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in quanto questi due agiscono nella stessa maniera a suo favore: lo<br />
glorificano (8,54; 16,14) e gli rendono testimonianza (5,32; 8,18; 15,26).<br />
Tra il Padre, il Figlio e lo Spirito vi è dunque un complesso rapporto di<br />
azioni comuni dei primi a favore del terzo: il Padre manda il Figlio, il Padre<br />
insieme al Figlio mandano lo Spirito, il Padre e lo Spirito rendono<br />
testimonianza al Figlio e lo glorificano, mentre il Figlio glorifica il Padre. Si<br />
può solo intuire un’immanenza reciproca e intima tra tutti e tre, una<br />
ricchezza della vita in Dio, una comunicazione inesauribile. «Nello Spirito<br />
Dio dà se stesso, uscendo fuori da sé. Lo Spirito è Dio nella sua presenza<br />
estatica e carismatica» 405 .<br />
Sarà la teologia posteriore a esplicitare i rapporti intratrinitari in concetti<br />
più sviluppati. Non voglio presentarla in questo luogo. Mi permetto invece<br />
un po’ di speculazione. Se lo Spirito santo è il principio della continuità<br />
della missione di Gesù nei discepoli, della loro conoscenza del mistero di<br />
Gesù, anzi della sua presenza misteriosa in loro, della sua immanenza,<br />
allora possiamo supporre un ruolo analogo dello Spirito nel rapporto tra il<br />
Padre e Gesù, rapporto che ha pure la forma d’immanenza, di conoscenza<br />
mutua e di missione. È vero che il testo del Quarto Vangelo non è molto<br />
esplicito in questo punto, se non nella testimonianza del Battista secondo<br />
cui Gesù sta per iniziare la sua missione, mentre discende su di lui lo<br />
Spirito. Ma se il mistero di Gesù, e tramite lui quello del Padre, si apre agli<br />
uomini solo con il dono dello Spirito, ciò può significare che anche la<br />
conoscenza del Padre da parte di Gesù avviene grazie allo stesso «Spirito<br />
della verità» il quale introduce non solo gli uomini, ma anche Gesù stesso<br />
«alla verità tutta intera» (16,13). Se gli uomini diventano figli di Dio<br />
nascendo dall’acqua e dallo Spirito, allora possiamo cercare un ruolo dello<br />
Spirito anche laddove Gesù è il Figlio di Dio, dove è dal Padre. Lo Spirito,<br />
secondo le parole di Gesù, per annunziare agli uomini, prenderà da ciò che<br />
è di Gesù, mentre lui lo ha dal Padre. Lo Spirito è «tutto ciò che il Padre<br />
possiede» e che dà a Gesù (16,14-15). Lo Spirito è dunque il bene comune,<br />
condiviso dal Padre e dal Figlio (e tramite lui anche dagli uomini). E<br />
siccome ciò che viene condivisio tra questi due non è solo qualche cosa,<br />
qualche valore, ma la loro stessa vita, il loro proprio essere, possiamo<br />
concludere che lo Spirito santo è il mistero di questa condivisione<br />
sostanziale tra il Padre e il Figlio. Lo Spirito è quindi il mistero dell’essere<br />
405 H. SCHLIER, «Zum Begriff des Geistes nach dem Johannesevangelium», 264:<br />
«Beide Aussagen (…) lassen dann erkennen, dass Gott im Geist aus sich selbst<br />
heraustretend sich gibt. Der Geist ist Gott in seiner ekstatischen und charismatischen<br />
Präsenz».<br />
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