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Disertace Brož - Theses

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EXCURSUS<br />

ORIGINALITÀ DELL’IMPOSTAZIONE GIOVANNEA<br />

DI CONOSCENZA<br />

Prima di concludere il lavoro voglio aggiungere ancora un’osservazione<br />

sull’originalità oppure sulla dipendenza dell’impostazione giovannea di<br />

conoscenza. Deliberatamente ho lasciato questa questione di tipo storico da<br />

parte, scegliendo invece il punto di vista teologico-biblico, muovendomi nel<br />

testo stesso di Giovanni. Ma credo di non dover passare del tutto oltre il<br />

problema della originalità/dipendenza di Giovanni rispetto alle diverse<br />

impostazioni contemporanee. Visto però che questo non è l’argomento<br />

proprio di questo lavoro, mi limito solo a pochi accenni.<br />

Senza dubbio Giovanni dà al tema della conoscenza il più grande rilievo<br />

tra tutti gli autori del NT. Questo interesse di Giovanni spicca soprattutto<br />

nel confronto sinottico. I vangeli sinottici evidentemente non prestano tale<br />

attenzione alla conoscenza come Giovanni 407 . Se questo interesse<br />

particolare di Giovanni per la conoscenza non fa parte della tradizione<br />

comune da cui sono nati i vangeli sinottici, possiamo supporre un’altra<br />

fonte di ispirazione. Dato che al tempo della composizione del Quarto<br />

Vangelo la conoscenza in generale e quella di Dio in particolare stava nel<br />

centro d’attenzione di varie correnti sprirituali, si impone la domanda circa<br />

il rapporto di dipendenza tra Giovanni ed esse. Possiamo formulare la<br />

domanda più concretamente: nel suo interesse per la conoscenza e nella sua<br />

concezione di essa Giovanni si è lasciato influenzare più dalla tradizione<br />

biblico-giudaica o piuttosto da quella greca classica (platonica, stoica) o<br />

quella ellenistica in diverse forme (gnosticismo, ermetismo)? Oppure è<br />

407 I verbi di conoscere sono usati, rispetto a Gv, con una frequenza molto minore:<br />

ginw,skw 20 volte in Mt, 13 Mc, 20 Lc e oi=da 25 Mt, 23 Mc, 26 Lc, insieme tutti e due<br />

nei tre vangeli 135 ricorrenze. Anche qui la conoscenza di Dio è riservata a Gesù e a chi<br />

riceverà la rivelazione da lui, come afferma nel cosiddetto «luogo giovanneo» (Mt<br />

11,27; Lc 10,22). Oltre a questa espressione, unica esplicita, della conoscenza del Padre<br />

da parte di Gesù, questa viene pressuposta ovunque Gesù nel suo insegnamento svela il<br />

mistero del Padre, della sua volontà e del suo regno. I discepoli partecipano a questa<br />

conoscenza del mistero del regno di Dio, per la quale si distinguono da quanti stanno<br />

«fuori» (Mc 4,11).<br />

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