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andato per una via propria? La critica è al proposito divisa: vi sono studiosi<br />
che accentuano maggiormente la dipendenzza, mentre altri sostengono<br />
l’originalità di Giovanni. Sono invece d’accordo, anche se sempre con<br />
accenti diversi, nel distinguere tra la direzione biblica e quella grecoellenistica.<br />
La conoscenza di Dio nell’AT è compresa come un rapporto personale, al<br />
contrario della contemplazione teorica della realtà ultima nel modo astratto<br />
dei greci. «Per gli ebrei “conoscere” non significa semplicemente essere<br />
informato sull’esistenza o sulla natura di un oggetto particolare. La<br />
conoscenza include pure la consapevolezza di una relazione specifica che<br />
c’è tra l’individuo e l’oggetto o del significato che l’oggetto ha per lui» 408 .<br />
La conoscenza di Dio è un rapporto bilaterale, che si esprime con la<br />
categoria d’alleanza. Si tratta prima di tutto di un dono gratuito di Dio, del<br />
dono di rivelazione mediante le sue potenti opere salvifiche e anche<br />
mediante la parola della Legge o dei profeti. Da parte dell’uomo questo<br />
rapporto con Dio significa: obbedienza, fiducia, rispetto, timore,<br />
adorazione, amore. Disobbedire a Dio, non vivere nel rapporto con lui viene<br />
qualificato come ignoranza. In questa direzione prosegue il giudaismo (la<br />
letteratura rabbinica e la filosofia di Filone) che identifica la conoscenza di<br />
Dio con la conoscenza della Legge mosaica e con l’obbedienza ad essa.<br />
Nella corrente apocalittica invece si insiste sulla rivelazione riservata ai soli<br />
iniziati che avviene tramite sogni e visioni. Una simile segretezza della<br />
conoscenza è caratteristica anche per le correnti ellenistiche, l’ermetismo e<br />
lo gnosticismo. Per gli ermetici la conoscenza di Dio è l’unica via alla<br />
salvezza, con la sua acquisizione, sempre in modo esoterico, si diventa non<br />
solo un uomo perfetto, ma persino immortale e divino. Per gli gnostici la<br />
conoscenza, pure esoterica, salva l’anima che è divina dalla prigionia del<br />
corpo materiale 409 .<br />
Alla domanda dove tra queste correnti si situi Giovanni le risposte sono<br />
differenti. Secondo alcuni l’idea giovannea di conoscenza è essenzialmente<br />
biblica e palestinese. Giovanni usa termini dei greci, ma con uno scopo<br />
apologetico, dandogli un contenuto kerygmatico. Con l’AT (letteratura<br />
sapienziale) e Qumran Gv ha in comune: conoscenza intesa come<br />
408 O.A. PIPER, «Knowledge», in The Interpreter’s Dictionary of the Bible, IV, 43:<br />
«For the Hebrews, “to know” does not simply mean to be aware of the existence or<br />
nature of a particular object. Knowledge implies also the awareness of the specific<br />
relationship in which the individual stands with that object, or of the significance the<br />
object has for him».<br />
409 Cf. K.J. CARL, «Knowing in St John: Background of the Theme», IndTheolStud 21<br />
(1, 1984) 70-75.<br />
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