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Padre, unica ed esclusiva, di fronte all’incredulità dei Giudei che rifiutano<br />
la sua pretesa messianica. Affermando di conoscere il Padre, Gesù confuta<br />
la loro convinzione di conoscere lui, Gesù, sulla quale essi fondano il loro<br />
rifiuto di lui, e conferma la sua messianicità. L’affermazione di conoscere il<br />
Padre da parte di Gesù viene dunque espressa in funzione della sua<br />
missione messianica. Non ha fine in se stessa, ma serve a stabilire l’identità<br />
messianica di Gesù. In termini tecnici, la cristologia (e in conseguenza la<br />
teologia stessa) si presenta in funzione della soteriologia.<br />
La seconda parte del presente lavoro conferma e completa quanto è stato<br />
ricavato dall’esegesi delle quattro pericopi in cui Gesù afferma direttamente<br />
di conoscere il Padre. Parecchie volte in Gv troviamo la conoscenza di Dio<br />
da parte di Gesù espressa in diversi modi: Gesù conosce gli atteggiamenti,<br />
propositi e volontà del Padre, lo vede e sente, sa cosa il Padre fa nei suoi<br />
riguardi. Sempre quando viene costatata la conoscenza di Dio da parte di<br />
Gesù si parla della vicinanza di quest’ultimo a Dio e nello stesso tempo<br />
della sua sottomissione a lui. In questo modo si afferma l’unità e nello<br />
stesso tempo l’alterità che corrispondono tutte e due all’essere di Gesù dal<br />
Padre. Un nesso più o meno esplicito con la missione di Gesù è ugalmente<br />
percepibile. Il fine di questa missione viene definito e descritto in Gv con<br />
vari motivi, tra cui primeggia quello di rivelazione: Gesù è venuto a causa<br />
della verità, della rivelazione del mistero della sua vita eterna, della sua<br />
figliolanza divina, e dunque del Padre stesso. Da questa rivelazione-verità<br />
dipendono altri motivi che descrivono lo scopo della missione di Gesù,<br />
come la glorificazione del Padre e la salvezza dell’uomo: Gesù glorifica il<br />
Padre rivelando il suo nome – e proprio in ciò sta la salvezza dell’uomo.<br />
Per quanto riguarda il rapporto tra la conoscenza di Dio da parte di Gesù<br />
e il suo essere da Dio e la sua missione nel mondo, i passi giovannei presi in<br />
considerazione nella seconda parte di questo lavoro hanno approfondito<br />
quanto è risultato già nella parte esegetica. Si è mostrata di nuovo l’unità e<br />
dipendenza mutua tra i tre elementi di 7,29. Al primo posto si trova la<br />
conoscenza di Gesù. Ora l’oggetto di questa conoscenza del Figlio, cioè il<br />
Padre, si identifica con l’essere filiale di Gesù. Nello stesso tempo è il punto<br />
di partenza per la sua missione nel mondo. Questa missione scaturisce<br />
dall’essere filiale di Gesù, cioè dal suo rapporto col Padre, dal suo<br />
conoscere il Padre. Gesù agisce nel nome di Dio e lo rivela non come un<br />
funzionario disinteressato, ma lo fa con la propria persona, con tutto il suo<br />
essere. Ma questo è possible solo se il suo essere viene dal Padre,<br />
rimanendo sempre unito a lui, anzi rimanendo in lui. Solo grazie a questa<br />
immanenza reciproca tra il Padre e il Figlio le parole di Gesù sono quelle<br />
del Padre: evgw. evn tw/| patri. kai. o` path.r evn evmoi, evstinÈ ta. r`h,mata a] evgw. le,gw<br />
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