama (…), alle Teile in ihm funktionieren wie in einem Drama, und<br />
es kann als Drama gelesen und rezipiert werden».<br />
11 Cf. R.E. BROWN, An Introduction to the Gospel of John, New York 2003, 30-39;<br />
R.A. CULPEPPER, Anatomy of the Fourth Gospel; V. MANNUCCI, Giovanni il Vangelo<br />
narrante. Introduzione all’arte narrativa del quarto Vangelo, Bologna 1993; G.R.<br />
O’DAY, «Narrative Mode and Theological Claim: a Study in the Fourth Gospel», JBL<br />
105 (4, 1986) 657-668.<br />
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